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Dillo a Plaple

Una nursery ospita le farfalle per salvare le specie e le foreste


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Colorate, leggiadre, affascinanti: le farfalle sono tra gli insetti più amati e apprezzati da adulte/i e bambine/i, spesso sorprese/i nel constatarne la molteplicità di foggia, grandezza e tonalità. Le farfalle sono anche simbolo di trasformazione e fragilità e la loro presenza al MUSE, a Trento, vuole evidenziarne, oltre alla bellezza, anche la precarietà, causata dai mutamenti ambientali, dalle minacce antropiche e naturali. Per affrontare questi e altri temi, dal 26 marzo al 19 maggio 2024, la serra tropicale del MUSE ospita oltre trenta specie di farfalle tropicali che sfarfalleranno a partire dalla nursery, dove in questo periodo sono state ospitate le crisalidi. L'iniziativa "Foresta delle farfalle" è stata già ospitata al museo nel 2017 e 2018 con un notevole successo e apprezzamento da parte del pubblico. A metà marzo sono giunti in museo oltre mille esemplari che, opportunamente preparati, sfarfalleranno allo stadio di adulto all'interno della serra. Verranno ospitate in un’apposita “nursery”, un’incubatrice dove sarà possibile osservare l’eccezionale evento della schiusa delle crisalidi. In questo spazio protetto le crisalidi recupereranno le forze necessarie al primo volo verso la vegetazione tropicale della serra, dove, tra le oltre 200 specie botaniche presenti, troveranno decine di piante in fiore, come Pentas e Streptocarpus, pronte a fornire loro sostentamento attraverso secrezioni nettarine.   Inoltre, sono stati posizionati in serra i cosiddetti ‘Bar delle farfalle’, strutture colorate che contengono frutta matura, utile al loro nutrimento.    Le farfalle troveranno nella serra del MUSE un ambiente perfettamente consono alle loro esigenze: un’alta temperatura del dì e della notte (tra i 26 e i 34 °C) e un’altissima umidità relativa dell’aria (circa l’80%), quest’ultima strettamente necessaria per lo sfarfallamento, ossia per consentire alla farfalla di emergere dalla crisalide e di stendere e asciugare le ali. L’esposizione “Foresta delle farfalle” è stata realizzata grazie alla consulenza di Francesco Barbieri, biologo e direttore scientifico della Casa delle Farfalle di Bordano (UD) e sarà occasione per due interessanti momenti di approfondimento:   venerdì 5 aprile si terrà un dialogo tra Francesco Barbieri, biologo e direttore scientifico della Casa delle farfalle di Bordano (UD) e Silvia Ricci, coordinatrice dell’Associazione Mazingira: Silvia e Francesco racconteranno le loro esperienze in Tanzania e Costa Rica, entrando nel vivo dei loro progetti, tra allevamento di farfalle ed ecoturismo, nel rispetto della sostenibilità ambientale e sociale. 
Sabato 6 aprile, invece, il biologo Francesco Barbieri e il personale del museo saranno a disposizione del pubblico per rispondere a domande e curiosità sulle farfalle presenti in serra.  Si ringraziano DAO CONAD e Zobele - Special Sponsor della Serra Tropicale del MUSE. APPROFONDIMENTO    FARFALLE PER SALVARE LE FORESTE E AIUTARE LE POPOLAZIONI LOCALI  Gli allevamenti di farfalle tropicali da cui il MUSE acquista le crisalidi rappresentano un’attività a impatto positivo sui territori e sulle popolazioni. Allevare e commerciare farfalle, infatti, può fornire una fonte di occupazione e reddito accessibile a chiunque. Questa pratica ne previene altre a più alto impatto ambientale come la coltivazione, l’allevamento di bestiame e la deforestazione. Allevare farfalle, oltre a rappresentare una fonte di sostentamento alternativa all’industria del legno, significa anche preservare la flora locale e favorire la riconversione di territori degradati in foresta originaria. Questo perché le specie allevate si sviluppano esclusivamente su piante selvatiche.   Le splendide farfalle morfo blu e altre specie provengono dal Costa Rica, grazie alla collaborazione di Francesco Barbieri con AMEAP (Asociación de Mujeres Ecológicas y Artesanas del Porvenir), un’associazione costituita da donne che da anni allevano farfalle in una piccola comunità situata al nord del paese. Le crisalidi arrivano in pacchi termicamente isolati dopo 3 – 5 giorni di viaggio. La farfalla affronta il trasporto senza problemi perché viaggia quando è crisalide, lo stadio in cui non ha necessità di muoversi o nutrirsi e che dura, a seconda delle specie, dai 9 ai 20 giorni.    NOTE DI BIOLOGIA  Le farfalle fanno parte del vastissimo ordine dei Lepidotteri, che comprende oltre 158.000 specie originarie di zone temperate e tropicali. Hanno un ciclo vitale piuttosto complesso che prevede una metamorfosi completa. L’insetto alato depone le uova su un vegetale adatto al sostentamento del secondo stadio di sviluppo, quello del bruco. Il bruco, attraverso un potente apparato masticatore dotato di robuste mandibole, si ciba delle parti più tenere delle piante e dei nuovi germogli. Poiché la cuticola della larva non si accresce, questa viene cambiata da tre a cinque volte nel corso del tempo ciclo larvale, con un processo denominato muta. Successivamente, quando il bruco ha accumulato sufficienti energie cerca un luogo riparato dove trasformarsi in pupa, solitamente protetta da un bozzolo sericeo. Dopo un lasso di tempo variabile in base alla specie e alla temperatura, il rivestimento della crisalide si lacera e fuoriesce il quarto ed ultimo stadio, l’insetto alato. Prima che quest’ultimo sia adatto al volo, però, è necessario che i fluidi contenuti all’interno del corpo vengano pompati nelle ali, dispiegandole e rendendole rigide.  La livrea delle farfalle è estremamente variabile: sono presenti esempi di colorazioni criptiche, che vanno a mimetizzare l’insetto tra la vegetazione o colorazioni aposematiche che avvertono eventuali predatori della tossicità dell’insetto stesso.

Colorate, leggiadre, affascinanti: le farfalle sono tra gli insetti più amati e apprezzati da adulte/i e bambine/i, spesso sorprese/i nel constatarne la molteplicità di foggia, grandezza e tonalità. Le farfalle sono anche simbolo di trasformazione e fragilità e la loro presenza al MUSE, a Trento, vuole evidenziarne, oltre alla bellezza, anche la precarietà, causata dai mutamenti ambientali, dalle minacce antropiche e naturali. Per affrontare questi e altri temi, dal 26 marzo al 19 maggio 2024, la serra tropicale del MUSE ospita oltre trenta specie di farfalle tropicali che sfarfalleranno a partire dalla nursery, dove in questo periodo sono state ospitate le crisalidi. L'iniziativa "Foresta delle farfalle" è stata già ospitata al museo nel 2017 e 2018 con un notevole successo e apprezzamento da parte del pubblico. A metà marzo sono giunti in museo oltre mille esemplari che, opportunamente preparati, sfarfalleranno allo stadio di adulto all'interno della serra. Verranno ospitate in un’apposita “nursery”, un’incubatrice dove sarà possibile osservare l’eccezionale evento della schiusa delle crisalidi. In questo spazio protetto le crisalidi recupereranno le forze necessarie al primo volo verso la vegetazione tropicale della serra, dove, tra le oltre 200 specie botaniche presenti, troveranno decine di piante in fiore, come Pentas e Streptocarpus, pronte a fornire loro sostentamento attraverso secrezioni nettarine.   Inoltre, sono stati posizionati in serra i cosiddetti ‘Bar delle farfalle’, strutture colorate che contengono frutta matura, utile al loro nutrimento.    Le farfalle troveranno nella serra del MUSE un ambiente perfettamente consono alle loro esigenze: un’alta temperatura del dì e della notte (tra i 26 e i 34 °C) e un’altissima umidità relativa dell’aria (circa l’80%), quest’ultima strettamente necessaria per lo sfarfallamento, ossia per consentire alla farfalla di emergere dalla crisalide e di stendere e asciugare le ali. L’esposizione “Foresta delle farfalle” è stata realizzata grazie alla consulenza di Francesco Barbieri, biologo e direttore scientifico della Casa delle Farfalle di Bordano (UD) e sarà occasione per due interessanti momenti di approfondimento:   venerdì 5 aprile si terrà un dialogo tra Francesco Barbieri, biologo e direttore scientifico della Casa delle farfalle di Bordano (UD) e Silvia Ricci, coordinatrice dell’Associazione Mazingira: Silvia e Francesco racconteranno le loro esperienze in Tanzania e Costa Rica, entrando nel vivo dei loro progetti, tra allevamento di farfalle ed ecoturismo, nel rispetto della sostenibilità ambientale e sociale. 
Sabato 6 aprile, invece, il biologo Francesco Barbieri e il personale del museo saranno a disposizione del pubblico per rispondere a domande e curiosità sulle farfalle presenti in serra.  Si ringraziano DAO CONAD e Zobele - Special Sponsor della Serra Tropicale del MUSE. APPROFONDIMENTO    FARFALLE PER SALVARE LE FORESTE E AIUTARE LE POPOLAZIONI LOCALI  Gli allevamenti di farfalle tropicali da cui il MUSE acquista le crisalidi rappresentano un’attività a impatto positivo sui territori e sulle popolazioni. Allevare e commerciare farfalle, infatti, può fornire una fonte di occupazione e reddito accessibile a chiunque. Questa pratica ne previene altre a più alto impatto ambientale come la coltivazione, l’allevamento di bestiame e la deforestazione. Allevare farfalle, oltre a rappresentare una fonte di sostentamento alternativa all’industria del legno, significa anche preservare la flora locale e favorire la riconversione di territori degradati in foresta originaria. Questo perché le specie allevate si sviluppano esclusivamente su piante selvatiche.   Le splendide farfalle morfo blu e altre specie provengono dal Costa Rica, grazie alla collaborazione di Francesco Barbieri con AMEAP (Asociación de Mujeres Ecológicas y Artesanas del Porvenir), un’associazione costituita da donne che da anni allevano farfalle in una piccola comunità situata al nord del paese. Le crisalidi arrivano in pacchi termicamente isolati dopo 3 – 5 giorni di viaggio. La farfalla affronta il trasporto senza problemi perché viaggia quando è crisalide, lo stadio in cui non ha necessità di muoversi o nutrirsi e che dura, a seconda delle specie, dai 9 ai 20 giorni.    NOTE DI BIOLOGIA  Le farfalle fanno parte del vastissimo ordine dei Lepidotteri, che comprende oltre 158.000 specie originarie di zone temperate e tropicali. Hanno un ciclo vitale piuttosto complesso che prevede una metamorfosi completa. L’insetto alato depone le uova su un vegetale adatto al sostentamento del secondo stadio di sviluppo, quello del bruco. Il bruco, attraverso un potente apparato masticatore dotato di robuste mandibole, si ciba delle parti più tenere delle piante e dei nuovi germogli. Poiché la cuticola della larva non si accresce, questa viene cambiata da tre a cinque volte nel corso del tempo ciclo larvale, con un processo denominato muta. Successivamente, quando il bruco ha accumulato sufficienti energie cerca un luogo riparato dove trasformarsi in pupa, solitamente protetta da un bozzolo sericeo. Dopo un lasso di tempo variabile in base alla specie e alla temperatura, il rivestimento della crisalide si lacera e fuoriesce il quarto ed ultimo stadio, l’insetto alato. Prima che quest’ultimo sia adatto al volo, però, è necessario che i fluidi contenuti all’interno del corpo vengano pompati nelle ali, dispiegandole e rendendole rigide.  La livrea delle farfalle è estremamente variabile: sono presenti esempi di colorazioni criptiche, che vanno a mimetizzare l’insetto tra la vegetazione o colorazioni aposematiche che avvertono eventuali predatori della tossicità dell’insetto stesso.

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Portoferraio pronta a realizzare una nuova struttura per la comunità


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E’ stato presentato il progetto di realizzazione della Casa della Comunità (CdC) “Hub” di Portoferraio. La nuova Casa della Comunità di Portoferraio sarà realizzata attraverso la ristrutturazione di un immobile di proprietà aziendale ubicato in un’area adiacente all’ospedale di Portoferraio, in Largo Torchiana in località San Rocco. L’area circostante è densamente abitata e la struttura risulta raggiungibile mediante viabilità comunale e ben collegata da un servizio di trasporto pubblico locale. La struttura è dotata di un parcheggio pertinenziale con circa 40 posti auto. L’immobile oggetto d’intervento è stato costruito nel 1965 dal disciolto Consorzio Provinciale Antitubercolare di Livorno e trasferito all’Unità Sanitaria Locale Zona 26 (Arcipelago Toscano) di Livorno in attuazione della L.R.T. n.68/80 e deliberazione della giunta R.T. n. 3197 del 28.03.1985.
 
Il fabbricato si sviluppa su tre livelli, un piano interrato di circa 400 mq da destinare a depositi e locali tecnici, due piani fuori terra, completamente accessibili agli utenti disabili, per una superficie complessiva di circa 800 metri quadrati.
 
L’obiettivo dell’intervento è la realizzazione di una Casa della Comunità HUB definita come struttura sanitaria inclusiva, riferimento sanitario, sociale e di integrazione sociosanitaria per la popolazione. La struttura offrirà al bacino di riferimento un insieme di servizi, anche mediante modalità di telemedicina, che comprendono: assistenza medica, infermieristica, sociale in una spinta volta anche all’integrazione, socializzazione, partecipazione. Tra i servizi offerti un’équipe multiprofessionale costituita da medici e pediatri di famiglia, continuità assistenziale, specialisti ambulatoriali interni, Punto unico di accesso (PUA), servizi diagnostici, ambulatoriali specialistici ed infermieristici inclusa l’attività dell’Infermiere di famiglia e comunità (IfeC). Altre attività previste sono programmi di screening, assistenza sociale, servizi per la salute mentale e le dipendenze, medicina dello sport, consultorio, vaccinazioni.
 
Nello specifico al piano terreno saranno presenti le seguenti funzioni: Punto accoglienza attesa-collaboratore di studio, ambulatori per medici di medicina generale e ambulatorio per pediatra di libera scelta, coordinatore dell’infermeria, Infermiere di famiglia, ambulatorio – medicheria, ufficio amministrativo distretto, punto informazione, ufficio protesi, spogliatoi per il personale sanitario, servizi igienici, deposito pulito.
 
Al primo piano saranno presenti le seguenti funzioni: ambulatorio di neuropsichiatria infantile, palestra per minori, vari locali per assistente sociale, psicologo, educatore, logopedista, ambulatorio ginecologico e ambulatorio ostetrica, ambulatorio specialistico, sala riunioni e servizi igienici.

E’ stato presentato il progetto di realizzazione della Casa della Comunità (CdC) “Hub” di Portoferraio. La nuova Casa della Comunità di Portoferraio sarà realizzata attraverso la ristrutturazione di un immobile di proprietà aziendale ubicato in un’area adiacente all’ospedale di Portoferraio, in Largo Torchiana in località San Rocco. L’area circostante è densamente abitata e la struttura risulta raggiungibile mediante viabilità comunale e ben collegata da un servizio di trasporto pubblico locale. La struttura è dotata di un parcheggio pertinenziale con circa 40 posti auto. L’immobile oggetto d’intervento è stato costruito nel 1965 dal disciolto Consorzio Provinciale Antitubercolare di Livorno e trasferito all’Unità Sanitaria Locale Zona 26 (Arcipelago Toscano) di Livorno in attuazione della L.R.T. n.68/80 e deliberazione della giunta R.T. n. 3197 del 28.03.1985.
 
Il fabbricato si sviluppa su tre livelli, un piano interrato di circa 400 mq da destinare a depositi e locali tecnici, due piani fuori terra, completamente accessibili agli utenti disabili, per una superficie complessiva di circa 800 metri quadrati.
 
L’obiettivo dell’intervento è la realizzazione di una Casa della Comunità HUB definita come struttura sanitaria inclusiva, riferimento sanitario, sociale e di integrazione sociosanitaria per la popolazione. La struttura offrirà al bacino di riferimento un insieme di servizi, anche mediante modalità di telemedicina, che comprendono: assistenza medica, infermieristica, sociale in una spinta volta anche all’integrazione, socializzazione, partecipazione. Tra i servizi offerti un’équipe multiprofessionale costituita da medici e pediatri di famiglia, continuità assistenziale, specialisti ambulatoriali interni, Punto unico di accesso (PUA), servizi diagnostici, ambulatoriali specialistici ed infermieristici inclusa l’attività dell’Infermiere di famiglia e comunità (IfeC). Altre attività previste sono programmi di screening, assistenza sociale, servizi per la salute mentale e le dipendenze, medicina dello sport, consultorio, vaccinazioni.
 
Nello specifico al piano terreno saranno presenti le seguenti funzioni: Punto accoglienza attesa-collaboratore di studio, ambulatori per medici di medicina generale e ambulatorio per pediatra di libera scelta, coordinatore dell’infermeria, Infermiere di famiglia, ambulatorio – medicheria, ufficio amministrativo distretto, punto informazione, ufficio protesi, spogliatoi per il personale sanitario, servizi igienici, deposito pulito.
 
Al primo piano saranno presenti le seguenti funzioni: ambulatorio di neuropsichiatria infantile, palestra per minori, vari locali per assistente sociale, psicologo, educatore, logopedista, ambulatorio ginecologico e ambulatorio ostetrica, ambulatorio specialistico, sala riunioni e servizi igienici.

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Nasce il progetto “HeySun”


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Dal 25 al 27 Settembre 2024, nel polo fieristico SicialiaFiera, si terrà il primo Expo della transizione energetica. HeySun' si articolerà in 30 mila metri quadrati, due padiglioni, con la possibilità di fruire delle aree esterne ar circa 80 mila metri quadrati con espositori provenienti da tutto il mondo. Ci sarà un cartellone ricco di iniziative culturali, formative e informative legate al mondo della sostenibilità e della transizione energetica, coinvolgendo le scuole perché i giovani rappresentano il futuro e gli studenti avranno la possibilità di vivere momenti per apprendere 'divertendosi' le buone prassi della sostenibilità applicate nel quotidiano. L'Exhibition Meeting Hub, a Misterbianco, sarà il luogo dove dare nuova energia al futuro, una sorta di aggregatore di tecnologie e conoscenze, dove si incontreranno i principali stakeholder del settore. Una vetrina importante dove scoprire le più innovative soluzioni dal mondo dell'energia sostenibile.

Dal 25 al 27 Settembre 2024, nel polo fieristico SicialiaFiera, si terrà il primo Expo della transizione energetica. HeySun' si articolerà in 30 mila metri quadrati, due padiglioni, con la possibilità di fruire delle aree esterne ar circa 80 mila metri quadrati con espositori provenienti da tutto il mondo. Ci sarà un cartellone ricco di iniziative culturali, formative e informative legate al mondo della sostenibilità e della transizione energetica, coinvolgendo le scuole perché i giovani rappresentano il futuro e gli studenti avranno la possibilità di vivere momenti per apprendere 'divertendosi' le buone prassi della sostenibilità applicate nel quotidiano. L'Exhibition Meeting Hub, a Misterbianco, sarà il luogo dove dare nuova energia al futuro, una sorta di aggregatore di tecnologie e conoscenze, dove si incontreranno i principali stakeholder del settore. Una vetrina importante dove scoprire le più innovative soluzioni dal mondo dell'energia sostenibile.

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Trasformare l'ospitalità in un percorso di integrazione lavorativa


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“Welcome to Catania” è stato presentato a Catania e mira a fornire sostegno e soluzioni abitative, suddividendo il progetto in tre tipologie di misure. La misura A prevede misure di ospitalità straordinaria esterna. La misura B prevede approcci innovativi all’accoglienza in famiglia. Mentre, la misura C riguarda la coabitazione sociale all’interno di strutture di co-Housing. Con Welcome to Catania si tende a valorizza le risorse della comunità e a promuove una rete di supporto per coloro che sono in difficoltà.

“Welcome to Catania” è stato presentato a Catania e mira a fornire sostegno e soluzioni abitative, suddividendo il progetto in tre tipologie di misure. La misura A prevede misure di ospitalità straordinaria esterna. La misura B prevede approcci innovativi all’accoglienza in famiglia. Mentre, la misura C riguarda la coabitazione sociale all’interno di strutture di co-Housing. Con Welcome to Catania si tende a valorizza le risorse della comunità e a promuove una rete di supporto per coloro che sono in difficoltà.

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L’importanza della logistica sostenibile per l’ambiente


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Agli oltre 400 espositori allestiti in questi giorni si aggiungono le numerose presenze istituzionali e la partecipazione di tanti giovani imprenditori. Questa edizione si è conclusa con oltre 100.000 presenze. Sei milioni di camion e 143 milioni di tonnellate di merci sono stati spostati dalle autostrade verso l’intermodalità attraverso porti ed interporti, con una riduzione di 5,4 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e un risparmio economico per le famiglie e i cittadini italiani di oltre sette miliardi di euro per il 2023. Sono i numeri di Alis (Associazione logistica per l’intermodalità sostenibile) illustrati dal suo presidente, Guido Grimaldi, durante LetExpo 2024. Al centro dell’evento anche temi delicati e attuali come la crisi che sta colpendo il canale di Suez e il Mar Rosso, con un impatto importante sugli scambi commerciali tra Italia e Cina con 154 miliardi totali a rischio. Il mondo della logistica sostenibile, via mare ma non solo, è affascinante anche per i giovani, che possono nel suo ambito trovare lavori stimolanti e ben pagati (soprattutto, oggi si sta meno via da casa), così come per le aziende hi-tech

Agli oltre 400 espositori allestiti in questi giorni si aggiungono le numerose presenze istituzionali e la partecipazione di tanti giovani imprenditori. Questa edizione si è conclusa con oltre 100.000 presenze. Sei milioni di camion e 143 milioni di tonnellate di merci sono stati spostati dalle autostrade verso l’intermodalità attraverso porti ed interporti, con una riduzione di 5,4 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e un risparmio economico per le famiglie e i cittadini italiani di oltre sette miliardi di euro per il 2023. Sono i numeri di Alis (Associazione logistica per l’intermodalità sostenibile) illustrati dal suo presidente, Guido Grimaldi, durante LetExpo 2024. Al centro dell’evento anche temi delicati e attuali come la crisi che sta colpendo il canale di Suez e il Mar Rosso, con un impatto importante sugli scambi commerciali tra Italia e Cina con 154 miliardi totali a rischio. Il mondo della logistica sostenibile, via mare ma non solo, è affascinante anche per i giovani, che possono nel suo ambito trovare lavori stimolanti e ben pagati (soprattutto, oggi si sta meno via da casa), così come per le aziende hi-tech

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L’acqua come risorsa di cooperazione e convivenza pacifica


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Il Comitato Provinciale UNICEF di Bologna promuove e organizza per la prima volta la mostra “Acqua per la Pace”. L’inaugurazione si è tenuta Lunedì 18 marzo presso la Biblioteca Salaborsa di Bologna, per rimanere aperta al pubblico fino al prossimo 6 aprile. Alla cerimonia sono intervenuti Raffaele Pignone presidente del Comitato Unicef di Bologna, Daniele Ara assessore con delega Scuola e Agricoltura del Comune di Bologna, Roberto Padrin sindaco del Comune di Longarone, Don Pierluigi Scotti in rappresentanza della Curia di Bologna, e Patrizia Ercoli per la Regione Emilia-Romagna.   L’evento si inserisce nelle celebrazioni della Giornata Mondiale dell’Acqua (o World Water Day) del 22 marzo istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite che ha stabilito quale filo conduttore della giornata il tema “L’ACQUA PER LA PACE” per educare le nuove generazioni ai valori della convivenza e della cooperazione pacifica. Fanno parte della mostra anche dei documenti fotografici sulla storia della distribuzione e dell’utilizzo dell’acqua in Italia e nel mondo, dalle immagini del disastro della diga del Vajont (1963) a quelle sulla recente alluvione di maggio 2023 e sul nuovo Piano Acqua della Regione Emilia-Romagna, passando per le foto dei canali di Bologna e delle aree desertiche del pianeta.

Il Comitato Provinciale UNICEF di Bologna promuove e organizza per la prima volta la mostra “Acqua per la Pace”. L’inaugurazione si è tenuta Lunedì 18 marzo presso la Biblioteca Salaborsa di Bologna, per rimanere aperta al pubblico fino al prossimo 6 aprile. Alla cerimonia sono intervenuti Raffaele Pignone presidente del Comitato Unicef di Bologna, Daniele Ara assessore con delega Scuola e Agricoltura del Comune di Bologna, Roberto Padrin sindaco del Comune di Longarone, Don Pierluigi Scotti in rappresentanza della Curia di Bologna, e Patrizia Ercoli per la Regione Emilia-Romagna.   L’evento si inserisce nelle celebrazioni della Giornata Mondiale dell’Acqua (o World Water Day) del 22 marzo istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite che ha stabilito quale filo conduttore della giornata il tema “L’ACQUA PER LA PACE” per educare le nuove generazioni ai valori della convivenza e della cooperazione pacifica. Fanno parte della mostra anche dei documenti fotografici sulla storia della distribuzione e dell’utilizzo dell’acqua in Italia e nel mondo, dalle immagini del disastro della diga del Vajont (1963) a quelle sulla recente alluvione di maggio 2023 e sul nuovo Piano Acqua della Regione Emilia-Romagna, passando per le foto dei canali di Bologna e delle aree desertiche del pianeta.

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Forestazione urbana nel territorio nazionale


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Prosegue l’attività del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari (CUFA) con il progetto “Alberi per il Clima”, finanziato dalla Banca d’Italia e inserito nella Campagna di forestazione nazionale “Foresta Italia” di Rete Clima promossa in partnership con Coldiretti e PEFC Italia. Il progetto prevede la piantagione di 4500 piante forestali in 4 diverse aree del territorio nazionale. Dopo il positivo riscontro dell’evento inaugurale svoltosi a Roma il 30 novembre scorso nel quartiere Mezzocammino, che ha visto la messa a dimora di 1500 piante tra alberi e arbusti, e poi ancora le piantagioni eseguite a Benevento e Statte (TA), sarà la volta di Spilamberto (MO) dove nascerà un nuovo bosco nell’area ex SIPE (Stabilimento Italiano Prodotti Esplodenti). Qui, dove si costruivano bombe, troveranno ora posto alberi e arbusti con lo scopo di aumentare la naturalità del territorio, di migliorare la qualità della vita di chi fruisce del territorio stesso e di contribuire a contrastare il riscaldamento climatico. Si tratta di un’area di circa 15 ettari che l’Amministrazione Comunale ha voluto mettere a disposizione per riqualificare un’area che in passato era dedicata alla produzione di materiale bellico. Adesso, grazie anche ad un bando del PNRR che il Comune di Spilamberto si è aggiudicato, tutta l’area verrà riqualificata. La boscaglia monospecifica di robinie nata nell’abbandono dell’area lascerà il posto ad un bosco polispecifico ed in grado di ospitare biodiversità e di fornire servizi ecosistemici per la popolazione.

Prosegue l’attività del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari (CUFA) con il progetto “Alberi per il Clima”, finanziato dalla Banca d’Italia e inserito nella Campagna di forestazione nazionale “Foresta Italia” di Rete Clima promossa in partnership con Coldiretti e PEFC Italia. Il progetto prevede la piantagione di 4500 piante forestali in 4 diverse aree del territorio nazionale. Dopo il positivo riscontro dell’evento inaugurale svoltosi a Roma il 30 novembre scorso nel quartiere Mezzocammino, che ha visto la messa a dimora di 1500 piante tra alberi e arbusti, e poi ancora le piantagioni eseguite a Benevento e Statte (TA), sarà la volta di Spilamberto (MO) dove nascerà un nuovo bosco nell’area ex SIPE (Stabilimento Italiano Prodotti Esplodenti). Qui, dove si costruivano bombe, troveranno ora posto alberi e arbusti con lo scopo di aumentare la naturalità del territorio, di migliorare la qualità della vita di chi fruisce del territorio stesso e di contribuire a contrastare il riscaldamento climatico. Si tratta di un’area di circa 15 ettari che l’Amministrazione Comunale ha voluto mettere a disposizione per riqualificare un’area che in passato era dedicata alla produzione di materiale bellico. Adesso, grazie anche ad un bando del PNRR che il Comune di Spilamberto si è aggiudicato, tutta l’area verrà riqualificata. La boscaglia monospecifica di robinie nata nell’abbandono dell’area lascerà il posto ad un bosco polispecifico ed in grado di ospitare biodiversità e di fornire servizi ecosistemici per la popolazione.

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Un concerto per i bambini vittime della guerra


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Si rinnova il tradizionale appuntamento con il Concerto di Pasqua in Duomo. Mercoledì 20 marzo alle ore 18 la Cattedrale di Orvieto ospiterà l’evento inserito nel Progetto “Omaggio all’Umbria” e anche quest’anno dedicato a tutti i bambini vittime delle guerre che si sono scatenate nel Mondo Protagonista del concerto di Pasqua 2024 sarà l’Orchestra del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, alla sua sedicesima partecipazione, diretta da Daniele Gatti, un prestigioso direttore d’orchestra nominato di recente direttore principale del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino dopo aver guidato più volte prestigiose orchestre come la Wiener Philharmoniker Orchestra, l’Orchestra dei Berliner Philharmoniker, la Royal Philarmonic Orchestra, la Royal Concertgebouw Orchestra, l’Orchestra della Scala di Milano, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Nel 2006 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito la onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. In programma la suite per orchestra ”Nobilissima Visione” di Paul Hindemith, la “Trauersymphonie” di Franz Joseph Haydn e ”L’Incantesimo del Venerdì Santo” di Richard Wagner. Il concerto sarà registrato dalla Rai mercoledì 20 marzo alle ore 18 nel Duomo di Orvieto e sarà trasmesso su Rai 1 il Venerdì Santo dopo la Via Crucis e su Rai 5 più volte nei giorni successivi la messa in onda su Rai 1. L’ingresso è libero fino ad esaurimento della capienza possibile. Presenti saranno i volontari dell’Unicef che patrocina il progetto Omaggio all’Umbria dal 2008 e di cui la presidente, Laura Musella, è stata nominata nel 2008 testimonial per l’Umbria. L’iniziativa è realizzato dall’associazione Omaggio all’Umbria finanziata dal F.U.S, con il contributo della Regione Umbria, Banca Intesa San Paolo,  Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Sviluppumbria (POR FESR 2014 2020 bando per progetti dello spettacolo dal vivo), e Camera di Commercio dell’Umbria, con la collaborazione dell’Opera del Duomo di Orvieto e il patrocinio del Ministero della Cultura , Regione Umbria,  Comune di Orvieto, Università per Stranieri di Perugia e Unicef Italia.

Si rinnova il tradizionale appuntamento con il Concerto di Pasqua in Duomo. Mercoledì 20 marzo alle ore 18 la Cattedrale di Orvieto ospiterà l’evento inserito nel Progetto “Omaggio all’Umbria” e anche quest’anno dedicato a tutti i bambini vittime delle guerre che si sono scatenate nel Mondo Protagonista del concerto di Pasqua 2024 sarà l’Orchestra del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, alla sua sedicesima partecipazione, diretta da Daniele Gatti, un prestigioso direttore d’orchestra nominato di recente direttore principale del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino dopo aver guidato più volte prestigiose orchestre come la Wiener Philharmoniker Orchestra, l’Orchestra dei Berliner Philharmoniker, la Royal Philarmonic Orchestra, la Royal Concertgebouw Orchestra, l’Orchestra della Scala di Milano, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Nel 2006 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito la onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. In programma la suite per orchestra ”Nobilissima Visione” di Paul Hindemith, la “Trauersymphonie” di Franz Joseph Haydn e ”L’Incantesimo del Venerdì Santo” di Richard Wagner. Il concerto sarà registrato dalla Rai mercoledì 20 marzo alle ore 18 nel Duomo di Orvieto e sarà trasmesso su Rai 1 il Venerdì Santo dopo la Via Crucis e su Rai 5 più volte nei giorni successivi la messa in onda su Rai 1. L’ingresso è libero fino ad esaurimento della capienza possibile. Presenti saranno i volontari dell’Unicef che patrocina il progetto Omaggio all’Umbria dal 2008 e di cui la presidente, Laura Musella, è stata nominata nel 2008 testimonial per l’Umbria. L’iniziativa è realizzato dall’associazione Omaggio all’Umbria finanziata dal F.U.S, con il contributo della Regione Umbria, Banca Intesa San Paolo,  Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Sviluppumbria (POR FESR 2014 2020 bando per progetti dello spettacolo dal vivo), e Camera di Commercio dell’Umbria, con la collaborazione dell’Opera del Duomo di Orvieto e il patrocinio del Ministero della Cultura , Regione Umbria,  Comune di Orvieto, Università per Stranieri di Perugia e Unicef Italia.

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Smart Forest Monitoring


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Dopo il positivo riscontro ottenuto a Boston lo scorso dicembre con il Workshop “SMART FOREST IN SMART CITIES” dedicato alla tutela delle foreste e, più in generale dell’ambiente al quale hanno fatto parte i Carabinieri con una delegazione guidata dal Generale di Corpo d’Armata Andrea Rispoli, Comandante del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri (CUFA), la prossima tappa sul medesimo tema è stata Roma. Nella capitale, infatti, il 18 marzo presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è stato presentato “SMART FOREST MONITORING”, il programma italiano per il monitoraggio delle foreste e dell’ambiente attraverso le nuove tecnologie. “SMART FOREST MONITORING” è stato realizzato per consentire in maniera altamente innovativa il monitoraggio delle foreste, comprese quelle urbane, in collaborazione con l’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale del CNR, il CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria) ed una delle più importanti e autorevoli università del mondo, il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston. Il Progetto ha previsto una fase di sperimentazione a Roma, nell’ambito del monitoraggio delle infestazioni da Cocciniglia Tartaruga, un piccolo insetto che ha distrutto le pinete e i viali alberati con i pini della capitale italiana L’accordo tra Carabinieri e MIT, inoltre, consolida la presenza internazionale dell’Arma e coniuga l’attività di ricerca, studio, analisi e sperimentazione dello stesso MIT con le esigenze di monitoraggio e controllo delle foreste che la legge ha delegato al CUFA, consentendo di attestarsi ormai nel panorama nazionale ed internazionale come una delle più complete ed efficaci strutture istituzionali di polizia ambientale. Il progetto consentirà, anche grazie alla volontà ed al lavoro di uomini e donne che credono nella ricerca, nell’ambiente e nel futuro, di conseguire un risultato di cui la comunità nazionale potrà esserne orgogliosa.

Dopo il positivo riscontro ottenuto a Boston lo scorso dicembre con il Workshop “SMART FOREST IN SMART CITIES” dedicato alla tutela delle foreste e, più in generale dell’ambiente al quale hanno fatto parte i Carabinieri con una delegazione guidata dal Generale di Corpo d’Armata Andrea Rispoli, Comandante del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri (CUFA), la prossima tappa sul medesimo tema è stata Roma. Nella capitale, infatti, il 18 marzo presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è stato presentato “SMART FOREST MONITORING”, il programma italiano per il monitoraggio delle foreste e dell’ambiente attraverso le nuove tecnologie. “SMART FOREST MONITORING” è stato realizzato per consentire in maniera altamente innovativa il monitoraggio delle foreste, comprese quelle urbane, in collaborazione con l’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale del CNR, il CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria) ed una delle più importanti e autorevoli università del mondo, il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston. Il Progetto ha previsto una fase di sperimentazione a Roma, nell’ambito del monitoraggio delle infestazioni da Cocciniglia Tartaruga, un piccolo insetto che ha distrutto le pinete e i viali alberati con i pini della capitale italiana L’accordo tra Carabinieri e MIT, inoltre, consolida la presenza internazionale dell’Arma e coniuga l’attività di ricerca, studio, analisi e sperimentazione dello stesso MIT con le esigenze di monitoraggio e controllo delle foreste che la legge ha delegato al CUFA, consentendo di attestarsi ormai nel panorama nazionale ed internazionale come una delle più complete ed efficaci strutture istituzionali di polizia ambientale. Il progetto consentirà, anche grazie alla volontà ed al lavoro di uomini e donne che credono nella ricerca, nell’ambiente e nel futuro, di conseguire un risultato di cui la comunità nazionale potrà esserne orgogliosa.

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Corriamo insieme per l’autismo


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L’evento podistico ha avuto luogo a Santa Maria a Vico ed è stato organizzato dall’associazione Suessola Runners. Il ricavato servirà per aiutare bambini e ragazzi con spettro autistico. La partenza e il fiume colorato degli 813 atleti iscritti alla gara di 10km a Santa Maria a Vico. Con la vittoria di Benrkia Abdelmajiad con crono di 32'47" ad una media di 3.16 min a km; 2° posto va a Carraroli Gabriele con 33'37"; 3° posto va a Betti Gennaro con 34'26"; Il podio femminile ha visto la vittoria di Palomba con crono di 36'59" 2° posto va a Maniaci Francesca con 37'50" 3° posto va a Falco Alessandra con 38'32" Una bellissima giornata di sport e solidarietà. Con 1500€ donati ai ragazzi speciali autistici per regalargli l'emozione di un volo solidale.

L’evento podistico ha avuto luogo a Santa Maria a Vico ed è stato organizzato dall’associazione Suessola Runners. Il ricavato servirà per aiutare bambini e ragazzi con spettro autistico. La partenza e il fiume colorato degli 813 atleti iscritti alla gara di 10km a Santa Maria a Vico. Con la vittoria di Benrkia Abdelmajiad con crono di 32'47" ad una media di 3.16 min a km; 2° posto va a Carraroli Gabriele con 33'37"; 3° posto va a Betti Gennaro con 34'26"; Il podio femminile ha visto la vittoria di Palomba con crono di 36'59" 2° posto va a Maniaci Francesca con 37'50" 3° posto va a Falco Alessandra con 38'32" Una bellissima giornata di sport e solidarietà. Con 1500€ donati ai ragazzi speciali autistici per regalargli l'emozione di un volo solidale.

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Sensibilizzare gli studenti sull’impatto ambientale dei rifiuti


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Progetto realizzato dal Comune di Saronno e in collaborazione con Amsa. La seconda edizione si è suddivisa in due parti: una parte teorica dove viene sottolineata l’importanza dei rifiuti dal punto di vista ambientale e una parte pratica con laboratori. Gli studenti hanno realizzato un reportage sui temi, che sono stati trattati precedentemente, coinvolgendo le famiglie.

Progetto realizzato dal Comune di Saronno e in collaborazione con Amsa. La seconda edizione si è suddivisa in due parti: una parte teorica dove viene sottolineata l’importanza dei rifiuti dal punto di vista ambientale e una parte pratica con laboratori. Gli studenti hanno realizzato un reportage sui temi, che sono stati trattati precedentemente, coinvolgendo le famiglie.

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Le canzoni in aiuto di pazienti anziani


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Gli anziani di quattro Rsa compongono canzoni per parlare della loro vita o, semplicemente, per allietare le loro giornate e superare momenti difficili e fragilità. Cercano le parole, trovano rime, intonano motivetti, suonano gli strumenti musicali, coordinati nel lavoro da animatori, educatori, musicisti e musicoterapisti che operano in queste strutture. Non solo. Previsto anche un concorso canoro in virtù del quale, come se fosse una specie di Festival di Sanremo delle residenze sanitarie per anziani, ci sarà in estate la proclamazione delle canzoni che sono risultate più gradite. È il progetto “Pensieri e Memorie in Canto”, ideato dall’animatore e musicista Nicola Corti all’interno dell’Rsa San Giuseppe del Consorzio Zenit, che dal 1981 opera a Firenze al servizio delle persone più vulnerabili promuovendo numerosi progetti per la socializzazione come questo. Il festival si sta svolgendo nelle Rsa fiorentine San Giuseppe, Gignoro, Paolo VI e Delfino, oltre che al Centro di salute mentale del Quartiere 2 e all’RSP Madre Fernanda.

Gli anziani di quattro Rsa compongono canzoni per parlare della loro vita o, semplicemente, per allietare le loro giornate e superare momenti difficili e fragilità. Cercano le parole, trovano rime, intonano motivetti, suonano gli strumenti musicali, coordinati nel lavoro da animatori, educatori, musicisti e musicoterapisti che operano in queste strutture. Non solo. Previsto anche un concorso canoro in virtù del quale, come se fosse una specie di Festival di Sanremo delle residenze sanitarie per anziani, ci sarà in estate la proclamazione delle canzoni che sono risultate più gradite. È il progetto “Pensieri e Memorie in Canto”, ideato dall’animatore e musicista Nicola Corti all’interno dell’Rsa San Giuseppe del Consorzio Zenit, che dal 1981 opera a Firenze al servizio delle persone più vulnerabili promuovendo numerosi progetti per la socializzazione come questo. Il festival si sta svolgendo nelle Rsa fiorentine San Giuseppe, Gignoro, Paolo VI e Delfino, oltre che al Centro di salute mentale del Quartiere 2 e all’RSP Madre Fernanda.

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Lotta all’inquinamento da plastica


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Terza edizione “Comuni Plastic Free”. L’organizzazione di volontariato “Plastic Free Onlus” ha premiato i Comuni che si sono contraddistinti nel contrastare l’inquinamento da plastica. Sono sette i comuni che hanno ricevuto la massima riconoscenza, tra questi vi troviamo Ferrara, Borgo Virgilio (Mantova), Legnago (Verona), Mogliano Veneto (Treviso), Bacoli (Napoli), Termoli (Campobasso) e Tortora (Cosenza).

Terza edizione “Comuni Plastic Free”. L’organizzazione di volontariato “Plastic Free Onlus” ha premiato i Comuni che si sono contraddistinti nel contrastare l’inquinamento da plastica. Sono sette i comuni che hanno ricevuto la massima riconoscenza, tra questi vi troviamo Ferrara, Borgo Virgilio (Mantova), Legnago (Verona), Mogliano Veneto (Treviso), Bacoli (Napoli), Termoli (Campobasso) e Tortora (Cosenza).

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"Paesaggi Aperti", un progetto di interazione e partecipazione della comunità


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PAESAGGI APERTI è un progetto annuale realizzato in Sicilia dall’Istituto Nazionale di Architettura IN/Arch con la sezione territoriale IN/Arch Sicilia e mira a sviluppare un modello multidisciplinare di formazione e comunicazione delle conoscenze volto a implementare le “Comunità di patrimonio” e, mediante pratiche collaborative nel paesaggio, punterà a valorizzare culture e competenze locali rafforzando la complessa rete di relazioni fisiche, economiche e sociali che attraversano questi territori. Nel rileggere l’approccio partecipativo promosso in Sicilia da Danilo Dolci, PAESAGGI APERTI si basa su processi di comunicazione, partecipazione ed empowerment delle comunità e propone attività che, a partire dall’attuale condizione dell’isola, mirano a restituire identità e appartenenza utilizzando un’organica strategia d’innovazione sociale declinabile in una serie di progetti di rigenerazione e costituzione di “paesaggi aperti” alla comunità mediante un percorso di knowledge sharing che coinvolgerà cittadini, associazioni ed enti pubblici. PAESAGGI APERTI è un progetto di ricerca dell’Istituto Nazionale di Architettura IN/Arch e IN/Arch Sicilia vincitore del bando FRES “Fondo per la ricerca in campo economico e sociale” annualità 2021-22, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

PAESAGGI APERTI è un progetto annuale realizzato in Sicilia dall’Istituto Nazionale di Architettura IN/Arch con la sezione territoriale IN/Arch Sicilia e mira a sviluppare un modello multidisciplinare di formazione e comunicazione delle conoscenze volto a implementare le “Comunità di patrimonio” e, mediante pratiche collaborative nel paesaggio, punterà a valorizzare culture e competenze locali rafforzando la complessa rete di relazioni fisiche, economiche e sociali che attraversano questi territori. Nel rileggere l’approccio partecipativo promosso in Sicilia da Danilo Dolci, PAESAGGI APERTI si basa su processi di comunicazione, partecipazione ed empowerment delle comunità e propone attività che, a partire dall’attuale condizione dell’isola, mirano a restituire identità e appartenenza utilizzando un’organica strategia d’innovazione sociale declinabile in una serie di progetti di rigenerazione e costituzione di “paesaggi aperti” alla comunità mediante un percorso di knowledge sharing che coinvolgerà cittadini, associazioni ed enti pubblici. PAESAGGI APERTI è un progetto di ricerca dell’Istituto Nazionale di Architettura IN/Arch e IN/Arch Sicilia vincitore del bando FRES “Fondo per la ricerca in campo economico e sociale” annualità 2021-22, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

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