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Dillo a Plaple

Sandro Negri, il dottore che aggiusta sogni e dona sorrisi


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A Concorezzo, in Brianza, c’è un uomo che ha deciso di trasformare la sua passione in un gesto di amore concreto. Si chiama Sandro Negri – conosciuto da molti come il dottore dei Cicciobello – e nel suo piccolo laboratorio ripara, cura e rimette al mondo le celebri bambole di tanti bambini. Braccia spezzate, occhi che non si chiudono più, meccanismi inceppati: ogni “paziente” che arriva tra le sue mani riceve un po’ di attenzione, qualche tocco di colla, e soprattutto un grande cuore. Ma la magia non finisce lì. Tutti i ricavi del suo lavoro vengono devoluti ai reparti pediatrici e alle associazioni che si occupano di bambini malati, trasformando così ogni Cicciobello aggiustato in un gesto di solidarietà. Per Sandro, ogni bambola salvata è una metafora della speranza: «Rimettere in sesto un giocattolo significa restituire un sorriso – e se quel sorriso può aiutare un bambino in ospedale, allora vale doppio». La sua officina è diventata un luogo di incontri e di racconti, dove genitori e figli portano non solo bambole rotte ma anche emozioni da condividere. Dietro ogni riparazione c’è la convinzione che il gioco e la tenerezza possano essere medicine potenti, capaci di guarire non solo gli oggetti, ma anche i cuori. Con piccoli gesti e mani gentili, Sandro Negri costruisce un ponte tra infanzia e solidarietà, ricordando a tutti che anche un giocattolo può diventare strumento di bene, se mosso dall’amore.

A Concorezzo, in Brianza, c’è un uomo che ha deciso di trasformare la sua passione in un gesto di amore concreto. Si chiama Sandro Negri – conosciuto da molti come il dottore dei Cicciobello – e nel suo piccolo laboratorio ripara, cura e rimette al mondo le celebri bambole di tanti bambini. Braccia spezzate, occhi che non si chiudono più, meccanismi inceppati: ogni “paziente” che arriva tra le sue mani riceve un po’ di attenzione, qualche tocco di colla, e soprattutto un grande cuore. Ma la magia non finisce lì. Tutti i ricavi del suo lavoro vengono devoluti ai reparti pediatrici e alle associazioni che si occupano di bambini malati, trasformando così ogni Cicciobello aggiustato in un gesto di solidarietà. Per Sandro, ogni bambola salvata è una metafora della speranza: «Rimettere in sesto un giocattolo significa restituire un sorriso – e se quel sorriso può aiutare un bambino in ospedale, allora vale doppio». La sua officina è diventata un luogo di incontri e di racconti, dove genitori e figli portano non solo bambole rotte ma anche emozioni da condividere. Dietro ogni riparazione c’è la convinzione che il gioco e la tenerezza possano essere medicine potenti, capaci di guarire non solo gli oggetti, ma anche i cuori. Con piccoli gesti e mani gentili, Sandro Negri costruisce un ponte tra infanzia e solidarietà, ricordando a tutti che anche un giocattolo può diventare strumento di bene, se mosso dall’amore.

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Dallo zaino nasce la luce


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Innocent James, giovane imprenditore tanzaniano, ha dato vita a un progetto che sta cambiando la vita di molti studenti nelle aree rurali prive di elettricità. La sua iniziativa, chiamata Soma Bags, consiste nella produzione di zaini realizzati con materiali riciclati, come sacchi di cemento usati, e dotati di un pannello solare flessibile cucito all’esterno. Durante il giorno, lo zaino accumula energia solare mentre i bambini percorrono la strada verso la scuola; di sera, questa energia si trasforma in luce, sufficiente per 6-8 ore di studio. L’obiettivo è semplice ma potente: offrire ai ragazzi la possibilità di continuare a leggere e fare i compiti anche dopo il tramonto, senza ricorrere alle lampade a cherosene, costose e dannose per la salute. Il progetto non solo favorisce l’istruzione, ma contribuisce anche alla tutela dell’ambiente, promuovendo il riciclo e riducendo l’uso di combustibili inquinanti. Una soluzione concreta che unisce innovazione, sostenibilità e impatto sociale.

Innocent James, giovane imprenditore tanzaniano, ha dato vita a un progetto che sta cambiando la vita di molti studenti nelle aree rurali prive di elettricità. La sua iniziativa, chiamata Soma Bags, consiste nella produzione di zaini realizzati con materiali riciclati, come sacchi di cemento usati, e dotati di un pannello solare flessibile cucito all’esterno. Durante il giorno, lo zaino accumula energia solare mentre i bambini percorrono la strada verso la scuola; di sera, questa energia si trasforma in luce, sufficiente per 6-8 ore di studio. L’obiettivo è semplice ma potente: offrire ai ragazzi la possibilità di continuare a leggere e fare i compiti anche dopo il tramonto, senza ricorrere alle lampade a cherosene, costose e dannose per la salute. Il progetto non solo favorisce l’istruzione, ma contribuisce anche alla tutela dell’ambiente, promuovendo il riciclo e riducendo l’uso di combustibili inquinanti. Una soluzione concreta che unisce innovazione, sostenibilità e impatto sociale.

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Dare valore al riuso


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Il ReTuna Återbruksgalleria nasce nel 2015 a Eskilstuna, in Svezia, come primo centro commerciale al mondo interamente dedicato al riuso e al riciclo. Qui tutti i prodotti in vendita – mobili, vestiti, elettronica, giocattoli e altro – provengono da donazioni della comunità, vengono riparati, rigenerati o trasformati creativamente. L’iniziativa mira a ridurre i rifiuti e promuovere un’economia circolare, offrendo al tempo stesso oggetti di qualità a prezzi accessibili. Il centro ospita anche corsi, workshop e attività educative legate alla sostenibilità. I vantaggi sono molteplici: minore impatto ambientale, riduzione delle emissioni legate alla produzione di nuovi beni e maggiore consapevolezza dei consumatori.

Il ReTuna Återbruksgalleria nasce nel 2015 a Eskilstuna, in Svezia, come primo centro commerciale al mondo interamente dedicato al riuso e al riciclo. Qui tutti i prodotti in vendita – mobili, vestiti, elettronica, giocattoli e altro – provengono da donazioni della comunità, vengono riparati, rigenerati o trasformati creativamente. L’iniziativa mira a ridurre i rifiuti e promuovere un’economia circolare, offrendo al tempo stesso oggetti di qualità a prezzi accessibili. Il centro ospita anche corsi, workshop e attività educative legate alla sostenibilità. I vantaggi sono molteplici: minore impatto ambientale, riduzione delle emissioni legate alla produzione di nuovi beni e maggiore consapevolezza dei consumatori.

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Nottambula, i vicoli di Genova più sicuri grazie ai cittadini


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Il progetto “Nottambula” è un’iniziativa del Comune di Genova, in collaborazione con la Polizia Locale e volontari cittadini, pensata per aumentare la sicurezza nelle ore notturne, soprattutto nei vicoli del centro storico. Sarà operativo a partire dall’autunno 2025 come parte del piano “Movida” della città. L’iniziativa prevede un servizio di accompagnamento dedicato a chi si sente insicuro, con particolare attenzione a donne e minori, attraverso volontari che possono essere contattati tramite un numero dedicato. “Nottambula” punta non solo a prevenire situazioni di rischio, ma anche a rafforzare la solidarietà tra cittadini, incoraggiando la partecipazione attiva della comunità per rendere più sicuri gli spazi urbani. Oltre alla sicurezza, il progetto promuove la consapevolezza civica e la responsabilità condivisa nella tutela della collettività.

Il progetto “Nottambula” è un’iniziativa del Comune di Genova, in collaborazione con la Polizia Locale e volontari cittadini, pensata per aumentare la sicurezza nelle ore notturne, soprattutto nei vicoli del centro storico. Sarà operativo a partire dall’autunno 2025 come parte del piano “Movida” della città. L’iniziativa prevede un servizio di accompagnamento dedicato a chi si sente insicuro, con particolare attenzione a donne e minori, attraverso volontari che possono essere contattati tramite un numero dedicato. “Nottambula” punta non solo a prevenire situazioni di rischio, ma anche a rafforzare la solidarietà tra cittadini, incoraggiando la partecipazione attiva della comunità per rendere più sicuri gli spazi urbani. Oltre alla sicurezza, il progetto promuove la consapevolezza civica e la responsabilità condivisa nella tutela della collettività.

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Una protesi che ridà speranza


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Asaad ha solo otto anni e arriva da Gaza. Dopo un bombardamento che gli ha portato via la madre, la sorella e parte della famiglia, ha perso la gamba destra ed è stato trasferito a Torino grazie a una missione umanitaria. Qui è stato accolto dai medici dell’Ospedale Regina Margherita che sono riusciti anche a salvargli la vista, gravemente compromessa dalle ferite. Il passo più importante del suo percorso di rinascita è arrivato grazie all’Officina Ortopedica Maria Adelaide, che gli ha donato una protesi di ultima generazione, realizzata con stampa 3D. Un gesto di grande solidarietà che gli ha permesso non solo di tornare a camminare, ma anche di guardare al futuro con più fiducia. La protesi non è soltanto uno strumento medico: rappresenta un simbolo di speranza, di accoglienza e di attenzione verso chi ha subito traumi profondi. La storia di Asaad diventa così un esempio di come la tecnologia, unita alla generosità delle persone e delle istituzioni, possa ridare dignità e possibilità di vita a chi ha perso tanto. Un atto concreto di umanità che mostra come la solidarietà possa fare la differenza, soprattutto nei confronti dei più piccoli.

Asaad ha solo otto anni e arriva da Gaza. Dopo un bombardamento che gli ha portato via la madre, la sorella e parte della famiglia, ha perso la gamba destra ed è stato trasferito a Torino grazie a una missione umanitaria. Qui è stato accolto dai medici dell’Ospedale Regina Margherita che sono riusciti anche a salvargli la vista, gravemente compromessa dalle ferite. Il passo più importante del suo percorso di rinascita è arrivato grazie all’Officina Ortopedica Maria Adelaide, che gli ha donato una protesi di ultima generazione, realizzata con stampa 3D. Un gesto di grande solidarietà che gli ha permesso non solo di tornare a camminare, ma anche di guardare al futuro con più fiducia. La protesi non è soltanto uno strumento medico: rappresenta un simbolo di speranza, di accoglienza e di attenzione verso chi ha subito traumi profondi. La storia di Asaad diventa così un esempio di come la tecnologia, unita alla generosità delle persone e delle istituzioni, possa ridare dignità e possibilità di vita a chi ha perso tanto. Un atto concreto di umanità che mostra come la solidarietà possa fare la differenza, soprattutto nei confronti dei più piccoli.

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Creata la prima batteria termica a sabbia fluidizzata in Italia


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In Campania, a Buccino (Salerno), è stata inaugurata la prima batteria termica a sabbia fluidizzata in Italia. Si tratta di un grande “serbatoio di sabbia” che funziona come una batteria: accumula calore quando c’è energia disponibile e lo restituisce quando serve, producendo vapore utile alle fabbriche senza usare gas o petrolio. Questa sabbia speciale riesce a trattenere il calore per molte ore, un po’ come le pietre di una stufa che restano calde a lungo anche dopo aver spento il fuoco. Grazie a questa tecnologia, un’azienda può avere vapore verde 24 ore su 24, riducendo l’uso di combustibili fossili e quindi l’inquinamento. È un passo concreto verso la transizione energetica, perché: * dimostra che si possono usare materiali semplici e abbondanti (come la sabbia) per immagazzinare energia rinnovabile; * aiuta le industrie a diventare più sostenibili senza rinunciare alla continuità di produzione; * contribuisce a ridurre emissioni di CO₂, in questo caso più di 500 tonnellate l’anno. Il progetto mostra che la tecnologia per sostituire i combustibili fossili esiste già ed è pronta per essere usata su larga scala.

In Campania, a Buccino (Salerno), è stata inaugurata la prima batteria termica a sabbia fluidizzata in Italia. Si tratta di un grande “serbatoio di sabbia” che funziona come una batteria: accumula calore quando c’è energia disponibile e lo restituisce quando serve, producendo vapore utile alle fabbriche senza usare gas o petrolio. Questa sabbia speciale riesce a trattenere il calore per molte ore, un po’ come le pietre di una stufa che restano calde a lungo anche dopo aver spento il fuoco. Grazie a questa tecnologia, un’azienda può avere vapore verde 24 ore su 24, riducendo l’uso di combustibili fossili e quindi l’inquinamento. È un passo concreto verso la transizione energetica, perché: * dimostra che si possono usare materiali semplici e abbondanti (come la sabbia) per immagazzinare energia rinnovabile; * aiuta le industrie a diventare più sostenibili senza rinunciare alla continuità di produzione; * contribuisce a ridurre emissioni di CO₂, in questo caso più di 500 tonnellate l’anno. Il progetto mostra che la tecnologia per sostituire i combustibili fossili esiste già ed è pronta per essere usata su larga scala.

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Uniti per correre, uniti per donare


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La Staffetta di Solidarietà giunge alla sua sesta edizione e ha preso il via martedì 23 settembre dal Centro di Ricerca Pediatrica Città della Speranza di Padova e si concluderà sabato 27 settembre con l’arrivo in Piazza San Pietro a Roma. L’iniziativa, aperta a tutti, unisce lo sport al valore della solidarietà, trasformando ogni chilometro percorso in un gesto concreto di aiuto. Atleti, associazioni e cittadini correranno fianco a fianco per raccogliere fondi a favore di progetti benefici e raccogliere fondi a sostegno dell’Istituto di Ricerca Pediatrica di Padova. La staffetta attraversa diverse città italiane, coinvolgendo comunità e territori in una grande festa collettiva. Un evento che celebra unione, partecipazione e generosità. La novità di questa edizione è la collaborazione con gli atleti della Athletica Vaticana, che partecipano per la prima volta alla staffetta accanto agli atleti dell'Arma dei Carabinieri, in un segno di unità e speranza.

La Staffetta di Solidarietà giunge alla sua sesta edizione e ha preso il via martedì 23 settembre dal Centro di Ricerca Pediatrica Città della Speranza di Padova e si concluderà sabato 27 settembre con l’arrivo in Piazza San Pietro a Roma. L’iniziativa, aperta a tutti, unisce lo sport al valore della solidarietà, trasformando ogni chilometro percorso in un gesto concreto di aiuto. Atleti, associazioni e cittadini correranno fianco a fianco per raccogliere fondi a favore di progetti benefici e raccogliere fondi a sostegno dell’Istituto di Ricerca Pediatrica di Padova. La staffetta attraversa diverse città italiane, coinvolgendo comunità e territori in una grande festa collettiva. Un evento che celebra unione, partecipazione e generosità. La novità di questa edizione è la collaborazione con gli atleti della Athletica Vaticana, che partecipano per la prima volta alla staffetta accanto agli atleti dell'Arma dei Carabinieri, in un segno di unità e speranza.

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La pelle di cactus che potrebbe salvare un miliardo di animali ogni anno


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In Messico, Adrián López Velarde e Marte Cázarez hanno inventato Desserto, una pelle vegana ottenuta dal cactus nopal. Il processo parte dalla raccolta sostenibile delle foglie mature, che vengono tagliate senza danneggiare la pianta. Dopo l’essiccazione al sole, le fibre e le proteine vengono estratte e combinate con resine naturali, dando vita a un materiale resistente, flessibile e parzialmente biodegradabile. I numeri sono impressionanti: da un ettaro di coltivazione si ottengono circa 200 tonnellate di foglie, sufficienti a produrre grandi quantità di materiale; con circa 3 kg di foglie si ricava 1 m² di pelle vegetale, comparabile a una pelle bovina. Se usata su larga scala nell’industria della moda, questa innovazione potrebbe contribuire a risparmiare oltre 1 miliardo di animali ogni anno, riducendo allo stesso tempo l’impatto ambientale della zootecnia e dell’industria conciaria.

In Messico, Adrián López Velarde e Marte Cázarez hanno inventato Desserto, una pelle vegana ottenuta dal cactus nopal. Il processo parte dalla raccolta sostenibile delle foglie mature, che vengono tagliate senza danneggiare la pianta. Dopo l’essiccazione al sole, le fibre e le proteine vengono estratte e combinate con resine naturali, dando vita a un materiale resistente, flessibile e parzialmente biodegradabile. I numeri sono impressionanti: da un ettaro di coltivazione si ottengono circa 200 tonnellate di foglie, sufficienti a produrre grandi quantità di materiale; con circa 3 kg di foglie si ricava 1 m² di pelle vegetale, comparabile a una pelle bovina. Se usata su larga scala nell’industria della moda, questa innovazione potrebbe contribuire a risparmiare oltre 1 miliardo di animali ogni anno, riducendo allo stesso tempo l’impatto ambientale della zootecnia e dell’industria conciaria.

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Sheyna Patel, la giovanissima scienziata che dichiara guerra alle microplastiche


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Sheyna Patel, 14 anni, ha sviluppato un idrogel non tossico capace di catturare e degradare le microplastiche presenti nell’acqua. L’idea è nata osservando l’enorme diffusione di plastica nei mari e la difficoltà di rimuoverla in modo efficace. Attraverso test di laboratorio, il gel ha dimostrato un’efficacia superiore al 93% nella rimozione delle microplastiche PET. La sua invenzione è stata presentata al concorso 3M Young Scientist Challenge 2025, attirando l’attenzione internazionale. La sua idea rivoluzionaria ha trovato consensi a tale concorso, a tal punto che 3M ha trasformato la sua idea in un prototipo reale e pronto ad essere testato.

Sheyna Patel, 14 anni, ha sviluppato un idrogel non tossico capace di catturare e degradare le microplastiche presenti nell’acqua. L’idea è nata osservando l’enorme diffusione di plastica nei mari e la difficoltà di rimuoverla in modo efficace. Attraverso test di laboratorio, il gel ha dimostrato un’efficacia superiore al 93% nella rimozione delle microplastiche PET. La sua invenzione è stata presentata al concorso 3M Young Scientist Challenge 2025, attirando l’attenzione internazionale. La sua idea rivoluzionaria ha trovato consensi a tale concorso, a tal punto che 3M ha trasformato la sua idea in un prototipo reale e pronto ad essere testato.

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PARKITHLON, il primo evento Triathlon per persone con Parkinson


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La Fondazione nasce nel 2014 a opera di LIMPE e ha come principale obiettivo il sostegno alla ricerca medico-scientifica, la formazione e la divulgazione di informazioni sulla malattia di Parkinson, i parkinsonismi, le distonie, le coree (inclusa la corea di Huntington), i tremori, le atassie, i restanti disturbi del movimento e le demenze. L’evento Parkithlon, organizzato dalla Fondazione, vede la partecipazione di oltre 100 partecipanti che si cimenteranno in varie discipline sportive, come il nuoto, ciclismo e corsa con un unico obiettivo: raccogliere fondi per sostenere la ricerca scientifica e sensibilizzare le persone sulla questa malattia.

La Fondazione nasce nel 2014 a opera di LIMPE e ha come principale obiettivo il sostegno alla ricerca medico-scientifica, la formazione e la divulgazione di informazioni sulla malattia di Parkinson, i parkinsonismi, le distonie, le coree (inclusa la corea di Huntington), i tremori, le atassie, i restanti disturbi del movimento e le demenze. L’evento Parkithlon, organizzato dalla Fondazione, vede la partecipazione di oltre 100 partecipanti che si cimenteranno in varie discipline sportive, come il nuoto, ciclismo e corsa con un unico obiettivo: raccogliere fondi per sostenere la ricerca scientifica e sensibilizzare le persone sulla questa malattia.

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L’università degli studi di Perugia inaugura due corsi di laurea sulla sostenibilità ambientale


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L’università degli studi di Perugia ha scelto di aderire al progetto EDUNEXT, per contribuire nella formazione di nuove figure professionali nell’ambito della sostenibilità ambientale. EDUNEXT è un Digital Education Hub (DEH), cioè una rete di collaborazione che coinvolge 35 Università e 5 istituzioni AFAM italiane, supportate da 55 partner esterni tra istituzioni regionali, enti culturali, associazioni e imprese. Il DEH mira a potenziare la capacità del sistema di istruzione superiore italiano nel fornire una formazione di qualità accessibile a tutti attraverso gli strumenti digitali. L'iniziativa si propone di rispondere alle esigenze di innovazione e flessibilità temporale e logistica degli studenti, promuovendo inclusività e aumentando il numero di laureati in Italia. Per fare ciò, l’Unipg ha aperto per l’anno accademico 2025/2026 due corsi di laurea magistrale biennale. I due percorsi in questione sono “Economia e management dello sviluppo sostenibile” e “Ingegneria dei materiali e dei processi sostenibili”. Il primo intende formare professionisti capaci di gestire e promuovere modelli economici innovativi e responsabili, con un approccio integrato alla sostenibilità nei contesti pubblici e privati. Infine, il secondo verterà sulla progettazione e ottimizzazione di materiali e processi produttivi che riducano l'impatto ambientale e ne favoriscano la transizione ecologica delle imprese e dei territori.

L’università degli studi di Perugia ha scelto di aderire al progetto EDUNEXT, per contribuire nella formazione di nuove figure professionali nell’ambito della sostenibilità ambientale. EDUNEXT è un Digital Education Hub (DEH), cioè una rete di collaborazione che coinvolge 35 Università e 5 istituzioni AFAM italiane, supportate da 55 partner esterni tra istituzioni regionali, enti culturali, associazioni e imprese. Il DEH mira a potenziare la capacità del sistema di istruzione superiore italiano nel fornire una formazione di qualità accessibile a tutti attraverso gli strumenti digitali. L'iniziativa si propone di rispondere alle esigenze di innovazione e flessibilità temporale e logistica degli studenti, promuovendo inclusività e aumentando il numero di laureati in Italia. Per fare ciò, l’Unipg ha aperto per l’anno accademico 2025/2026 due corsi di laurea magistrale biennale. I due percorsi in questione sono “Economia e management dello sviluppo sostenibile” e “Ingegneria dei materiali e dei processi sostenibili”. Il primo intende formare professionisti capaci di gestire e promuovere modelli economici innovativi e responsabili, con un approccio integrato alla sostenibilità nei contesti pubblici e privati. Infine, il secondo verterà sulla progettazione e ottimizzazione di materiali e processi produttivi che riducano l'impatto ambientale e ne favoriscano la transizione ecologica delle imprese e dei territori.

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“Rispetto dell'ambiente e legalità sono le risorse del domani per la costruzione di una nuova felicità”


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Angelo Vassallo, detto il sindaco pescatore, guidò per anni il comune cilentano di Pollica con passione e coraggio. Fu un ex pescatore, il quale dedicò la sua vita alla tutela del mare e del paesaggio. Sotto la sua guida, Pollica divenne simbolo di sviluppo sostenibile e qualità della vita. A distanza di 15 anni dalla sua scomparsa la sua memoria e il suo impegno sono rimasti vivi. Tra le varie iniziative vi è quella creata dai figli: la Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore per portare avanti i suoi ideali e il suo impegno nei confronti dell’ambiente. Infine, per onorare la sua memoria, oggi in tutta Italia si pianta un albero per continuare la sua battaglia.

Angelo Vassallo, detto il sindaco pescatore, guidò per anni il comune cilentano di Pollica con passione e coraggio. Fu un ex pescatore, il quale dedicò la sua vita alla tutela del mare e del paesaggio. Sotto la sua guida, Pollica divenne simbolo di sviluppo sostenibile e qualità della vita. A distanza di 15 anni dalla sua scomparsa la sua memoria e il suo impegno sono rimasti vivi. Tra le varie iniziative vi è quella creata dai figli: la Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore per portare avanti i suoi ideali e il suo impegno nei confronti dell’ambiente. Infine, per onorare la sua memoria, oggi in tutta Italia si pianta un albero per continuare la sua battaglia.

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Costruire rampe con i mattoncini Lego per aiutare le persone con disabilità


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Si chiama Rita Ebel e in Germania e stata soprannominata la "Nonna Lego”. A 87 anni ha deciso di trasformare la sua città, unendo creatività e impegno solidale. Grazie a blocchi di Lego donati dalla comunità ha iniziato a costruire rampe Lego per sedie a rotelle in Germania. Un’iniziativa mirata all’accessibilità, dando la possibilità alle persone su sedie a rotelle di poter accedere agli edifici in estrema comodità e sicurezza. L’iniziativa è partita un anno fa e oggi decine di negozi locali stanno aderendo a questa iniziativa solidale.

Si chiama Rita Ebel e in Germania e stata soprannominata la "Nonna Lego”. A 87 anni ha deciso di trasformare la sua città, unendo creatività e impegno solidale. Grazie a blocchi di Lego donati dalla comunità ha iniziato a costruire rampe Lego per sedie a rotelle in Germania. Un’iniziativa mirata all’accessibilità, dando la possibilità alle persone su sedie a rotelle di poter accedere agli edifici in estrema comodità e sicurezza. L’iniziativa è partita un anno fa e oggi decine di negozi locali stanno aderendo a questa iniziativa solidale.

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In Svezia le galline non vivranno più in gabbia


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La Svezia è diventata il primo Paese al mondo in cui non esistono più allevamenti di galline che producono uova in gabbia: Questo importante traguardo è stato raggiunto grazie all'impegno collettivo di consumatori, aziende e associazioni, ma soprattuto senza l’uso di leggi specifiche per imporre il divieto. Un impegno collettivo partito nel 2008, con più di 85 realtà del settore alimentare che si sono impegnate a non usare più uova provenienti da galline allevate in gabbia. Un percorso che ha portato alla creazione di un mercato "cage-free”. Tale mercato ha potuto salvare oltre 17 milioni di galline che vivano in condizioni estreme.

La Svezia è diventata il primo Paese al mondo in cui non esistono più allevamenti di galline che producono uova in gabbia: Questo importante traguardo è stato raggiunto grazie all'impegno collettivo di consumatori, aziende e associazioni, ma soprattuto senza l’uso di leggi specifiche per imporre il divieto. Un impegno collettivo partito nel 2008, con più di 85 realtà del settore alimentare che si sono impegnate a non usare più uova provenienti da galline allevate in gabbia. Un percorso che ha portato alla creazione di un mercato "cage-free”. Tale mercato ha potuto salvare oltre 17 milioni di galline che vivano in condizioni estreme.

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“Facciamo Goal alla Disabilità”


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Il progetto “Facciamo Goal alla Disabilità” nasce nel 2011 con lo scopo di far giocare insieme ragazzi disabili e non, grazie all’aiuto di tecnici specializzati, come psicologi e allenatori, e un percorso didattico-sportivo studiato appositamente per loro. Negli anni il progetto è continuato a crescere e ha coinvolgere più persone, fono a raggiungere un traguardo storico: o scorso anno, a Tirrenia (Pisa), la squadra ha conquistato un prestigioso secondo posto, cedendo solo in finale al Torino. Un traguardo che ha dato orgoglio ai ragazzi, alle famiglie e a tutto lo staff. Attualmente all’interno della squadra vi sono 18 atleti, ma durante la presentazione, il mister ha posto un obiettivo importante che va oltre il rettangolo di gioco: coinvolgere più persone, così da poter creare un miglior contesto di inclusione dove ragazzi e genitori possano sentirsi parte di una comunità.

Il progetto “Facciamo Goal alla Disabilità” nasce nel 2011 con lo scopo di far giocare insieme ragazzi disabili e non, grazie all’aiuto di tecnici specializzati, come psicologi e allenatori, e un percorso didattico-sportivo studiato appositamente per loro. Negli anni il progetto è continuato a crescere e ha coinvolgere più persone, fono a raggiungere un traguardo storico: o scorso anno, a Tirrenia (Pisa), la squadra ha conquistato un prestigioso secondo posto, cedendo solo in finale al Torino. Un traguardo che ha dato orgoglio ai ragazzi, alle famiglie e a tutto lo staff. Attualmente all’interno della squadra vi sono 18 atleti, ma durante la presentazione, il mister ha posto un obiettivo importante che va oltre il rettangolo di gioco: coinvolgere più persone, così da poter creare un miglior contesto di inclusione dove ragazzi e genitori possano sentirsi parte di una comunità.

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Le lunch box del Giubileo dei Giovani vengono donate ai più bisognosi


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Da Tor Vergata un gesto concreto contro la cultura dello scarto. Dopo il Giubileo dei Giovani, grazie all’impegno del Dicastero per l’Evangelizzazione, i prodotti alimentari dei lunch box, non utilizzati durante gli eventi a Tor Vergata, stanno diventando un segno di solidarietà verso i più bisognosi. Il cibo è già stato consegnato ai volontari della Caritas diocesana di Roma, che sono all’opera in questi giorni per distribuire panini e tramezzini freschi attraverso gli Empori della Solidarietà, nelle mense della Comunità di Sant’Egidio, alle suore di Madre Teresa e a diverse altri enti e associazioni solidali. Nelle prossime settimane verranno consegnati anche gli alimenti a lunga conservazione, come scatolame, merendine, succhi di frutta, per sostenere le famiglie più fragili. Anche le colazioni non ritirate saranno consegnate a parrocchie e case famiglia della diocesi.

Da Tor Vergata un gesto concreto contro la cultura dello scarto. Dopo il Giubileo dei Giovani, grazie all’impegno del Dicastero per l’Evangelizzazione, i prodotti alimentari dei lunch box, non utilizzati durante gli eventi a Tor Vergata, stanno diventando un segno di solidarietà verso i più bisognosi. Il cibo è già stato consegnato ai volontari della Caritas diocesana di Roma, che sono all’opera in questi giorni per distribuire panini e tramezzini freschi attraverso gli Empori della Solidarietà, nelle mense della Comunità di Sant’Egidio, alle suore di Madre Teresa e a diverse altri enti e associazioni solidali. Nelle prossime settimane verranno consegnati anche gli alimenti a lunga conservazione, come scatolame, merendine, succhi di frutta, per sostenere le famiglie più fragili. Anche le colazioni non ritirate saranno consegnate a parrocchie e case famiglia della diocesi.

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Da Autobus dismessi a docce per i senza tetto


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Il progetto Lava Mae nasce nel 2014 a San Francisco da un’idea di Doniece Sandoval e ha come obiettivo fornire un servizio di igiene personale essenziale alle persone più vulnerabili della città. Come? Convertendo degli autobus dismessi in "bagni mobili" con cabine doccia e servizi igienico-sanitari: ogni autobus al suo interno ha due docce, dei cui una accessibile in sedie a rotelle, e due bagni. Il progetto negli anni ha ricevuto molti consensi e finanziamento per poter far diventare il progetto ancor più ambizioso: il progetto oggi prende il nome di “Pop-Up Care Villages”. Quest’ultimo è un insieme di progetti innovativi che trasformano spazi pubblici sottoutilizzati in villaggi temporanei di servizi civici e di assistenza, offrendo risorse e supporto alle comunità meno favorite e promuovendo l'interazione sociale.

Il progetto Lava Mae nasce nel 2014 a San Francisco da un’idea di Doniece Sandoval e ha come obiettivo fornire un servizio di igiene personale essenziale alle persone più vulnerabili della città. Come? Convertendo degli autobus dismessi in "bagni mobili" con cabine doccia e servizi igienico-sanitari: ogni autobus al suo interno ha due docce, dei cui una accessibile in sedie a rotelle, e due bagni. Il progetto negli anni ha ricevuto molti consensi e finanziamento per poter far diventare il progetto ancor più ambizioso: il progetto oggi prende il nome di “Pop-Up Care Villages”. Quest’ultimo è un insieme di progetti innovativi che trasformano spazi pubblici sottoutilizzati in villaggi temporanei di servizi civici e di assistenza, offrendo risorse e supporto alle comunità meno favorite e promuovendo l'interazione sociale.

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NO agli spettacoli, Si al benessere degli animali!


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Il Messico ha approvato una legge che vieta l'uso di mammiferi marini, come delfini e balene, negli spettacoli di intrattenimento e attività a scopo di lucro, introducendo la "Ley Mincho". La legge impone la chiusura dei delfinari e il trasferimento degli animali in santuari marini entro 18 mesi, consentendo solo attività di conservazione e ricerca scientifica. Più nel dettaglio: saranno consentite solo le attività di conservazione, ricerca scientifica e programmi di riproduzione legati al ripristino delle popolazioni selvatiche. La legge mira a proteggere i mammiferi marini dalla cattività e dallo sfruttamento commerciale, promuovendo una convivenza più sostenibile tra esseri umani e animali.

Il Messico ha approvato una legge che vieta l'uso di mammiferi marini, come delfini e balene, negli spettacoli di intrattenimento e attività a scopo di lucro, introducendo la "Ley Mincho". La legge impone la chiusura dei delfinari e il trasferimento degli animali in santuari marini entro 18 mesi, consentendo solo attività di conservazione e ricerca scientifica. Più nel dettaglio: saranno consentite solo le attività di conservazione, ricerca scientifica e programmi di riproduzione legati al ripristino delle popolazioni selvatiche. La legge mira a proteggere i mammiferi marini dalla cattività e dallo sfruttamento commerciale, promuovendo una convivenza più sostenibile tra esseri umani e animali.

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Gillbert, il pesce robot che ripulisce gli oceani


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Gilbert è un robot a forma di pesce, creato per affrontare il problema dell'inquinamento da microplastiche negli oceani, laghi e fiumi. Il pesce robot è stato realizzato grazia ad una stampante 3D all'Università del Surrey e ha vinto il "Natural Robotics Contest". Il robot ha una forma simile a un salmone e utilizza le branchie laterali per filtrare l'acqua, trattenendo le microplastiche al suo interno. Ciò che differenzia Gilbert da altre invenzioni tecnologiche per contrastare l’inquinamento è la sua accessibilità. Il progetto, concepito in modo “open-source”, può essere replicato da chiunque disponga di una stampante 3D e di competenze di base in elettronica. Ciò apre la strada a una futura rete di pesci robotici cooperanti, capaci di raccogliere microplastiche e allo stesso tempo fornire dati ambientali, diventando un esempio virtuoso di robotica ambientale sostenibile.

Gilbert è un robot a forma di pesce, creato per affrontare il problema dell'inquinamento da microplastiche negli oceani, laghi e fiumi. Il pesce robot è stato realizzato grazia ad una stampante 3D all'Università del Surrey e ha vinto il "Natural Robotics Contest". Il robot ha una forma simile a un salmone e utilizza le branchie laterali per filtrare l'acqua, trattenendo le microplastiche al suo interno. Ciò che differenzia Gilbert da altre invenzioni tecnologiche per contrastare l’inquinamento è la sua accessibilità. Il progetto, concepito in modo “open-source”, può essere replicato da chiunque disponga di una stampante 3D e di competenze di base in elettronica. Ciò apre la strada a una futura rete di pesci robotici cooperanti, capaci di raccogliere microplastiche e allo stesso tempo fornire dati ambientali, diventando un esempio virtuoso di robotica ambientale sostenibile.

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In Nuova Zelanda un habitat migliore grazie al progetto di rewilding


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La Nuova Zelanda ha avviato il progetto di rewilding di 3 isole subantartiche affinché diventino rifugi sicuri per la fauna selvatica autoctona come il kiwi bruno di Tokoeka e l'albatro delle isole Chatham, specie che non si trovano in nessun'altra parte del mondo. Il Dipartimento per la Conservazione e il Chatham Islands Landscape Restoration Trust hanno aderito all'Island-Ocean Connection Challenge (IOCC) per potenziare gli sforzi di conservazione sulle isole subantartiche di Maukahuka/Auckland, Rakiura/Stewart e Chatham. Il governo neozelandese, Ngāi Tahu, Moriori, Ngāti Mutanga o Wharekauri e i partner della comunità hanno unito le forze per attuare questo progetto di riqualificazione, che proteggerà la fauna selvatica minacciata e ripristinerà gli ecosistemi insulari, migliorandone la resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici. L'IOCC, guidato da Island Conservation, Rewild e Scripps Institution of Oceanography, mira a ripristinare almeno 40 ecosistemi oceanici insulari in tutto il mondo entro il 2030.

La Nuova Zelanda ha avviato il progetto di rewilding di 3 isole subantartiche affinché diventino rifugi sicuri per la fauna selvatica autoctona come il kiwi bruno di Tokoeka e l'albatro delle isole Chatham, specie che non si trovano in nessun'altra parte del mondo. Il Dipartimento per la Conservazione e il Chatham Islands Landscape Restoration Trust hanno aderito all'Island-Ocean Connection Challenge (IOCC) per potenziare gli sforzi di conservazione sulle isole subantartiche di Maukahuka/Auckland, Rakiura/Stewart e Chatham. Il governo neozelandese, Ngāi Tahu, Moriori, Ngāti Mutanga o Wharekauri e i partner della comunità hanno unito le forze per attuare questo progetto di riqualificazione, che proteggerà la fauna selvatica minacciata e ripristinerà gli ecosistemi insulari, migliorandone la resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici. L'IOCC, guidato da Island Conservation, Rewild e Scripps Institution of Oceanography, mira a ripristinare almeno 40 ecosistemi oceanici insulari in tutto il mondo entro il 2030.

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Piantare 1 milione di alberi in un solo giorno


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La campagna “One Million Trees” si inserisce nel più ampio National Greening Programme, attraverso cui il governo si impegna a piantare 10 milioni di alberi entro il 2026. Il piano prevede una ripartizione equilibrata: il 60% saranno alberi da frutto, in grado di contribuire alla sicurezza alimentare, e il 40% specie autoctone, fondamentali per la conservazione degli ecosistemi. “One Million Trees" non è solo una grande sfida che guarda alla crisi climatica, ma una grande giornata di inclusone: cittadini, istituzioni, imprese, scuole, ONG e comunità religiose sono chiamati a partecipare e a a collaborare nella piantumazione degli alberi. Infatti, in data odierna è anche la ricorrenza dell’Heritage Day, per celebra la diversità culturale e l’identità del Sudafrica. La campagna è stata lanciata dalla viceministra dell'Ambiente, Bernice Swarts.

La campagna “One Million Trees” si inserisce nel più ampio National Greening Programme, attraverso cui il governo si impegna a piantare 10 milioni di alberi entro il 2026. Il piano prevede una ripartizione equilibrata: il 60% saranno alberi da frutto, in grado di contribuire alla sicurezza alimentare, e il 40% specie autoctone, fondamentali per la conservazione degli ecosistemi. “One Million Trees" non è solo una grande sfida che guarda alla crisi climatica, ma una grande giornata di inclusone: cittadini, istituzioni, imprese, scuole, ONG e comunità religiose sono chiamati a partecipare e a a collaborare nella piantumazione degli alberi. Infatti, in data odierna è anche la ricorrenza dell’Heritage Day, per celebra la diversità culturale e l’identità del Sudafrica. La campagna è stata lanciata dalla viceministra dell'Ambiente, Bernice Swarts.

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La tecnologia al servizio dell’ambiente


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Si chiamano DJI FlyCart 30 e sono dei droni capaci di volari ad alte quote e capaci di trasportare carichi fino a 40 Kg. La Startup locale “Airlift Technology” ha avuto l’idea di sfruttare queste innovazioni tecnologiche per dare il via a questa iniziativa, dando così una mano significativa al governo del Nepal nella tutela ambientale dell'Himalaya. Il progetto non si limita solamente alla rimozioni di rifiuti lasciati sull’Everest dagli escursionisti, ma permette di ridurre drasticamente anche l’inquinamento atmosferico: l'uso dei droni contribuisce a ridurre la necessità degli elicotteri, che sono più costosi, rumorosi e ovviamente hanno un maggiore impatto ambientale.

Si chiamano DJI FlyCart 30 e sono dei droni capaci di volari ad alte quote e capaci di trasportare carichi fino a 40 Kg. La Startup locale “Airlift Technology” ha avuto l’idea di sfruttare queste innovazioni tecnologiche per dare il via a questa iniziativa, dando così una mano significativa al governo del Nepal nella tutela ambientale dell'Himalaya. Il progetto non si limita solamente alla rimozioni di rifiuti lasciati sull’Everest dagli escursionisti, ma permette di ridurre drasticamente anche l’inquinamento atmosferico: l'uso dei droni contribuisce a ridurre la necessità degli elicotteri, che sono più costosi, rumorosi e ovviamente hanno un maggiore impatto ambientale.

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Tende vegetali per diminuire l’inquinamento nelle città


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Questo sistema di piante vive sono solitamente coltivate con tecnica idroponica e successivamente montate su una struttura portante in punti delle città dove non possono essere piantati degli alberi. Una tecnica che può aiutare nella lotta all’inquinamento nelle grandi città offrendo nuove soluzioni di climatizzazione naturale, migliorare la qualità dell’aria, ma soprattutto offe un contributo importante nel contrastare il fenomeno delle isole di calore.

Questo sistema di piante vive sono solitamente coltivate con tecnica idroponica e successivamente montate su una struttura portante in punti delle città dove non possono essere piantati degli alberi. Una tecnica che può aiutare nella lotta all’inquinamento nelle grandi città offrendo nuove soluzioni di climatizzazione naturale, migliorare la qualità dell’aria, ma soprattutto offe un contributo importante nel contrastare il fenomeno delle isole di calore.

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Giornata internazionale dell'amicizia


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Il 30 Luglio ricorre la Giornata internazionale dell'amicizia, proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite attraverso la risoluzione A/RES/65/275[1] nel 2011. Un richiamo agli scopi ed agli obiettivi della Dichiarazione e del Programma d'azione su una cultura della pace. La Giornata celebra l'amicizia tra popoli, paesi, culture e individui, con l'idea che possa ispirare gli sforzi di pace e offrire l'opportunità di costruire ponti tra le comunità. L'Assemblea Generale nel documento riconosce l'importanza dell'amicizia come "sentimento nobile e prezioso nella vita degli esseri umani in tutto il mondo". Convinti dell'importanza di coinvolgere i giovani e futuri leader nelle attività della comunità volte a includere il rispetto per le diverse culture, la comprensione internazionale, il rispetto della diversità e una cultura della pace

Il 30 Luglio ricorre la Giornata internazionale dell'amicizia, proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite attraverso la risoluzione A/RES/65/275[1] nel 2011. Un richiamo agli scopi ed agli obiettivi della Dichiarazione e del Programma d'azione su una cultura della pace. La Giornata celebra l'amicizia tra popoli, paesi, culture e individui, con l'idea che possa ispirare gli sforzi di pace e offrire l'opportunità di costruire ponti tra le comunità. L'Assemblea Generale nel documento riconosce l'importanza dell'amicizia come "sentimento nobile e prezioso nella vita degli esseri umani in tutto il mondo". Convinti dell'importanza di coinvolgere i giovani e futuri leader nelle attività della comunità volte a includere il rispetto per le diverse culture, la comprensione internazionale, il rispetto della diversità e una cultura della pace

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