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Aosta in prima fila nella ricerca per le cure a lesioni del midollo spinale


Wings for Life World Run porta in Italia l'evento di corsa benefica

Wings for Life sostiene la ricerca all'avanguardia in tutto il mondo per trovare una cura per le lesioni del midollo spinale. Una corsa unica nel suo genere per tutti, sia runner che partecipanti in carrozzina. Invece del traguardo, tutti i partecipanti correranno insieme per tenere testa alla Catcher Car virtuale. Ora per l'undicesimo anno, il 4 maggio 2025 i partecipanti della Wings for Life World Run a Italia potranno correre insieme a Aosta. La nuova edizione è stata possibile grazie all’iniziativa di Samuele Buffa e Leonardo Lotto. Quest’ultimo è un giovane valdostano rimasto paralizzato in seguito a un incidente in Australia nel 2023 e oggi è impegnato attivamente nella sensibilizzazione sul tema delle lesioni al midollo spinale.

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Wings for Life World Run porta in Italia l'evento di corsa benefica Wings for Life sostiene la ricerca all'avanguardia in tutto il mondo per trovare una cura per le lesioni del midollo spinale. Una corsa unica nel suo genere per tutti, sia runner che partecipanti in carrozzina. Invece del traguardo, tutti i partecipanti correranno insieme per tenere testa alla Catcher Car virtuale. Ora per l'undicesimo anno, il 4 maggio 2025 i partecipanti della Wings for Life World Run a Italia potranno correre insieme a Aosta. La nuova edizione è stata possibile grazie all’iniziativa di Samuele Buffa e Leonardo Lotto. Quest’ultimo è un giovane valdostano rimasto paralizzato in seguito a un incidente in Australia nel 2023 e oggi è impegnato attivamente nella sensibilizzazione sul tema delle lesioni al midollo spinale.

Dillo a Plaple

“Speriamo di donare serenità ai bambini”


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All’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma il Natale è arrivato dall’alto, in modo davvero speciale. Alcuni volontari, travestiti da Babbo Natale, si sono calati lungo le pareti dell’ospedale utilizzando corde e imbracature, sorprendendo i bambini ricoverati che li attendevano affacciati alle finestre. L’iniziativa ha trasformato per qualche ora il reparto in un luogo di stupore e sorrisi, portando un momento di leggerezza a chi sta affrontando un periodo delicato lontano da casa. Tra saluti, regali simbolici e gesti di incoraggiamento, i piccoli pazienti hanno potuto vivere un’esperienza diversa dal solito, capace di spezzare la routine ospedaliera e regalare un ricordo positivo alle famiglie presenti.

All’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma il Natale è arrivato dall’alto, in modo davvero speciale. Alcuni volontari, travestiti da Babbo Natale, si sono calati lungo le pareti dell’ospedale utilizzando corde e imbracature, sorprendendo i bambini ricoverati che li attendevano affacciati alle finestre. L’iniziativa ha trasformato per qualche ora il reparto in un luogo di stupore e sorrisi, portando un momento di leggerezza a chi sta affrontando un periodo delicato lontano da casa. Tra saluti, regali simbolici e gesti di incoraggiamento, i piccoli pazienti hanno potuto vivere un’esperienza diversa dal solito, capace di spezzare la routine ospedaliera e regalare un ricordo positivo alle famiglie presenti.

Dillo a Plaple

Nuove riserve indigene in Brasile


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Il governo del Brasile ha annunciato la creazione di 10 nuove aree protette destinate alle popolazioni indigene, come parte di un impegno più ampio per tutelare i territori tradizionali e la biodiversità. Queste demarcazioni riguardano regioni distribuite in diversi stati e rappresentano un passo concreto nella protezione dei diritti territoriali dei popoli indigeni. Nel complesso, le terre indigene riconosciute in Brasile superano i 117 milioni di ettari, rendendo il paese uno dei più importanti al mondo per superficie protetta a tutela di culture e biodiversità. L’iniziativa è stata annunciata in occasione di eventi internazionali come la COP30 e si inserisce in una strategia più ampia per prevenire la deforestazione illegale e promuovere pratiche sostenibili di gestione del territorio. Le nuove aree protette includono foreste, fiumi e zone ricche di biodiversità, fondamentali anche per il bilancio climatico globale. Oltre alla protezione ambientale, le misure rafforzano la sicurezza e la sovranità dei popoli indigeni, consentendo loro di praticare attività tradizionali senza minacce esterne. Queste iniziative evidenziano come la tutela delle comunità indigene e della natura siano strettamente interconnesse e cruciali per la sostenibilità globale.

Il governo del Brasile ha annunciato la creazione di 10 nuove aree protette destinate alle popolazioni indigene, come parte di un impegno più ampio per tutelare i territori tradizionali e la biodiversità. Queste demarcazioni riguardano regioni distribuite in diversi stati e rappresentano un passo concreto nella protezione dei diritti territoriali dei popoli indigeni. Nel complesso, le terre indigene riconosciute in Brasile superano i 117 milioni di ettari, rendendo il paese uno dei più importanti al mondo per superficie protetta a tutela di culture e biodiversità. L’iniziativa è stata annunciata in occasione di eventi internazionali come la COP30 e si inserisce in una strategia più ampia per prevenire la deforestazione illegale e promuovere pratiche sostenibili di gestione del territorio. Le nuove aree protette includono foreste, fiumi e zone ricche di biodiversità, fondamentali anche per il bilancio climatico globale. Oltre alla protezione ambientale, le misure rafforzano la sicurezza e la sovranità dei popoli indigeni, consentendo loro di praticare attività tradizionali senza minacce esterne. Queste iniziative evidenziano come la tutela delle comunità indigene e della natura siano strettamente interconnesse e cruciali per la sostenibilità globale.

Dillo a Plaple

Nuova vita ai coralli marini


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Scienziati italiani in prima linea nella salvaguardia degli habitat grazie all’uso di nuove tecniche per ripristinare i coralli danneggiati Un team di scienziati italiani, coordinato dall’Università di Milano-Bicocca, dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e dall’Acquario di Genova, ha sviluppato nuove tecniche per il ripristino dei coralli danneggiati. Tra queste figurano materiali innovativi come una biopasta ecologica che consente ai frammenti di corallo di ancorarsi rapidamente e crescere nelle aree degradate. Queste tecniche permettono di accelerare il processo naturale di rigenerazione, contrastando la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi marini. I ricercatori hanno testato le soluzioni in laboratori e in mare aperto, ottenendo risultati promettenti per il ripristino delle barriere coralline. L’iniziativa si inserisce in un contesto globale di protezione marina, dove il riscaldamento degli oceani e l’inquinamento mettono a rischio milioni di specie. Gli esperti sottolineano l’importanza di un approccio combinato, che includa ricerca scientifica, sensibilizzazione pubblica e regolamentazioni internazionali. Il progetto punta anche a formare nuove generazioni di biologi marini e a diffondere le tecniche sviluppate a livello globale. Inoltre, si stanno sviluppando protocolli per replicare le operazioni in altre aree degradate, aumentando l’impatto positivo sulla salute degli oceani.

Scienziati italiani in prima linea nella salvaguardia degli habitat grazie all’uso di nuove tecniche per ripristinare i coralli danneggiati Un team di scienziati italiani, coordinato dall’Università di Milano-Bicocca, dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e dall’Acquario di Genova, ha sviluppato nuove tecniche per il ripristino dei coralli danneggiati. Tra queste figurano materiali innovativi come una biopasta ecologica che consente ai frammenti di corallo di ancorarsi rapidamente e crescere nelle aree degradate. Queste tecniche permettono di accelerare il processo naturale di rigenerazione, contrastando la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi marini. I ricercatori hanno testato le soluzioni in laboratori e in mare aperto, ottenendo risultati promettenti per il ripristino delle barriere coralline. L’iniziativa si inserisce in un contesto globale di protezione marina, dove il riscaldamento degli oceani e l’inquinamento mettono a rischio milioni di specie. Gli esperti sottolineano l’importanza di un approccio combinato, che includa ricerca scientifica, sensibilizzazione pubblica e regolamentazioni internazionali. Il progetto punta anche a formare nuove generazioni di biologi marini e a diffondere le tecniche sviluppate a livello globale. Inoltre, si stanno sviluppando protocolli per replicare le operazioni in altre aree degradate, aumentando l’impatto positivo sulla salute degli oceani.

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Tecnologie contro l’inquinamento oceanico


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Il progetto The Ocean Cleanup, fondato nei Paesi Bassi, continua a essere tra le iniziative più ambiziose al mondo per la lotta contro l’inquinamento da plastica. Grazie a tecnologie innovative come i sistemi galleggianti e le barriere fluviali, l’organizzazione ha rimosso finora oltre 30 milioni di chilogrammi di rifiuti plastici da oceani e fiumi. Oltre alla raccolta diretta, il progetto lavora anche sulla prevenzione, installando barriere nei fiumi chiave prima che la plastica raggiunga il mare. I dati raccolti dall’organizzazione aiutano a mappare le principali aree di accumulo di rifiuti e a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’urgenza del problema. The Ocean Cleanup collabora con università, governi e aziende per migliorare continuamente l’efficacia delle tecnologie impiegate. Ogni intervento è monitorato in tempo reale, garantendo sicurezza per la fauna marina e minimizzando l’impatto ambientale. L’obiettivo a lungo termine è ridurre drasticamente la plastica negli oceani entro i prossimi decenni. Progetti paralleli promuovono la ricerca su materiali biodegradabili e soluzioni circolari per la plastica. La comunicazione internazionale del progetto punta a coinvolgere cittadini e stakeholder in azioni concrete di tutela ambientale.

Il progetto The Ocean Cleanup, fondato nei Paesi Bassi, continua a essere tra le iniziative più ambiziose al mondo per la lotta contro l’inquinamento da plastica. Grazie a tecnologie innovative come i sistemi galleggianti e le barriere fluviali, l’organizzazione ha rimosso finora oltre 30 milioni di chilogrammi di rifiuti plastici da oceani e fiumi. Oltre alla raccolta diretta, il progetto lavora anche sulla prevenzione, installando barriere nei fiumi chiave prima che la plastica raggiunga il mare. I dati raccolti dall’organizzazione aiutano a mappare le principali aree di accumulo di rifiuti e a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’urgenza del problema. The Ocean Cleanup collabora con università, governi e aziende per migliorare continuamente l’efficacia delle tecnologie impiegate. Ogni intervento è monitorato in tempo reale, garantendo sicurezza per la fauna marina e minimizzando l’impatto ambientale. L’obiettivo a lungo termine è ridurre drasticamente la plastica negli oceani entro i prossimi decenni. Progetti paralleli promuovono la ricerca su materiali biodegradabili e soluzioni circolari per la plastica. La comunicazione internazionale del progetto punta a coinvolgere cittadini e stakeholder in azioni concrete di tutela ambientale.

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Firenze aiuta le famiglie bisognose


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In occasione delle feste torna l’iniziativa “Giocattolo sospeso”, per regalare un sorriso ai bambini in difficoltà A Firenze torna l’iniziativa solidale del “Giocattolo sospeso”, con l’obiettivo di portare regali e sorrisi ai bambini delle famiglie in difficoltà. Nei negozi aderenti si possono lasciare doni che verranno raccolti e distribuiti alle famiglie prima delle festività natalizie. La campagna si ispira alla tradizione del “caffè sospeso”, un gesto semplice ma simbolico di altruismo e partecipazione collettiva. L’iniziativa coinvolge cittadini, negozi, associazioni e scuole, creando una rete di solidarietà che supera la difficoltà economica e favorisce la coesione sociale. Ogni giocattolo donato rappresenta un piccolo contributo concreto a sostegno dei bambini più vulnerabili. L’evento mira anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di gesti quotidiani di solidarietà e attenzione verso chi è in difficoltà. Il ritorno dell’iniziativa nel 2025 sottolinea come la città di Firenze voglia mantenere vivo lo spirito di condivisione e responsabilità sociale. Inoltre, l’organizzazione prevede anche momenti di animazione e laboratori per i bambini che ricevono i regali. L’iniziativa si conferma così un esempio virtuoso di come le comunità possano unirsi per generare impatto positivo reale.

In occasione delle feste torna l’iniziativa “Giocattolo sospeso”, per regalare un sorriso ai bambini in difficoltà A Firenze torna l’iniziativa solidale del “Giocattolo sospeso”, con l’obiettivo di portare regali e sorrisi ai bambini delle famiglie in difficoltà. Nei negozi aderenti si possono lasciare doni che verranno raccolti e distribuiti alle famiglie prima delle festività natalizie. La campagna si ispira alla tradizione del “caffè sospeso”, un gesto semplice ma simbolico di altruismo e partecipazione collettiva. L’iniziativa coinvolge cittadini, negozi, associazioni e scuole, creando una rete di solidarietà che supera la difficoltà economica e favorisce la coesione sociale. Ogni giocattolo donato rappresenta un piccolo contributo concreto a sostegno dei bambini più vulnerabili. L’evento mira anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di gesti quotidiani di solidarietà e attenzione verso chi è in difficoltà. Il ritorno dell’iniziativa nel 2025 sottolinea come la città di Firenze voglia mantenere vivo lo spirito di condivisione e responsabilità sociale. Inoltre, l’organizzazione prevede anche momenti di animazione e laboratori per i bambini che ricevono i regali. L’iniziativa si conferma così un esempio virtuoso di come le comunità possano unirsi per generare impatto positivo reale.

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“Un filo che unisce tutta la comunità”


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A Marigliano, in provincia di Napoli, nei giorni che precedono il Natale è stato realizzato un albero di Natale all’uncinetto, frutto di un progetto collettivo che ha coinvolto cittadini e volontari del territorio. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di valorizzare la partecipazione comunitaria e richiamare i temi della memoria, della condivisione e della solidarietà. L’albero, composto da elementi realizzati manualmente, rappresenta il risultato di un lavoro condiviso che ha visto la collaborazione di persone di età ed esperienze diverse. Il progetto si inserisce in un percorso di socialità e inclusione, volto a promuovere la cooperazione e il senso di appartenenza alla comunità locale. L’iniziativa va oltre l’aspetto decorativo e assume un valore simbolico, legato alla riscoperta delle tradizioni artigianali e alla capacità di creare occasioni di incontro e partecipazione. Attraverso un’attività manuale semplice e accessibile, il progetto ha favorito il dialogo tra generazioni e la condivisione di competenze. Esperienze simili sono presenti anche in altre città italiane, dove l’utilizzo di tecniche artigianali viene spesso impiegato come strumento di aggregazione sociale e valorizzazione del territorio. L’albero di Natale all’uncinetto realizzato a Marigliano si configura quindi come un’iniziativa che unisce dimensione culturale e sociale, contribuendo a rafforzare i legami all’interno della comunità durante il periodo natalizio. A promuovere l’iniziativa è stato il circolo PER Marigliano, su proposta di Brigida La Marca, appassionata della nobile arte dell’uncinetto e che ha ideato il percorso artigianale, nato dal desiderio di valorizzare il senso di appartenenza e di comunità.

A Marigliano, in provincia di Napoli, nei giorni che precedono il Natale è stato realizzato un albero di Natale all’uncinetto, frutto di un progetto collettivo che ha coinvolto cittadini e volontari del territorio. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di valorizzare la partecipazione comunitaria e richiamare i temi della memoria, della condivisione e della solidarietà. L’albero, composto da elementi realizzati manualmente, rappresenta il risultato di un lavoro condiviso che ha visto la collaborazione di persone di età ed esperienze diverse. Il progetto si inserisce in un percorso di socialità e inclusione, volto a promuovere la cooperazione e il senso di appartenenza alla comunità locale. L’iniziativa va oltre l’aspetto decorativo e assume un valore simbolico, legato alla riscoperta delle tradizioni artigianali e alla capacità di creare occasioni di incontro e partecipazione. Attraverso un’attività manuale semplice e accessibile, il progetto ha favorito il dialogo tra generazioni e la condivisione di competenze. Esperienze simili sono presenti anche in altre città italiane, dove l’utilizzo di tecniche artigianali viene spesso impiegato come strumento di aggregazione sociale e valorizzazione del territorio. L’albero di Natale all’uncinetto realizzato a Marigliano si configura quindi come un’iniziativa che unisce dimensione culturale e sociale, contribuendo a rafforzare i legami all’interno della comunità durante il periodo natalizio. A promuovere l’iniziativa è stato il circolo PER Marigliano, su proposta di Brigida La Marca, appassionata della nobile arte dell’uncinetto e che ha ideato il percorso artigianale, nato dal desiderio di valorizzare il senso di appartenenza e di comunità.

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Un Cammino di Santiago più pulito e green


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Nel 2024 una pellegrina, Lorie Solis, ha deciso di trasformare il suo viaggio sul Camino de Santiago in una missione ambientale: ripulire il sentiero dai rifiuti che ogni anno migliaia di pellegrini lasciano sul percorso. Con un carrello autocostruito, Lorie ha percorso i 779 km del Camino Francés, raccogliendo bottiglie, lattine, plastica, carta e altri scarti abbandonati nei boschi e lungo le strade rurali. In totale ha raccolto quasi 94 kg di rifiuti, documentando tutto per sensibilizzare i camminatori. La sua iniziativa — “Camino limpio, corazón contento” — è diventata un simbolo di responsabilità individuale e ha attirato l’attenzione di associazioni ambientali come Ecoembes, che da anni promuovono la tutela del Cammino. Il gesto di Lorie ha mostrato come un’esperienza spirituale possa diventare anche un atto concreto di protezione della natura, ricordando che ogni pellegrino lascia un’impronta: decidere che sia positiva è possibile.

Nel 2024 una pellegrina, Lorie Solis, ha deciso di trasformare il suo viaggio sul Camino de Santiago in una missione ambientale: ripulire il sentiero dai rifiuti che ogni anno migliaia di pellegrini lasciano sul percorso. Con un carrello autocostruito, Lorie ha percorso i 779 km del Camino Francés, raccogliendo bottiglie, lattine, plastica, carta e altri scarti abbandonati nei boschi e lungo le strade rurali. In totale ha raccolto quasi 94 kg di rifiuti, documentando tutto per sensibilizzare i camminatori. La sua iniziativa — “Camino limpio, corazón contento” — è diventata un simbolo di responsabilità individuale e ha attirato l’attenzione di associazioni ambientali come Ecoembes, che da anni promuovono la tutela del Cammino. Il gesto di Lorie ha mostrato come un’esperienza spirituale possa diventare anche un atto concreto di protezione della natura, ricordando che ogni pellegrino lascia un’impronta: decidere che sia positiva è possibile.

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Dal salotto alla foresta, la nuova vita degli alberi di Natale vivi


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Nel Regno Unito un innovativo servizio natalizio sta rivoluzionando il concetto di sostenibilità: gli alberi di Natale non vengono più tagliati e smaltiti, ma noleggiati vivi e successivamente rimpiantati nelle foreste. Una volta terminato il periodo festivo, gli abeti vengono raccolti, riportati nei vivai e curati fino alla stagione successiva. Quando l’albero supera i 2 metri e non può più essere utilizzato nelle case, inizia la sua “pensione verde”: viene trasferito in un’area boschiva dove continua a crescere, contribuendo all’assorbimento di CO₂ e al ripristino degli ecosistemi locali. Il modello riduce drasticamente gli sprechi, evita il taglio di migliaia di alberi ogni anno e trasforma una tradizione in un gesto concreto per il pianeta. Un esempio virtuoso di economia circolare applicata al Natale, capace di unire festa e tutela ambientale.

Nel Regno Unito un innovativo servizio natalizio sta rivoluzionando il concetto di sostenibilità: gli alberi di Natale non vengono più tagliati e smaltiti, ma noleggiati vivi e successivamente rimpiantati nelle foreste. Una volta terminato il periodo festivo, gli abeti vengono raccolti, riportati nei vivai e curati fino alla stagione successiva. Quando l’albero supera i 2 metri e non può più essere utilizzato nelle case, inizia la sua “pensione verde”: viene trasferito in un’area boschiva dove continua a crescere, contribuendo all’assorbimento di CO₂ e al ripristino degli ecosistemi locali. Il modello riduce drasticamente gli sprechi, evita il taglio di migliaia di alberi ogni anno e trasforma una tradizione in un gesto concreto per il pianeta. Un esempio virtuoso di economia circolare applicata al Natale, capace di unire festa e tutela ambientale.

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Messaggi e voci contro la violenza, perché “l’amore è un’altra cosa”


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All’ingresso del Centro Donna dell’ospedale San Giuseppe c’è un albero che non ha foglie, ma parole. Parole brevi, pensieri scritti in fretta, frasi nate da un ricordo o da una ferita. Oggi, 25 novembre, quell’albero è diventato il punto attorno a cui si è raccolta la comunità dell’ospedale di Empoli per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.   L’incontro ha messo insieme operatori, utenti e cittadini in uno spazio pensato per fermarsi, ascoltare e capire. Ad aprire il momento è stata la lettura dell’attore Dario Spinelli, che ha portato un brano tratto dal libro “L’ho uccisa perché l’amavo” di Michela Murgia e Loredana Lipperini. Un testo diretto, che parla del femminicidio senza giri di parole e smonta l’idea distorta che possa nascondersi dietro un finto “amore”. La lettura ha aperto uno spazio di silenzio e ascolto, utile a riportare al centro la realtà dei fatti e la responsabilità culturale che riguarda tutta la comunità. Subito dopo sono stati condivisi alcuni dei messaggi lasciati sull'“Albero delle Parole”. L’albero, collocato da giorni negli spazi antistanti il Centro Donna, si è riempito grazie ai post-it appesi da uomini e donne, operatori e utenti. Ognuno ha lasciato un "fiore-parola", trasformando un gesto semplice in un segno comune di consapevolezza. Tra quei messaggi c’è la storia di una donna che ha scritto poche righe sul suo passato: il dramma, la fuga improvvisa "con pochi vestiti e con i bambini", poi il lungo percorso che l’ha portata a ritrovare sicurezza e a vivere un amore nuovo. Un'altra donna ha ricordato che la violenza non lascia sempre lividi, perché può essere mentale, emotiva, economica, sociale. Qualcuno ha scritto il proprio “no” alla violenza verbale sul posto di lavoro, segnalando un tema spesso taciuto.   Accanto ai racconti più duri ci sono parole di sostegno e incoraggiamento: “ti meriti la felicità”, “l’amore non è violenza”, “la luce delle donne rende il mondo migliore”. Altri messaggi diventano ammonimenti chiari: “la libertà è un diritto, non devo imparare a difendermi dagli uomini, sono loro che devono imparare ad amare”, oppure “il silenzio è violenza”, “la violenza è anche negli sguardi”. C’è chi ha scritto una frase che ritorna spesso nelle campagne di sensibilizzazione: “non è amore se fa male, la violenza non è mai giustificabile”. A leggere i messaggi sono stati la direttrice del PO Francesca Bellini e lo pneumologo Alessio Garcea, i dottori Matteo Bastiani e Giuseppe Carello della Direzione sanitaria del presidio empolese, il professor Roberto Bernardini direttore della Pediatria, il professor Roberto Tarquini direttore della Medicina interna 1, il dottor Filippo Pelagatti responsabile della Farmacia ospedaliera, il dottor Massimo Calistri direttore della Chirurgia generale, la dottoressa Giuditta Martelli della Psicologia ospedaliera e lo pneumologo Marco De Martino.   La lettura collettiva dei messaggi ha chiuso il cerchio della giornata: un gesto semplice, ma utile a dare voce a esperienze, paure, desideri e responsabilità condivise. Ognuna delle parole appese all’albero ricorda che la violenza di genere non è un fatto privato, ma un fenomeno che riguarda tutti.   E tra i tanti pensieri lasciati, uno è rimasto come sintesi e monito, limpido nella sua essenza: L’amore è un’altra cosa.

All’ingresso del Centro Donna dell’ospedale San Giuseppe c’è un albero che non ha foglie, ma parole. Parole brevi, pensieri scritti in fretta, frasi nate da un ricordo o da una ferita. Oggi, 25 novembre, quell’albero è diventato il punto attorno a cui si è raccolta la comunità dell’ospedale di Empoli per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.   L’incontro ha messo insieme operatori, utenti e cittadini in uno spazio pensato per fermarsi, ascoltare e capire. Ad aprire il momento è stata la lettura dell’attore Dario Spinelli, che ha portato un brano tratto dal libro “L’ho uccisa perché l’amavo” di Michela Murgia e Loredana Lipperini. Un testo diretto, che parla del femminicidio senza giri di parole e smonta l’idea distorta che possa nascondersi dietro un finto “amore”. La lettura ha aperto uno spazio di silenzio e ascolto, utile a riportare al centro la realtà dei fatti e la responsabilità culturale che riguarda tutta la comunità. Subito dopo sono stati condivisi alcuni dei messaggi lasciati sull'“Albero delle Parole”. L’albero, collocato da giorni negli spazi antistanti il Centro Donna, si è riempito grazie ai post-it appesi da uomini e donne, operatori e utenti. Ognuno ha lasciato un "fiore-parola", trasformando un gesto semplice in un segno comune di consapevolezza. Tra quei messaggi c’è la storia di una donna che ha scritto poche righe sul suo passato: il dramma, la fuga improvvisa "con pochi vestiti e con i bambini", poi il lungo percorso che l’ha portata a ritrovare sicurezza e a vivere un amore nuovo. Un'altra donna ha ricordato che la violenza non lascia sempre lividi, perché può essere mentale, emotiva, economica, sociale. Qualcuno ha scritto il proprio “no” alla violenza verbale sul posto di lavoro, segnalando un tema spesso taciuto.   Accanto ai racconti più duri ci sono parole di sostegno e incoraggiamento: “ti meriti la felicità”, “l’amore non è violenza”, “la luce delle donne rende il mondo migliore”. Altri messaggi diventano ammonimenti chiari: “la libertà è un diritto, non devo imparare a difendermi dagli uomini, sono loro che devono imparare ad amare”, oppure “il silenzio è violenza”, “la violenza è anche negli sguardi”. C’è chi ha scritto una frase che ritorna spesso nelle campagne di sensibilizzazione: “non è amore se fa male, la violenza non è mai giustificabile”. A leggere i messaggi sono stati la direttrice del PO Francesca Bellini e lo pneumologo Alessio Garcea, i dottori Matteo Bastiani e Giuseppe Carello della Direzione sanitaria del presidio empolese, il professor Roberto Bernardini direttore della Pediatria, il professor Roberto Tarquini direttore della Medicina interna 1, il dottor Filippo Pelagatti responsabile della Farmacia ospedaliera, il dottor Massimo Calistri direttore della Chirurgia generale, la dottoressa Giuditta Martelli della Psicologia ospedaliera e lo pneumologo Marco De Martino.   La lettura collettiva dei messaggi ha chiuso il cerchio della giornata: un gesto semplice, ma utile a dare voce a esperienze, paure, desideri e responsabilità condivise. Ognuna delle parole appese all’albero ricorda che la violenza di genere non è un fatto privato, ma un fenomeno che riguarda tutti.   E tra i tanti pensieri lasciati, uno è rimasto come sintesi e monito, limpido nella sua essenza: L’amore è un’altra cosa.

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Trasformare la scuola in un laboratorio green


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Il progetto educativo gratuito mette a disposizione strumenti per analizzare la carbon footprint della scuola e trasformare i dati in azioni concrete in chiave green su mobilità, consumi energetici e gestione dei rifiuti. Il percorso consente inoltre agli studenti di ottenere fino a 30 ore di Formazione Scuola-Lavoro e di partecipare al concorso nazionale. Il progetto è dedicato alla riduzione dell’impatto ambientale degli istituti. Promosso da Fondazione Ambienta, Gruppo Spaggiari Parma e La Fabbrica Società Benefit con il sostegno di ASviS, il percorso offre gratuitamente agli istituti secondari di secondo grado la possibilità di valutare la carbon footprint della scuola e di individuare interventi mirati nei tre ambiti più rilevanti: mobilità casa-scuola, consumi energetici e gestione dei rifiuti. Attraverso la piattaforma improntafutura.scuola.net, messa a disposizione dai promotori, studenti e docenti possono raccogliere in modo semplice i dati relativi alla vita scolastica e disporre di strumenti che li guidano nella definizione di azioni concrete in chiave green. In questo modo, la scuola si trasforma in un laboratorio di sostenibilità, dove la conoscenza diventa pratica quotidiana. Come evidenzia Fondazione Ambienta: «Il progetto nasce con l’intento di promuovere consapevolezza e partecipazione su temi cruciali del nostro tempo, diffondendo la cultura del rispetto dell’ambiente tra le nuove generazioni». Il progetto, totalmente gratuito, integra in modo concreto i principi dell’Agenda 2030 nei programmi di Educazione civica e permette agli studenti di ottenere fino a 30 ore certificate di Formazione Scuola-Lavoro: 15 ore per la partecipazione alle fasi di analisi e sperimentazione, e ulteriori 15 ore per chi realizza un project work dedicato a ideare e proporre soluzioni sostenibili per la propria scuola. Inoltre, le scuole possono candidare il proprio project work al concorso nazionale “Impronta Futura”, che premierà le proposte più efficaci con voucher per l’acquisto di materiale didattico. Le candidature dovranno essere inviate entro l’11 maggio 2026 e i vincitori saranno annunciati dalla giuria di esperti entro il 4 giugno 2026.

Il progetto educativo gratuito mette a disposizione strumenti per analizzare la carbon footprint della scuola e trasformare i dati in azioni concrete in chiave green su mobilità, consumi energetici e gestione dei rifiuti. Il percorso consente inoltre agli studenti di ottenere fino a 30 ore di Formazione Scuola-Lavoro e di partecipare al concorso nazionale. Il progetto è dedicato alla riduzione dell’impatto ambientale degli istituti. Promosso da Fondazione Ambienta, Gruppo Spaggiari Parma e La Fabbrica Società Benefit con il sostegno di ASviS, il percorso offre gratuitamente agli istituti secondari di secondo grado la possibilità di valutare la carbon footprint della scuola e di individuare interventi mirati nei tre ambiti più rilevanti: mobilità casa-scuola, consumi energetici e gestione dei rifiuti. Attraverso la piattaforma improntafutura.scuola.net, messa a disposizione dai promotori, studenti e docenti possono raccogliere in modo semplice i dati relativi alla vita scolastica e disporre di strumenti che li guidano nella definizione di azioni concrete in chiave green. In questo modo, la scuola si trasforma in un laboratorio di sostenibilità, dove la conoscenza diventa pratica quotidiana. Come evidenzia Fondazione Ambienta: «Il progetto nasce con l’intento di promuovere consapevolezza e partecipazione su temi cruciali del nostro tempo, diffondendo la cultura del rispetto dell’ambiente tra le nuove generazioni». Il progetto, totalmente gratuito, integra in modo concreto i principi dell’Agenda 2030 nei programmi di Educazione civica e permette agli studenti di ottenere fino a 30 ore certificate di Formazione Scuola-Lavoro: 15 ore per la partecipazione alle fasi di analisi e sperimentazione, e ulteriori 15 ore per chi realizza un project work dedicato a ideare e proporre soluzioni sostenibili per la propria scuola. Inoltre, le scuole possono candidare il proprio project work al concorso nazionale “Impronta Futura”, che premierà le proposte più efficaci con voucher per l’acquisto di materiale didattico. Le candidature dovranno essere inviate entro l’11 maggio 2026 e i vincitori saranno annunciati dalla giuria di esperti entro il 4 giugno 2026.

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Nasce a Schio il “Regalo di Natale sospeso”, l’iniziativa che vuole donare speranza


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Il “Regalo di Natale sospeso” è un progetto solidale lanciato dal Comune di Schio in collaborazione con l’Avis Comunale Schio Altovicentino, con l’obiettivo di portare un gesto concreto di vicinanza alle famiglie che vivono situazioni di fragilità economica o sociale. Chi lo desidera può donare un gioco, un libro o un piccolo regalo nuovo, già incartato e accompagnato da un biglietto che ne indichi il contenuto. I doni vengono raccolti fino al 17 dicembre presso alcuni punti individuati dal Comune e da Avis, e poi consegnati alle famiglie segnalate dai Servizi Sociali e dalla rete solidale locale. In questo modo, la città trasforma lo spirito natalizio in un abbraccio comunitario, offrendo un momento di gioia e conforto a chi rischia di restare nell’ombra. Secondo la presidente di Avis Schio, Giusi Tognetti, l’iniziativa si inserisce perfettamente nel percorso di “Schio – Città del Dono”, valorizzando la cultura della generosità e della responsabilità condivisa.

Il “Regalo di Natale sospeso” è un progetto solidale lanciato dal Comune di Schio in collaborazione con l’Avis Comunale Schio Altovicentino, con l’obiettivo di portare un gesto concreto di vicinanza alle famiglie che vivono situazioni di fragilità economica o sociale. Chi lo desidera può donare un gioco, un libro o un piccolo regalo nuovo, già incartato e accompagnato da un biglietto che ne indichi il contenuto. I doni vengono raccolti fino al 17 dicembre presso alcuni punti individuati dal Comune e da Avis, e poi consegnati alle famiglie segnalate dai Servizi Sociali e dalla rete solidale locale. In questo modo, la città trasforma lo spirito natalizio in un abbraccio comunitario, offrendo un momento di gioia e conforto a chi rischia di restare nell’ombra. Secondo la presidente di Avis Schio, Giusi Tognetti, l’iniziativa si inserisce perfettamente nel percorso di “Schio – Città del Dono”, valorizzando la cultura della generosità e della responsabilità condivisa.

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