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Proteggono le querce da sughero dal cambiamento climatico


La decortica, ovvero la delicata operazione di rimozione della corteccia dalla quercia, viene anticipata a causa del cambiamento climatico. L'attività si trova a fare i conti con una precoce produzione della linfa tra corteccia e tronco: questa rappresenta la condizione ideale per il distacco senza traumi alla pianta, pertanto, tutta la filiera aziendale si adegua e inizia fin dall'inizio del mese di maggio le operazioni.

A contrasto della desertificazione climatica, inoltre, in un’epoca in cui gli alberi faticano a trovare letteralmente “terreno fertile” per una crescita spontanea, situazione tipica delle sugherete, Amorim sta piantando 400.000 querce da sughero per arrivare, tra il 2022 e il 2025 a 1.500.000 nuovi alberi.

Ha inoltre acquistato nuovi ettari di foreste storiche per tutelarle e già da diversi anni, con un innovativo sistema di irrigazione goccia a goccia, assicura una crescita più sana e rapida alle querce. Un rimboschimento rapido, a ottimizzazione anche della risorsa idrica, sempre più a rischio, senza considerare la piantumazione aggiuntiva portata avanti negli anni, a popolare oltre 8.000 ettari di terreno. Infine, Amorim è anche precursore di un progetto di recupero del 95% delle ghiande che oggi vengono perse, per farne farine gluten free, ideali per diverse tipologie di diete.

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The Mountain touch, viaggio nella natura che cura


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17 artiste/i e le opere da loro realizzate in dialogo con contenuti scientifici. Due musei uniti, per raccontare attraverso l’arte e la scienza l’associazione tra buona salute e connessione con la natura. È il tema esplorato attraverso l’esposizione The Mountain Touch inaugurata al MUSE - Museo delle Scienze di Trento. La mostra “The Mountain Touch” è un progetto arte scienza prodotto dal Museo Nazionale della Montagna di Torino e a cura di Andrea Lerda, che nell’edizione trentina si arricchisce nuove opere d’arte e nuovi di contenuti scientifici. Arte e scienza per una nuova alleanza con la natura. The Mountain Touch offre stimoli visivi di carattere artistico e al contempo introduce una serie di temi e di ricerche scientifiche attuali, relativi alle implicazioni positive e negative nella relazione tra umano, montagna e natura in senso più ampio. Tutte le opere in mostra sono legate alla montagna e, più in generale, alla natura, alcune in modo più diretto e su un piano iconografico, altre in maniera indiretta ma pur sempre strettamente puntuale rispetto al tema che l’esposizione esplora e approfondisce.

17 artiste/i e le opere da loro realizzate in dialogo con contenuti scientifici. Due musei uniti, per raccontare attraverso l’arte e la scienza l’associazione tra buona salute e connessione con la natura. È il tema esplorato attraverso l’esposizione The Mountain Touch inaugurata al MUSE - Museo delle Scienze di Trento. La mostra “The Mountain Touch” è un progetto arte scienza prodotto dal Museo Nazionale della Montagna di Torino e a cura di Andrea Lerda, che nell’edizione trentina si arricchisce nuove opere d’arte e nuovi di contenuti scientifici. Arte e scienza per una nuova alleanza con la natura. The Mountain Touch offre stimoli visivi di carattere artistico e al contempo introduce una serie di temi e di ricerche scientifiche attuali, relativi alle implicazioni positive e negative nella relazione tra umano, montagna e natura in senso più ampio. Tutte le opere in mostra sono legate alla montagna e, più in generale, alla natura, alcune in modo più diretto e su un piano iconografico, altre in maniera indiretta ma pur sempre strettamente puntuale rispetto al tema che l’esposizione esplora e approfondisce.

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Una nursery ospita le farfalle per salvare le specie e le foreste


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Colorate, leggiadre, affascinanti: le farfalle sono tra gli insetti più amati e apprezzati da adulte/i e bambine/i, spesso sorprese/i nel constatarne la molteplicità di foggia, grandezza e tonalità. Le farfalle sono anche simbolo di trasformazione e fragilità e la loro presenza al MUSE, a Trento, vuole evidenziarne, oltre alla bellezza, anche la precarietà, causata dai mutamenti ambientali, dalle minacce antropiche e naturali. Per affrontare questi e altri temi, dal 26 marzo al 19 maggio 2024, la serra tropicale del MUSE ospita oltre trenta specie di farfalle tropicali che sfarfalleranno a partire dalla nursery, dove in questo periodo sono state ospitate le crisalidi. L'iniziativa "Foresta delle farfalle" è stata già ospitata al museo nel 2017 e 2018 con un notevole successo e apprezzamento da parte del pubblico. A metà marzo sono giunti in museo oltre mille esemplari che, opportunamente preparati, sfarfalleranno allo stadio di adulto all'interno della serra. Verranno ospitate in un’apposita “nursery”, un’incubatrice dove sarà possibile osservare l’eccezionale evento della schiusa delle crisalidi. In questo spazio protetto le crisalidi recupereranno le forze necessarie al primo volo verso la vegetazione tropicale della serra, dove, tra le oltre 200 specie botaniche presenti, troveranno decine di piante in fiore, come Pentas e Streptocarpus, pronte a fornire loro sostentamento attraverso secrezioni nettarine.   Inoltre, sono stati posizionati in serra i cosiddetti ‘Bar delle farfalle’, strutture colorate che contengono frutta matura, utile al loro nutrimento.    Le farfalle troveranno nella serra del MUSE un ambiente perfettamente consono alle loro esigenze: un’alta temperatura del dì e della notte (tra i 26 e i 34 °C) e un’altissima umidità relativa dell’aria (circa l’80%), quest’ultima strettamente necessaria per lo sfarfallamento, ossia per consentire alla farfalla di emergere dalla crisalide e di stendere e asciugare le ali. L’esposizione “Foresta delle farfalle” è stata realizzata grazie alla consulenza di Francesco Barbieri, biologo e direttore scientifico della Casa delle Farfalle di Bordano (UD) e sarà occasione per due interessanti momenti di approfondimento:   venerdì 5 aprile si terrà un dialogo tra Francesco Barbieri, biologo e direttore scientifico della Casa delle farfalle di Bordano (UD) e Silvia Ricci, coordinatrice dell’Associazione Mazingira: Silvia e Francesco racconteranno le loro esperienze in Tanzania e Costa Rica, entrando nel vivo dei loro progetti, tra allevamento di farfalle ed ecoturismo, nel rispetto della sostenibilità ambientale e sociale. 
Sabato 6 aprile, invece, il biologo Francesco Barbieri e il personale del museo saranno a disposizione del pubblico per rispondere a domande e curiosità sulle farfalle presenti in serra.  Si ringraziano DAO CONAD e Zobele - Special Sponsor della Serra Tropicale del MUSE. APPROFONDIMENTO    FARFALLE PER SALVARE LE FORESTE E AIUTARE LE POPOLAZIONI LOCALI  Gli allevamenti di farfalle tropicali da cui il MUSE acquista le crisalidi rappresentano un’attività a impatto positivo sui territori e sulle popolazioni. Allevare e commerciare farfalle, infatti, può fornire una fonte di occupazione e reddito accessibile a chiunque. Questa pratica ne previene altre a più alto impatto ambientale come la coltivazione, l’allevamento di bestiame e la deforestazione. Allevare farfalle, oltre a rappresentare una fonte di sostentamento alternativa all’industria del legno, significa anche preservare la flora locale e favorire la riconversione di territori degradati in foresta originaria. Questo perché le specie allevate si sviluppano esclusivamente su piante selvatiche.   Le splendide farfalle morfo blu e altre specie provengono dal Costa Rica, grazie alla collaborazione di Francesco Barbieri con AMEAP (Asociación de Mujeres Ecológicas y Artesanas del Porvenir), un’associazione costituita da donne che da anni allevano farfalle in una piccola comunità situata al nord del paese. Le crisalidi arrivano in pacchi termicamente isolati dopo 3 – 5 giorni di viaggio. La farfalla affronta il trasporto senza problemi perché viaggia quando è crisalide, lo stadio in cui non ha necessità di muoversi o nutrirsi e che dura, a seconda delle specie, dai 9 ai 20 giorni.    NOTE DI BIOLOGIA  Le farfalle fanno parte del vastissimo ordine dei Lepidotteri, che comprende oltre 158.000 specie originarie di zone temperate e tropicali. Hanno un ciclo vitale piuttosto complesso che prevede una metamorfosi completa. L’insetto alato depone le uova su un vegetale adatto al sostentamento del secondo stadio di sviluppo, quello del bruco. Il bruco, attraverso un potente apparato masticatore dotato di robuste mandibole, si ciba delle parti più tenere delle piante e dei nuovi germogli. Poiché la cuticola della larva non si accresce, questa viene cambiata da tre a cinque volte nel corso del tempo ciclo larvale, con un processo denominato muta. Successivamente, quando il bruco ha accumulato sufficienti energie cerca un luogo riparato dove trasformarsi in pupa, solitamente protetta da un bozzolo sericeo. Dopo un lasso di tempo variabile in base alla specie e alla temperatura, il rivestimento della crisalide si lacera e fuoriesce il quarto ed ultimo stadio, l’insetto alato. Prima che quest’ultimo sia adatto al volo, però, è necessario che i fluidi contenuti all’interno del corpo vengano pompati nelle ali, dispiegandole e rendendole rigide.  La livrea delle farfalle è estremamente variabile: sono presenti esempi di colorazioni criptiche, che vanno a mimetizzare l’insetto tra la vegetazione o colorazioni aposematiche che avvertono eventuali predatori della tossicità dell’insetto stesso.

Colorate, leggiadre, affascinanti: le farfalle sono tra gli insetti più amati e apprezzati da adulte/i e bambine/i, spesso sorprese/i nel constatarne la molteplicità di foggia, grandezza e tonalità. Le farfalle sono anche simbolo di trasformazione e fragilità e la loro presenza al MUSE, a Trento, vuole evidenziarne, oltre alla bellezza, anche la precarietà, causata dai mutamenti ambientali, dalle minacce antropiche e naturali. Per affrontare questi e altri temi, dal 26 marzo al 19 maggio 2024, la serra tropicale del MUSE ospita oltre trenta specie di farfalle tropicali che sfarfalleranno a partire dalla nursery, dove in questo periodo sono state ospitate le crisalidi. L'iniziativa "Foresta delle farfalle" è stata già ospitata al museo nel 2017 e 2018 con un notevole successo e apprezzamento da parte del pubblico. A metà marzo sono giunti in museo oltre mille esemplari che, opportunamente preparati, sfarfalleranno allo stadio di adulto all'interno della serra. Verranno ospitate in un’apposita “nursery”, un’incubatrice dove sarà possibile osservare l’eccezionale evento della schiusa delle crisalidi. In questo spazio protetto le crisalidi recupereranno le forze necessarie al primo volo verso la vegetazione tropicale della serra, dove, tra le oltre 200 specie botaniche presenti, troveranno decine di piante in fiore, come Pentas e Streptocarpus, pronte a fornire loro sostentamento attraverso secrezioni nettarine.   Inoltre, sono stati posizionati in serra i cosiddetti ‘Bar delle farfalle’, strutture colorate che contengono frutta matura, utile al loro nutrimento.    Le farfalle troveranno nella serra del MUSE un ambiente perfettamente consono alle loro esigenze: un’alta temperatura del dì e della notte (tra i 26 e i 34 °C) e un’altissima umidità relativa dell’aria (circa l’80%), quest’ultima strettamente necessaria per lo sfarfallamento, ossia per consentire alla farfalla di emergere dalla crisalide e di stendere e asciugare le ali. L’esposizione “Foresta delle farfalle” è stata realizzata grazie alla consulenza di Francesco Barbieri, biologo e direttore scientifico della Casa delle Farfalle di Bordano (UD) e sarà occasione per due interessanti momenti di approfondimento:   venerdì 5 aprile si terrà un dialogo tra Francesco Barbieri, biologo e direttore scientifico della Casa delle farfalle di Bordano (UD) e Silvia Ricci, coordinatrice dell’Associazione Mazingira: Silvia e Francesco racconteranno le loro esperienze in Tanzania e Costa Rica, entrando nel vivo dei loro progetti, tra allevamento di farfalle ed ecoturismo, nel rispetto della sostenibilità ambientale e sociale. 
Sabato 6 aprile, invece, il biologo Francesco Barbieri e il personale del museo saranno a disposizione del pubblico per rispondere a domande e curiosità sulle farfalle presenti in serra.  Si ringraziano DAO CONAD e Zobele - Special Sponsor della Serra Tropicale del MUSE. APPROFONDIMENTO    FARFALLE PER SALVARE LE FORESTE E AIUTARE LE POPOLAZIONI LOCALI  Gli allevamenti di farfalle tropicali da cui il MUSE acquista le crisalidi rappresentano un’attività a impatto positivo sui territori e sulle popolazioni. Allevare e commerciare farfalle, infatti, può fornire una fonte di occupazione e reddito accessibile a chiunque. Questa pratica ne previene altre a più alto impatto ambientale come la coltivazione, l’allevamento di bestiame e la deforestazione. Allevare farfalle, oltre a rappresentare una fonte di sostentamento alternativa all’industria del legno, significa anche preservare la flora locale e favorire la riconversione di territori degradati in foresta originaria. Questo perché le specie allevate si sviluppano esclusivamente su piante selvatiche.   Le splendide farfalle morfo blu e altre specie provengono dal Costa Rica, grazie alla collaborazione di Francesco Barbieri con AMEAP (Asociación de Mujeres Ecológicas y Artesanas del Porvenir), un’associazione costituita da donne che da anni allevano farfalle in una piccola comunità situata al nord del paese. Le crisalidi arrivano in pacchi termicamente isolati dopo 3 – 5 giorni di viaggio. La farfalla affronta il trasporto senza problemi perché viaggia quando è crisalide, lo stadio in cui non ha necessità di muoversi o nutrirsi e che dura, a seconda delle specie, dai 9 ai 20 giorni.    NOTE DI BIOLOGIA  Le farfalle fanno parte del vastissimo ordine dei Lepidotteri, che comprende oltre 158.000 specie originarie di zone temperate e tropicali. Hanno un ciclo vitale piuttosto complesso che prevede una metamorfosi completa. L’insetto alato depone le uova su un vegetale adatto al sostentamento del secondo stadio di sviluppo, quello del bruco. Il bruco, attraverso un potente apparato masticatore dotato di robuste mandibole, si ciba delle parti più tenere delle piante e dei nuovi germogli. Poiché la cuticola della larva non si accresce, questa viene cambiata da tre a cinque volte nel corso del tempo ciclo larvale, con un processo denominato muta. Successivamente, quando il bruco ha accumulato sufficienti energie cerca un luogo riparato dove trasformarsi in pupa, solitamente protetta da un bozzolo sericeo. Dopo un lasso di tempo variabile in base alla specie e alla temperatura, il rivestimento della crisalide si lacera e fuoriesce il quarto ed ultimo stadio, l’insetto alato. Prima che quest’ultimo sia adatto al volo, però, è necessario che i fluidi contenuti all’interno del corpo vengano pompati nelle ali, dispiegandole e rendendole rigide.  La livrea delle farfalle è estremamente variabile: sono presenti esempi di colorazioni criptiche, che vanno a mimetizzare l’insetto tra la vegetazione o colorazioni aposematiche che avvertono eventuali predatori della tossicità dell’insetto stesso.

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Proludic, progettare spazi inclusivi


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Aree giochi inclusive. Per PlapleTv la storia di Proludic, uno tra i principali attori specializzati nella creazione di giochi per parchi e attrezzature per il fitness outdoor. Specializzati in giochi per parchi per bambini, progettati per garantire ad ogni età un'esperienza di gioco coinvolgente e sicura.

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Eco narratrice: così ti racconto la sostenibilità


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Elisa Nicoli è una green influencer oramai da 15 anni. Nasce come scrittrice di libri riguardanti la sua quotidianità sostenibile. Approda successivamente sui social, come Instagra, YouTube e Tik Tok, grazie ai quali ha la possibilità di trasmettere temi e consigli per la salvaguardia dell'ambiente ad un pubblico sempre maggiore.

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Elisa Nicoli


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Plaple Incontra Elisa Nicoli, green influencer.

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Elisa Nicoli


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Elisa Nicoli, green influencer, è Plaple perchè?

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Gli ambasciatori

Da luoghi abbandonati a spazi rigenerati! Ace Italia contribuisce a creare nuovi luoghi di aggregazione sociale


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ACE, insieme a Retake, è al fianco di chi crede che gli spazi comuni meritino la stessa attenzione e lo stesso rispetto che le persone dedicano alle loro case. “Scendiamo in piazza”, è un’iniziativa di Ace Italia che prevede 16 tappe sparse per l’Italia, volte alla riqualificazione degli spazi comuni urbani. Tante città, per luoghi di aggregazione con finalità differenti: a Napoli un ex istituto è stato trasformato in uno spazio per giovani imprenditori. A Sassari una vecchia miniera è stata trasformata in un luogo di svago e sport o a Venezia una caserma abbandonata è diventa un posto di arte e cultura per tutti.

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A Rimini il futuro della mobilità sostenibile con la 11ª edizione di “IBE - Intermobility and Bus Expo”


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La distinzione tra trasporto privato e pubblico è ormai superata, evolvendo verso un modello di mobilità condivisa e sostenibile, reso possibile dalle tecnologie digitali. IBE Intermobility and Bus Expo si presenta come un punto d’incontro per le innovazioni nel settore della mobilità collettiva condivisa, coinvolgendo sia le aziende del trasporto pubblico che quelle delle nuove filiere del trasporto collettivo. La manifestazione si pone come catalizzatore per un sistema di mobilità integrato, sostenibile e a basse emissioni, in linea con gli obiettivi della transizione energetica della Next Generation EU. IBE offre un’opportunità per esplorare soluzioni di mobilità efficienti, raccogliendo approfondimenti su come il trasporto condiviso possa favorire crescita e sviluppo, e presentando un respiro internazionale per gli stakeholder e decisori politici.
 Obiettivo di INTERMOBILITY future ways è di comprendere e condividere lo stato attuale, le tendenze evolutive e i principali fattori di cambiamento che riguardano la mobilità sostenibile e condivisa, nell’ambito dell’innovazione derivante dalla transizione verso un’economia verde e digitale che accelera la richiesta di nuovi bisogni di mobilità di modelli organizzativi e la definizione di nuovi servizi, modalità e mezzi di trasporto. Sviluppato su tre giornate, INTERMOBILITY future ways è un’occasione unica di incontro, condivisione e confronto per aziende, amministratori locali e professionisti del settore della mobilità urbana ed extraurbana condivisa con l’intento principale di creare un ecosistema basato sul Mobility as a Service, (MaaS) in cui emergano soluzioni innovative, nuovi modelli e una rete di relazioni significative.

La distinzione tra trasporto privato e pubblico è ormai superata, evolvendo verso un modello di mobilità condivisa e sostenibile, reso possibile dalle tecnologie digitali. IBE Intermobility and Bus Expo si presenta come un punto d’incontro per le innovazioni nel settore della mobilità collettiva condivisa, coinvolgendo sia le aziende del trasporto pubblico che quelle delle nuove filiere del trasporto collettivo. La manifestazione si pone come catalizzatore per un sistema di mobilità integrato, sostenibile e a basse emissioni, in linea con gli obiettivi della transizione energetica della Next Generation EU. IBE offre un’opportunità per esplorare soluzioni di mobilità efficienti, raccogliendo approfondimenti su come il trasporto condiviso possa favorire crescita e sviluppo, e presentando un respiro internazionale per gli stakeholder e decisori politici.
 Obiettivo di INTERMOBILITY future ways è di comprendere e condividere lo stato attuale, le tendenze evolutive e i principali fattori di cambiamento che riguardano la mobilità sostenibile e condivisa, nell’ambito dell’innovazione derivante dalla transizione verso un’economia verde e digitale che accelera la richiesta di nuovi bisogni di mobilità di modelli organizzativi e la definizione di nuovi servizi, modalità e mezzi di trasporto. Sviluppato su tre giornate, INTERMOBILITY future ways è un’occasione unica di incontro, condivisione e confronto per aziende, amministratori locali e professionisti del settore della mobilità urbana ed extraurbana condivisa con l’intento principale di creare un ecosistema basato sul Mobility as a Service, (MaaS) in cui emergano soluzioni innovative, nuovi modelli e una rete di relazioni significative.

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Dalla criminalità all’uso solidale e ambientale, lega navale valorizza le barche confiscate


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Il progetto, “Mare di Legalità”, prevede l’impiego, nel corso del biennio 2024-25, di 25 imbarcazioni confiscate alla criminalità organizzata e affidate alla Lega navale per svolgere attività di diffusione della cultura marittima, di avvicinamento al mare e allo sport per tutti, di formazione nautica e di protezione ambientale, rivolte in particolare ai giovani e ai soggetti più fragili. Le barche confiscate alla mafia porteranno i nomi delle sue vittime: a Palermo, le barche Our Dream e Azimut - la prima intitolata ai magistrati Falcone e Borsellino, la seconda a Don Pino Puglisi - hanno svolto delle attività di educazione alla legalità e di avviamento alla vela con i giovani dei quartieri Ballarò, Kalsa e Zen e con il Comitato Addiopizzo. Grazie alla collaborazione con il locale Ordine degli Ingegneri e con l'Università di Palermo, l'imbarcazione intitolata ai giudici simbolo della lotta alla mafia è stata la prima tra le “barche della Legalità” ad essere stata resa pienamente accessibile a persone con disabilità fisica.

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Dalle Canarie ai Caraibi in barca a vela per sostenere il volontariato negli ospedali


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Clown 2.0 è un’Organizzazione di Volontariato - ETS con sede a Bologna che, attraverso gli oltre 100 Volontari Clown di Corsia ed i loro nasi rossi, porta il sorriso negli ospedali pediatrici e si prende cura di bambini orfani o che vivono situazioni di disagio in Italia o nel Mondo. Ogni volta che una persona "ordinaria" dedica del tempo agli altri in modo disinteressato diventa una persona "straordinaria". Questo è quello che succede ogni giovedì dell'anno ai volontari clown di corsia che dopo una giornata di lavoro o studio, attraversano la città per raggiungere i reparti pediatrici dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. La straordinarietà delle persone emerge anche tutte le volte che i volontari incontrano bambini in difficoltà in giro per il mondo. Da queste considerazioni e dal desiderio di raccontare il volontariato in modo diverso, nasce il progetto Alisei 2.0 "La sfida Atlantica" ovvero "l'impresa straordinaria di una persona ordinaria". La traversata, che verrà fisicamente compiuta da Gianni Bitonti, presidente dell'Associazione Clown 2.0 e co-fondatore della Clownsofia, nasce con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica per dimostrare che ogni volontario, con il suo impegno quotidiano, è in grado di compiere imprese straordinarie perché il volontariato è un potentissimo strumento di trasformazione personale e collettiva, capace di rendere straordinarie persone ordinarie. L'Oceano Atlantico sarà navigato con un catamarano di 13 metri con il solo ausilio delle vele per una distanza di quasi 3.000 miglia nautiche ovvero 5.556 Km, quasi 5 volte la lunghezza dell'Italia. La partenza avverrà dalle Canarie in direzione Caraibi senza scali e tappe intermedie. La raccolta fondi, pari a 30.000 €, avverrà attraverso la possibilità di donare 10€ per ogni miglio nautico percorso per coprire le 3.000 Mn che separano le isole Canarie dalle isole caraibiche.

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Cos'è la biodiversità? Parte il progetto educativo del WWF


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"Alla scoperta della biodiversità in città" è un progetto di educazione ambientale e alla sostenibilità promosso da WWF Lombardia e dalla sezione WWF Insubria-Legnano. Le attività sono inserite nell’ambito della progettazione per gli anni 2024/25 e 2025/26. Il progetto vede coinvolti studenti e docenti delle scuole dell’I.C. Manzoni di Legnano e dell’Agrario Mendel di Villa Cortese con la collaborazione e il supporto scientifico di ISPRA (Istituto per la Ricerca sull’Ambiente) e del Network Nazionale della Biodiversità. L’attività progettuale ha lo scopo di avvicinare studenti e cittadini alla scienza e in particolare alla conoscenza della biodiversità del proprio territorio, nello specifico, il progetto consiste in attività di Citizen Science che si svolgono presso il Parco ex-Ila e nel Parco Bosco dei Ronchi di Legnano rivolte non solo agli studenti delle scuole ma aperto alla cittadinanza tutta. La Citizen science, o scienza partecipativa, è un approccio di ricerca scientifica che coinvolge i cittadini nella raccolta e nell'analisi dei dati, permettendo una partecipazione attiva e consapevole dei cittadini stessi nella conoscenza e nella tutela dell'ambiente. In questo contesto, l'obiettivo è quello di scoprire la biodiversità presente all’interno del Parco Ila e del Bosco dei Ronchi, offrendo agli studenti un'opportunità di apprendimento interattiva e concreta, che permetta loro di esplorare e comprendere la biodiversità presente nella loro città attraverso attività di monitoraggio e documentazione dei diversi organismi viventi. Durante le attività, gli studenti e i cittadini saranno invitati ad esplorare gli ambienti visitati e a contribuire al monitoraggio dei dati inerenti alla flora e alla fauna presente sul territorio legnanese. Infine, i risultati del monitoraggio contribuiranno alla realizzazione del progetto "Biodiversità in posa", promosso dal Network Nazionale della Biodiversità.

"Alla scoperta della biodiversità in città" è un progetto di educazione ambientale e alla sostenibilità promosso da WWF Lombardia e dalla sezione WWF Insubria-Legnano. Le attività sono inserite nell’ambito della progettazione per gli anni 2024/25 e 2025/26. Il progetto vede coinvolti studenti e docenti delle scuole dell’I.C. Manzoni di Legnano e dell’Agrario Mendel di Villa Cortese con la collaborazione e il supporto scientifico di ISPRA (Istituto per la Ricerca sull’Ambiente) e del Network Nazionale della Biodiversità. L’attività progettuale ha lo scopo di avvicinare studenti e cittadini alla scienza e in particolare alla conoscenza della biodiversità del proprio territorio, nello specifico, il progetto consiste in attività di Citizen Science che si svolgono presso il Parco ex-Ila e nel Parco Bosco dei Ronchi di Legnano rivolte non solo agli studenti delle scuole ma aperto alla cittadinanza tutta. La Citizen science, o scienza partecipativa, è un approccio di ricerca scientifica che coinvolge i cittadini nella raccolta e nell'analisi dei dati, permettendo una partecipazione attiva e consapevole dei cittadini stessi nella conoscenza e nella tutela dell'ambiente. In questo contesto, l'obiettivo è quello di scoprire la biodiversità presente all’interno del Parco Ila e del Bosco dei Ronchi, offrendo agli studenti un'opportunità di apprendimento interattiva e concreta, che permetta loro di esplorare e comprendere la biodiversità presente nella loro città attraverso attività di monitoraggio e documentazione dei diversi organismi viventi. Durante le attività, gli studenti e i cittadini saranno invitati ad esplorare gli ambienti visitati e a contribuire al monitoraggio dei dati inerenti alla flora e alla fauna presente sul territorio legnanese. Infine, i risultati del monitoraggio contribuiranno alla realizzazione del progetto "Biodiversità in posa", promosso dal Network Nazionale della Biodiversità.

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