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Una nursery ospita le farfalle per salvare le specie e le foreste


Colorate, leggiadre, affascinanti: le farfalle sono tra gli insetti più amati e apprezzati da adulte/i e bambine/i, spesso sorprese/i nel constatarne la molteplicità di foggia, grandezza e tonalità. Le farfalle sono anche simbolo di trasformazione e fragilità e la loro presenza al MUSE, a Trento, vuole evidenziarne, oltre alla bellezza, anche la precarietà, causata dai mutamenti ambientali, dalle minacce antropiche e naturali. Per affrontare questi e altri temi, dal 26 marzo al 19 maggio 2024, la serra tropicale del MUSE ospita oltre trenta specie di farfalle tropicali che sfarfalleranno a partire dalla nursery, dove in questo periodo sono state ospitate le crisalidi. L'iniziativa "Foresta delle farfalle" è stata già ospitata al museo nel 2017 e 2018 con un notevole successo e apprezzamento da parte del pubblico.

A metà marzo sono giunti in museo oltre mille esemplari che, opportunamente preparati, sfarfalleranno allo stadio di adulto all'interno della serra.
Verranno ospitate in un’apposita “nursery”, un’incubatrice dove sarà possibile osservare l’eccezionale evento della schiusa delle crisalidi. In questo spazio protetto le crisalidi recupereranno le forze necessarie al primo volo verso la vegetazione tropicale della serra, dove, tra le oltre 200 specie botaniche presenti, troveranno decine di piante in fiore, come Pentas e Streptocarpus, pronte a fornire loro sostentamento attraverso secrezioni nettarine.  
Inoltre, sono stati posizionati in serra i cosiddetti ‘Bar delle farfalle’, strutture colorate che contengono frutta matura, utile al loro nutrimento.   
Le farfalle troveranno nella serra del MUSE un ambiente perfettamente consono alle loro esigenze: un’alta temperatura del dì e della notte (tra i 26 e i 34 °C) e un’altissima umidità relativa dell’aria (circa l’80%), quest’ultima strettamente necessaria per lo sfarfallamento, ossia per consentire alla farfalla di emergere dalla crisalide e di stendere e asciugare le ali.

L’esposizione “Foresta delle farfalle” è stata realizzata grazie alla consulenza di Francesco Barbieri, biologo e direttore scientifico della Casa delle Farfalle di Bordano (UD) e sarà occasione per due interessanti momenti di approfondimento:  
venerdì 5 aprile si terrà un dialogo tra Francesco Barbieri, biologo e direttore scientifico della Casa delle farfalle di Bordano (UD) e Silvia Ricci, coordinatrice dell’Associazione Mazingira: Silvia e Francesco racconteranno le loro esperienze in Tanzania e Costa Rica, entrando nel vivo dei loro progetti, tra allevamento di farfalle ed ecoturismo, nel rispetto della sostenibilità ambientale e sociale. 
Sabato 6 aprile, invece, il biologo Francesco Barbieri e il personale del museo saranno a disposizione del pubblico per rispondere a domande e curiosità sulle farfalle presenti in serra. 
Si ringraziano DAO CONAD e Zobele - Special Sponsor della Serra Tropicale del MUSE.


APPROFONDIMENTO 
 
FARFALLE PER SALVARE LE FORESTE E AIUTARE LE POPOLAZIONI LOCALI 
Gli allevamenti di farfalle tropicali da cui il MUSE acquista le crisalidi rappresentano un’attività a impatto positivo sui territori e sulle popolazioni. Allevare e commerciare farfalle, infatti, può fornire una fonte di occupazione e reddito accessibile a chiunque. Questa pratica ne previene altre a più alto impatto ambientale come la coltivazione, l’allevamento di bestiame e la deforestazione. Allevare farfalle, oltre a rappresentare una fonte di sostentamento alternativa all’industria del legno, significa anche preservare la flora locale e favorire la riconversione di territori degradati in foresta originaria. Questo perché le specie allevate si sviluppano esclusivamente su piante selvatiche.  
Le splendide farfalle morfo blu e altre specie provengono dal Costa Rica, grazie alla collaborazione di Francesco Barbieri con AMEAP (Asociación de Mujeres Ecológicas y Artesanas del Porvenir), un’associazione costituita da donne che da anni allevano farfalle in una piccola comunità situata al nord del paese.
Le crisalidi arrivano in pacchi termicamente isolati dopo 3 – 5 giorni di viaggio. La farfalla affronta il trasporto senza problemi perché viaggia quando è crisalide, lo stadio in cui non ha necessità di muoversi o nutrirsi e che dura, a seconda delle specie, dai 9 ai 20 giorni.
  
NOTE DI BIOLOGIA 
Le farfalle fanno parte del vastissimo ordine dei Lepidotteri, che comprende oltre 158.000 specie originarie di zone temperate e tropicali. Hanno un ciclo vitale piuttosto complesso che prevede una metamorfosi completa. L’insetto alato depone le uova su un vegetale adatto al sostentamento del secondo stadio di sviluppo, quello del bruco. Il bruco, attraverso un potente apparato masticatore dotato di robuste mandibole, si ciba delle parti più tenere delle piante e dei nuovi germogli. Poiché la cuticola della larva non si accresce, questa viene cambiata da tre a cinque volte nel corso del tempo ciclo larvale, con un processo denominato muta. Successivamente, quando il bruco ha accumulato sufficienti energie cerca un luogo riparato dove trasformarsi in pupa, solitamente protetta da un bozzolo sericeo. Dopo un lasso di tempo variabile in base alla specie e alla temperatura, il rivestimento della crisalide si lacera e fuoriesce il quarto ed ultimo stadio, l’insetto alato. Prima che quest’ultimo sia adatto al volo, però, è necessario che i fluidi contenuti all’interno del corpo vengano pompati nelle ali, dispiegandole e rendendole rigide. 
La livrea delle farfalle è estremamente variabile: sono presenti esempi di colorazioni criptiche, che vanno a mimetizzare l’insetto tra la vegetazione o colorazioni aposematiche che avvertono eventuali predatori della tossicità dell’insetto stesso.

Rubrica: Dillo a Plaple

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Sabato 6 aprile, invece, il biologo Francesco Barbieri e il personale del museo saranno a disposizione del pubblico per rispondere a domande e curiosità sulle farfalle presenti in serra.  Si ringraziano DAO CONAD e Zobele - Special Sponsor della Serra Tropicale del MUSE. APPROFONDIMENTO    FARFALLE PER SALVARE LE FORESTE E AIUTARE LE POPOLAZIONI LOCALI  Gli allevamenti di farfalle tropicali da cui il MUSE acquista le crisalidi rappresentano un’attività a impatto positivo sui territori e sulle popolazioni. Allevare e commerciare farfalle, infatti, può fornire una fonte di occupazione e reddito accessibile a chiunque. Questa pratica ne previene altre a più alto impatto ambientale come la coltivazione, l’allevamento di bestiame e la deforestazione. Allevare farfalle, oltre a rappresentare una fonte di sostentamento alternativa all’industria del legno, significa anche preservare la flora locale e favorire la riconversione di territori degradati in foresta originaria. Questo perché le specie allevate si sviluppano esclusivamente su piante selvatiche.   Le splendide farfalle morfo blu e altre specie provengono dal Costa Rica, grazie alla collaborazione di Francesco Barbieri con AMEAP (Asociación de Mujeres Ecológicas y Artesanas del Porvenir), un’associazione costituita da donne che da anni allevano farfalle in una piccola comunità situata al nord del paese. Le crisalidi arrivano in pacchi termicamente isolati dopo 3 – 5 giorni di viaggio. La farfalla affronta il trasporto senza problemi perché viaggia quando è crisalide, lo stadio in cui non ha necessità di muoversi o nutrirsi e che dura, a seconda delle specie, dai 9 ai 20 giorni.    NOTE DI BIOLOGIA  Le farfalle fanno parte del vastissimo ordine dei Lepidotteri, che comprende oltre 158.000 specie originarie di zone temperate e tropicali. Hanno un ciclo vitale piuttosto complesso che prevede una metamorfosi completa. L’insetto alato depone le uova su un vegetale adatto al sostentamento del secondo stadio di sviluppo, quello del bruco. Il bruco, attraverso un potente apparato masticatore dotato di robuste mandibole, si ciba delle parti più tenere delle piante e dei nuovi germogli. Poiché la cuticola della larva non si accresce, questa viene cambiata da tre a cinque volte nel corso del tempo ciclo larvale, con un processo denominato muta. Successivamente, quando il bruco ha accumulato sufficienti energie cerca un luogo riparato dove trasformarsi in pupa, solitamente protetta da un bozzolo sericeo. Dopo un lasso di tempo variabile in base alla specie e alla temperatura, il rivestimento della crisalide si lacera e fuoriesce il quarto ed ultimo stadio, l’insetto alato. Prima che quest’ultimo sia adatto al volo, però, è necessario che i fluidi contenuti all’interno del corpo vengano pompati nelle ali, dispiegandole e rendendole rigide.  La livrea delle farfalle è estremamente variabile: sono presenti esempi di colorazioni criptiche, che vanno a mimetizzare l’insetto tra la vegetazione o colorazioni aposematiche che avvertono eventuali predatori della tossicità dell’insetto stesso.

Colorate, leggiadre, affascinanti: le farfalle sono tra gli insetti più amati e apprezzati da adulte/i e bambine/i, spesso sorprese/i nel constatarne la molteplicità di foggia, grandezza e tonalità. Le farfalle sono anche simbolo di trasformazione e fragilità e la loro presenza al MUSE, a Trento, vuole evidenziarne, oltre alla bellezza, anche la precarietà, causata dai mutamenti ambientali, dalle minacce antropiche e naturali. Per affrontare questi e altri temi, dal 26 marzo al 19 maggio 2024, la serra tropicale del MUSE ospita oltre trenta specie di farfalle tropicali che sfarfalleranno a partire dalla nursery, dove in questo periodo sono state ospitate le crisalidi. L'iniziativa "Foresta delle farfalle" è stata già ospitata al museo nel 2017 e 2018 con un notevole successo e apprezzamento da parte del pubblico. A metà marzo sono giunti in museo oltre mille esemplari che, opportunamente preparati, sfarfalleranno allo stadio di adulto all'interno della serra. Verranno ospitate in un’apposita “nursery”, un’incubatrice dove sarà possibile osservare l’eccezionale evento della schiusa delle crisalidi. In questo spazio protetto le crisalidi recupereranno le forze necessarie al primo volo verso la vegetazione tropicale della serra, dove, tra le oltre 200 specie botaniche presenti, troveranno decine di piante in fiore, come Pentas e Streptocarpus, pronte a fornire loro sostentamento attraverso secrezioni nettarine.   Inoltre, sono stati posizionati in serra i cosiddetti ‘Bar delle farfalle’, strutture colorate che contengono frutta matura, utile al loro nutrimento.    Le farfalle troveranno nella serra del MUSE un ambiente perfettamente consono alle loro esigenze: un’alta temperatura del dì e della notte (tra i 26 e i 34 °C) e un’altissima umidità relativa dell’aria (circa l’80%), quest’ultima strettamente necessaria per lo sfarfallamento, ossia per consentire alla farfalla di emergere dalla crisalide e di stendere e asciugare le ali. L’esposizione “Foresta delle farfalle” è stata realizzata grazie alla consulenza di Francesco Barbieri, biologo e direttore scientifico della Casa delle Farfalle di Bordano (UD) e sarà occasione per due interessanti momenti di approfondimento:   venerdì 5 aprile si terrà un dialogo tra Francesco Barbieri, biologo e direttore scientifico della Casa delle farfalle di Bordano (UD) e Silvia Ricci, coordinatrice dell’Associazione Mazingira: Silvia e Francesco racconteranno le loro esperienze in Tanzania e Costa Rica, entrando nel vivo dei loro progetti, tra allevamento di farfalle ed ecoturismo, nel rispetto della sostenibilità ambientale e sociale. 
Sabato 6 aprile, invece, il biologo Francesco Barbieri e il personale del museo saranno a disposizione del pubblico per rispondere a domande e curiosità sulle farfalle presenti in serra.  Si ringraziano DAO CONAD e Zobele - Special Sponsor della Serra Tropicale del MUSE. APPROFONDIMENTO    FARFALLE PER SALVARE LE FORESTE E AIUTARE LE POPOLAZIONI LOCALI  Gli allevamenti di farfalle tropicali da cui il MUSE acquista le crisalidi rappresentano un’attività a impatto positivo sui territori e sulle popolazioni. Allevare e commerciare farfalle, infatti, può fornire una fonte di occupazione e reddito accessibile a chiunque. Questa pratica ne previene altre a più alto impatto ambientale come la coltivazione, l’allevamento di bestiame e la deforestazione. Allevare farfalle, oltre a rappresentare una fonte di sostentamento alternativa all’industria del legno, significa anche preservare la flora locale e favorire la riconversione di territori degradati in foresta originaria. Questo perché le specie allevate si sviluppano esclusivamente su piante selvatiche.   Le splendide farfalle morfo blu e altre specie provengono dal Costa Rica, grazie alla collaborazione di Francesco Barbieri con AMEAP (Asociación de Mujeres Ecológicas y Artesanas del Porvenir), un’associazione costituita da donne che da anni allevano farfalle in una piccola comunità situata al nord del paese. Le crisalidi arrivano in pacchi termicamente isolati dopo 3 – 5 giorni di viaggio. La farfalla affronta il trasporto senza problemi perché viaggia quando è crisalide, lo stadio in cui non ha necessità di muoversi o nutrirsi e che dura, a seconda delle specie, dai 9 ai 20 giorni.    NOTE DI BIOLOGIA  Le farfalle fanno parte del vastissimo ordine dei Lepidotteri, che comprende oltre 158.000 specie originarie di zone temperate e tropicali. Hanno un ciclo vitale piuttosto complesso che prevede una metamorfosi completa. L’insetto alato depone le uova su un vegetale adatto al sostentamento del secondo stadio di sviluppo, quello del bruco. Il bruco, attraverso un potente apparato masticatore dotato di robuste mandibole, si ciba delle parti più tenere delle piante e dei nuovi germogli. Poiché la cuticola della larva non si accresce, questa viene cambiata da tre a cinque volte nel corso del tempo ciclo larvale, con un processo denominato muta. Successivamente, quando il bruco ha accumulato sufficienti energie cerca un luogo riparato dove trasformarsi in pupa, solitamente protetta da un bozzolo sericeo. Dopo un lasso di tempo variabile in base alla specie e alla temperatura, il rivestimento della crisalide si lacera e fuoriesce il quarto ed ultimo stadio, l’insetto alato. Prima che quest’ultimo sia adatto al volo, però, è necessario che i fluidi contenuti all’interno del corpo vengano pompati nelle ali, dispiegandole e rendendole rigide.  La livrea delle farfalle è estremamente variabile: sono presenti esempi di colorazioni criptiche, che vanno a mimetizzare l’insetto tra la vegetazione o colorazioni aposematiche che avvertono eventuali predatori della tossicità dell’insetto stesso.

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Proludic, progettare spazi inclusivi


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Aree giochi inclusive. Per PlapleTv la storia di Proludic, uno tra i principali attori specializzati nella creazione di giochi per parchi e attrezzature per il fitness outdoor. Specializzati in giochi per parchi per bambini, progettati per garantire ad ogni età un'esperienza di gioco coinvolgente e sicura.

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Eco narratrice: così ti racconto la sostenibilità


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Elisa Nicoli è una green influencer oramai da 15 anni. Nasce come scrittrice di libri riguardanti la sua quotidianità sostenibile. Approda successivamente sui social, come Instagra, YouTube e Tik Tok, grazie ai quali ha la possibilità di trasmettere temi e consigli per la salvaguardia dell'ambiente ad un pubblico sempre maggiore.

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Nestlé, le nocciole da scarto a cibo per animali


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Il Gruppo Nestlé in Italia è partner del progetto sperimentale “Live-Haze”, finanziato da fondi PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale) del Ministero dell’Università e della Ricerca, che ha come obiettivo la riduzione e la valorizzazione degli scarti agroindustriali e il loro impiego nei mangimi per gli animali in ottica di economia circolare e di sostenibilità nel settore agroalimentare. Oltre alle diverse aziende del comparto, l’iniziativa vede l’importante partecipazione di un team di ricercatori di cinque Atenei italiani: Università di Torino (Principal Investigator del progetto Prof. Claudio Forte), Università di Catania (responsabile di Unità: Prof. Alessandro Priolo), Università degli Studi di Milano (responsabile di Unità: Prof. Davide Pravettoni), Università degli Studi di Perugia (responsabile di Unità: Prof. Massimo Trabalza Marinucci) e Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (responsabile di Unità: Prof. Domenico Pietro Lo Fiego). Le cuticole di nocciola solitamente vengono separate dal frutto durante la fase di tostatura e gestite come scarti. Il loro utilizzo nell’alimentazione per gli animali risulterebbe particolarmente idoneo grazie all’elevata concentrazione di polisaccaridi, acidi grassi e sostanze antiossidanti come i tocoferoli. Al contempo, rappresenta una valida soluzione per contribuire a ridurre gli sprechi a tutti i livelli della filiera, incentivando pratiche di economia circolare. Il progetto di ricerca si articola in diverse fasi: parte dalla caratterizzazione delle cuticole di nocciola e dalla creazione di un estratto green di polifenoli per poi passare alle prove in vivo. Dopo aver studiato gli effetti in vivo sull’ossidazione, il microbiota, le prestazioni e su altri fattori, si procede all’analisi dei derivati, ovvero carne e latte. Contemporaneamente viene condotta un’indagine sugli impatti di questa idea circolare valutando l’accettabilità sociale e di sostenibilità ambientale, guidata dal Prof. Simone Blanc di UniTo, mediante il coinvolgimento di consumatori e delle aziende che aderiscono al progetto. Nestlé da anni si impegna per la sostenibilità del business, lavorando su diversi fronti per accelerare la transizione verso un sistema alimentare rigenerativo, dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere quota zero entro il 2050, migliorare la riciclabilità e il riutilizzo del packaging dei propri prodotti e adottare nuovi modelli di economia circolare. Per il progetto “Live-Haze” metterà a disposizione gli scarti di produzione delle nocciole del suo stabilimento Perugina di San Sisto (PG).

Il Gruppo Nestlé in Italia è partner del progetto sperimentale “Live-Haze”, finanziato da fondi PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale) del Ministero dell’Università e della Ricerca, che ha come obiettivo la riduzione e la valorizzazione degli scarti agroindustriali e il loro impiego nei mangimi per gli animali in ottica di economia circolare e di sostenibilità nel settore agroalimentare. Oltre alle diverse aziende del comparto, l’iniziativa vede l’importante partecipazione di un team di ricercatori di cinque Atenei italiani: Università di Torino (Principal Investigator del progetto Prof. Claudio Forte), Università di Catania (responsabile di Unità: Prof. Alessandro Priolo), Università degli Studi di Milano (responsabile di Unità: Prof. Davide Pravettoni), Università degli Studi di Perugia (responsabile di Unità: Prof. Massimo Trabalza Marinucci) e Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (responsabile di Unità: Prof. Domenico Pietro Lo Fiego). Le cuticole di nocciola solitamente vengono separate dal frutto durante la fase di tostatura e gestite come scarti. Il loro utilizzo nell’alimentazione per gli animali risulterebbe particolarmente idoneo grazie all’elevata concentrazione di polisaccaridi, acidi grassi e sostanze antiossidanti come i tocoferoli. Al contempo, rappresenta una valida soluzione per contribuire a ridurre gli sprechi a tutti i livelli della filiera, incentivando pratiche di economia circolare. Il progetto di ricerca si articola in diverse fasi: parte dalla caratterizzazione delle cuticole di nocciola e dalla creazione di un estratto green di polifenoli per poi passare alle prove in vivo. Dopo aver studiato gli effetti in vivo sull’ossidazione, il microbiota, le prestazioni e su altri fattori, si procede all’analisi dei derivati, ovvero carne e latte. Contemporaneamente viene condotta un’indagine sugli impatti di questa idea circolare valutando l’accettabilità sociale e di sostenibilità ambientale, guidata dal Prof. Simone Blanc di UniTo, mediante il coinvolgimento di consumatori e delle aziende che aderiscono al progetto. Nestlé da anni si impegna per la sostenibilità del business, lavorando su diversi fronti per accelerare la transizione verso un sistema alimentare rigenerativo, dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere quota zero entro il 2050, migliorare la riciclabilità e il riutilizzo del packaging dei propri prodotti e adottare nuovi modelli di economia circolare. Per il progetto “Live-Haze” metterà a disposizione gli scarti di produzione delle nocciole del suo stabilimento Perugina di San Sisto (PG).

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Ozieri, il Presidente della Repubblica premia una scuola


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In provincia di Sassari, a Ozieri, le classi 5AS, 5BS e 5AC del liceo scientifico e classico Antonio Segni, hanno ricevuto dal Presidente della repubblica tre targhe per essersi contraddistinti con gesti collettivi di solidarietà. Nel Dicembre 2022 gli studenti prestarono servizio di volontariato presso la mensa della Caritas di Sassari e alla Croce Ottagona di Ozieri. Tale iniziativa rientra nel progetto lanciato dalla scuola, “Mi metto al servizio”. Le testimonianze di questi studenti ha poi coinvolto altri giovani, che si sono messi in gioco, offrendo la propria disponibilità per svolgere attività di volontariato.

In provincia di Sassari, a Ozieri, le classi 5AS, 5BS e 5AC del liceo scientifico e classico Antonio Segni, hanno ricevuto dal Presidente della repubblica tre targhe per essersi contraddistinti con gesti collettivi di solidarietà. Nel Dicembre 2022 gli studenti prestarono servizio di volontariato presso la mensa della Caritas di Sassari e alla Croce Ottagona di Ozieri. Tale iniziativa rientra nel progetto lanciato dalla scuola, “Mi metto al servizio”. Le testimonianze di questi studenti ha poi coinvolto altri giovani, che si sono messi in gioco, offrendo la propria disponibilità per svolgere attività di volontariato.

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Torino, primo bioparco immersivo in Italia


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Si chiama “Zoom Torino” il primo bioparco immersivo in Italia, che tramite “Fondazione Zoom” si occupa di progetti per la salvaguardia dell’ambiente e della fauna selvatica. Numerosi sono i progetti della Fondazione, ad esempio quelli a sostegno di bambini con malattie e per ricerche scientifiche sulla biodiversità, la sostenibilità ambientale e i cambiamenti climatici. “Hippo Energy”, un progetto che ha come obiettivo quello di alleviare, con momenti di intrattenimento dai risvolti educativi, il periodo di ospedalizzazione dei bambini ricoverati presso la S.C. oncoematologia pediatrica dell’Ospedale e di analizzare gli effetti benefici degli animali sui bambini partecipanti alle attività ludico-esperienziali.
 “Bee Zoom”, si inserisce nel filone di ricerca scientifica a tutela della biodiversità, legata alla sostenibilità e al rapporto Uomo/Natura. Nel dettaglio viene effettuato un censimento e biomonitoraggio degli impollinatori, semina di specie vegetali autoctone per il loro ripopolamento e riqualificazione dell’area. “Bio-Monitorando”, un progetto che si inserisce all’interno dell’area dedicata alla ricerca su cambiamento climatico, inquinamento e impatto antropico. Ha l’obiettivo di indagare l’effetto di tali aspetti sugli ecosistemi, sul comportamento degli animali e sul loro stato di salute. “Animal Welfare”, progetto che prevede una ricerca scientifica sul benessere, il comportamento e lo stato di salute degli animali, al fine di ottenere sempre più dati utili alla tutela e alla conservazione delle specie minacciate.

Si chiama “Zoom Torino” il primo bioparco immersivo in Italia, che tramite “Fondazione Zoom” si occupa di progetti per la salvaguardia dell’ambiente e della fauna selvatica. Numerosi sono i progetti della Fondazione, ad esempio quelli a sostegno di bambini con malattie e per ricerche scientifiche sulla biodiversità, la sostenibilità ambientale e i cambiamenti climatici. “Hippo Energy”, un progetto che ha come obiettivo quello di alleviare, con momenti di intrattenimento dai risvolti educativi, il periodo di ospedalizzazione dei bambini ricoverati presso la S.C. oncoematologia pediatrica dell’Ospedale e di analizzare gli effetti benefici degli animali sui bambini partecipanti alle attività ludico-esperienziali.
 “Bee Zoom”, si inserisce nel filone di ricerca scientifica a tutela della biodiversità, legata alla sostenibilità e al rapporto Uomo/Natura. Nel dettaglio viene effettuato un censimento e biomonitoraggio degli impollinatori, semina di specie vegetali autoctone per il loro ripopolamento e riqualificazione dell’area. “Bio-Monitorando”, un progetto che si inserisce all’interno dell’area dedicata alla ricerca su cambiamento climatico, inquinamento e impatto antropico. Ha l’obiettivo di indagare l’effetto di tali aspetti sugli ecosistemi, sul comportamento degli animali e sul loro stato di salute. “Animal Welfare”, progetto che prevede una ricerca scientifica sul benessere, il comportamento e lo stato di salute degli animali, al fine di ottenere sempre più dati utili alla tutela e alla conservazione delle specie minacciate.

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Torino, premio per le PMI attente al benessere dei lavoratori


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Double Bridge, la rinomata Community di aziende e imprenditori che supporta le PMI italiane nel percorso del cambiamento socio-culturale in atto, è lieta di annunciare il lancio degli Employer Branding Awards 2024 (EBA), un'iniziativa dedicata a dare visibilità alle imprese italiane che si distinguono per la loro spiccata attenzione al benessere delle persone sul luogo di lavoro. Gli EBA celebrano non solo l'impegno delle aziende nel creare un ambiente di lavorativo inclusivo e gratificante, ma anche il loro contributo positivo verso la società nel suo complesso. L'edizione del 2023 degli EBA ha visto oltre 230 manifestazioni d'interesse, 96 candidature, ed una serata di gala con oltre 250 imprenditori presenti, a dimostrazione che molte aziende italiane sono attente alla centralità delle persone nella loro visione manageriale. L'entusiasmo suscitato dall'evento è stato eccezionale, e ha consolidato  Double Bridge come la community di spicco per le eccellenze imprenditoriali.   Il Contest è rivolto a tutte le imprese, di qualsiasi settore merceologico e con un numero di collaboratori compreso tra 15 e 250. L’obiettivo degli EBA è quello di dare voce alle organizzazioni che mettono le persone al centro.

Double Bridge, la rinomata Community di aziende e imprenditori che supporta le PMI italiane nel percorso del cambiamento socio-culturale in atto, è lieta di annunciare il lancio degli Employer Branding Awards 2024 (EBA), un'iniziativa dedicata a dare visibilità alle imprese italiane che si distinguono per la loro spiccata attenzione al benessere delle persone sul luogo di lavoro. Gli EBA celebrano non solo l'impegno delle aziende nel creare un ambiente di lavorativo inclusivo e gratificante, ma anche il loro contributo positivo verso la società nel suo complesso. L'edizione del 2023 degli EBA ha visto oltre 230 manifestazioni d'interesse, 96 candidature, ed una serata di gala con oltre 250 imprenditori presenti, a dimostrazione che molte aziende italiane sono attente alla centralità delle persone nella loro visione manageriale. L'entusiasmo suscitato dall'evento è stato eccezionale, e ha consolidato  Double Bridge come la community di spicco per le eccellenze imprenditoriali.   Il Contest è rivolto a tutte le imprese, di qualsiasi settore merceologico e con un numero di collaboratori compreso tra 15 e 250. L’obiettivo degli EBA è quello di dare voce alle organizzazioni che mettono le persone al centro.

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Montespertoli, la nuova macchina che trasforma i rifiuti in biometano


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Nel cuore verde della Toscana, Alia Multiutility inaugura a Montespertoli il nuovo Polo impiantistico di Casa Sartori, realtà destinata a diventare un’eccellenza nazionale nel sistema dell’economia circolare. Con un investimento complessivo di 75 milioni di euro, l’impianto segna un importante passo avanti verso la produzione di energia green grazie alla gestione sostenibile dei rifiuti. A soli due anni dall’apertura del cantiere, Alia festeggia la conclusione dei lavori che, in tempi record, hanno portato alla realizzazione di quattro digestori anaerobici per il trattamento dei rifiuti organici e la produzione di biogas, combustibile che viene poi trasformato in biometano, una fonte totalmente rinnovabile, flessibile, efficiente ed esempio perfetto di economia circolare. Fra i principali interventi realizzati all’interno del sito da Alia Multiutility, anche il revamping e il potenziamento della sezione compostaggio, già attiva a Montespertoli, e la riqualificazione complessiva dell’intera area grazie a un progetto architettonico ad alta sostenibilità che si sposa in pieno con il suggestivo paesaggio del Chianti fiorentino.   IMPIANTO AL TOP IN ITALIA
Conclusa l’attuale fase di marcia industriale a regime e il successivo collaudo prestazionale, l’impianto potrà trattare ogni anno fino a 160.000 tonnellate di rifiuti da raccolte differenziate (145.000 di rifiuti organici e 15.000 di verde), producendo circa 12 milioni di metri cubi di biometano e 35.000 tonnellate di compost. Numeri che permetteranno al polo di Montespertoli di entrare fra i primi cinque in Italia nel trattamento integrato anaerobico-aerobico dei rifiuti organici e di essere considerato come il più importante del suo genere nel Centro Italia. Il territorio della Toscana centrale entra così in una nuova fase: quella dell’autosufficienza nella gestione dei rifiuti organici, con un ruolo da assoluta protagonista nella produzione di energia pulita grazie al biometano e al compost. Questi elementi permetteranno di chiudere la catena dell’economia circolare, un percorso da tempo suggerito dall’Unione Europea e da altri importanti enti ambientali mondiali in ambito di sviluppo sostenibile. In particolare, il biometano rappresenta un importante contributo per ridurre la dipendenza dalle importazioni e per consentire il passaggio da un’economia basata sui carburanti fossili ad una più pulita e sostenibile. Da sottolineare che, durante i lavori di revamping, l’impianto ha continuato a garantire la propria attività consentendo, nonostante la presenza del cantiere, conferimenti per oltre l’80% dei rifiuti organici, limitandone in tal modo l’invio fuori regione.  GLI SCARTI DIVENTANO BIOMETANO E COMPOST
Dai rifiuti all’energia, il passo è compiuto. Nel sito di Montespertoli, nel cuore della Città Metropolitana di Firenze, sono adesso in funzione due realtà impiantistiche, strettamente connesse, che trasformano i rifiuti biodegradabili in risorse tramite la digestione anaerobica e il compostaggio. La prima genera biogas, che dopo avere subito un processo di upgrading mediante la rimozione di anidride carbonica, viene trasformato in metano - con gli stessi standard qualitativi di quello di origine fossile - da impiegare come biocombustibile, con evidenti benefici ambientali. Nella seconda realtà impiantistica, il materiale solido ottenuto dalla digestione anaerobica, miscelato con rifiuti verdi quali sfalci e potature, viene processato e trasformato in compost di qualità elevata da utilizzare in agricoltura in sostituzione ai fertilizzanti chimici. 


DALLA DIGESTIONE ANAEROBICA ALL’ENERGIA 
Ma come funzionano i quattro digestori anaerobici di Montespertoli? Prima di tutto i rifiuti organici, differenziati nelle nostre case, subiscono un processo di pretrattamento che li rende idonei al processo di digestione. La matrice organica pretrattata viene quindi avviata alla sezione di digestione, vero e proprio punto nevralgico della valorizzazione energetica del rifiuto organico. Il processo biologico avviene in reattori riscaldati, al cui interno vengono instaurate le condizioni ottimali per la crescita e l’attività di microrganismi anaerobici che, in assenza di ossigeno, degradano la sostanza organica presente, producendo biogas composto da anidride carbonica e metano. Il biogas così ottenuto viene inviato alla sezione di upgrading dove, mediante una reazione con utilizzo di bicarbonato di potassio, è estratta l’anidride carbonica in modo da ottenere biometano con le medesime caratteristiche di quello da fonte fossile. Il biometano, divenuto così combustibile, viene inviato ai punti di distribuzione stradale. Appena Snam ultimerà il tratto di connessione con la dorsale toscana, Alia Multiutility potrà utilizzare la nuova interfaccia con la rete nazionale di distribuzione come vettore di allontanamento. La parte solida estratta dai reattori - il così detto ‘digestato’ – è invece inviata alla sezione di compostaggio dove subisce un ulteriore trattamento, previa miscelazione con altre matrici organiche, come ad esempio i rifiuti verdi da sfalci e potature, al fine di ottenere una miscela idonea al compostaggio in biocelle.

Nel cuore verde della Toscana, Alia Multiutility inaugura a Montespertoli il nuovo Polo impiantistico di Casa Sartori, realtà destinata a diventare un’eccellenza nazionale nel sistema dell’economia circolare. Con un investimento complessivo di 75 milioni di euro, l’impianto segna un importante passo avanti verso la produzione di energia green grazie alla gestione sostenibile dei rifiuti. A soli due anni dall’apertura del cantiere, Alia festeggia la conclusione dei lavori che, in tempi record, hanno portato alla realizzazione di quattro digestori anaerobici per il trattamento dei rifiuti organici e la produzione di biogas, combustibile che viene poi trasformato in biometano, una fonte totalmente rinnovabile, flessibile, efficiente ed esempio perfetto di economia circolare. Fra i principali interventi realizzati all’interno del sito da Alia Multiutility, anche il revamping e il potenziamento della sezione compostaggio, già attiva a Montespertoli, e la riqualificazione complessiva dell’intera area grazie a un progetto architettonico ad alta sostenibilità che si sposa in pieno con il suggestivo paesaggio del Chianti fiorentino.   IMPIANTO AL TOP IN ITALIA
Conclusa l’attuale fase di marcia industriale a regime e il successivo collaudo prestazionale, l’impianto potrà trattare ogni anno fino a 160.000 tonnellate di rifiuti da raccolte differenziate (145.000 di rifiuti organici e 15.000 di verde), producendo circa 12 milioni di metri cubi di biometano e 35.000 tonnellate di compost. Numeri che permetteranno al polo di Montespertoli di entrare fra i primi cinque in Italia nel trattamento integrato anaerobico-aerobico dei rifiuti organici e di essere considerato come il più importante del suo genere nel Centro Italia. Il territorio della Toscana centrale entra così in una nuova fase: quella dell’autosufficienza nella gestione dei rifiuti organici, con un ruolo da assoluta protagonista nella produzione di energia pulita grazie al biometano e al compost. Questi elementi permetteranno di chiudere la catena dell’economia circolare, un percorso da tempo suggerito dall’Unione Europea e da altri importanti enti ambientali mondiali in ambito di sviluppo sostenibile. In particolare, il biometano rappresenta un importante contributo per ridurre la dipendenza dalle importazioni e per consentire il passaggio da un’economia basata sui carburanti fossili ad una più pulita e sostenibile. Da sottolineare che, durante i lavori di revamping, l’impianto ha continuato a garantire la propria attività consentendo, nonostante la presenza del cantiere, conferimenti per oltre l’80% dei rifiuti organici, limitandone in tal modo l’invio fuori regione.  GLI SCARTI DIVENTANO BIOMETANO E COMPOST
Dai rifiuti all’energia, il passo è compiuto. Nel sito di Montespertoli, nel cuore della Città Metropolitana di Firenze, sono adesso in funzione due realtà impiantistiche, strettamente connesse, che trasformano i rifiuti biodegradabili in risorse tramite la digestione anaerobica e il compostaggio. La prima genera biogas, che dopo avere subito un processo di upgrading mediante la rimozione di anidride carbonica, viene trasformato in metano - con gli stessi standard qualitativi di quello di origine fossile - da impiegare come biocombustibile, con evidenti benefici ambientali. Nella seconda realtà impiantistica, il materiale solido ottenuto dalla digestione anaerobica, miscelato con rifiuti verdi quali sfalci e potature, viene processato e trasformato in compost di qualità elevata da utilizzare in agricoltura in sostituzione ai fertilizzanti chimici. 


DALLA DIGESTIONE ANAEROBICA ALL’ENERGIA 
Ma come funzionano i quattro digestori anaerobici di Montespertoli? Prima di tutto i rifiuti organici, differenziati nelle nostre case, subiscono un processo di pretrattamento che li rende idonei al processo di digestione. La matrice organica pretrattata viene quindi avviata alla sezione di digestione, vero e proprio punto nevralgico della valorizzazione energetica del rifiuto organico. Il processo biologico avviene in reattori riscaldati, al cui interno vengono instaurate le condizioni ottimali per la crescita e l’attività di microrganismi anaerobici che, in assenza di ossigeno, degradano la sostanza organica presente, producendo biogas composto da anidride carbonica e metano. Il biogas così ottenuto viene inviato alla sezione di upgrading dove, mediante una reazione con utilizzo di bicarbonato di potassio, è estratta l’anidride carbonica in modo da ottenere biometano con le medesime caratteristiche di quello da fonte fossile. Il biometano, divenuto così combustibile, viene inviato ai punti di distribuzione stradale. Appena Snam ultimerà il tratto di connessione con la dorsale toscana, Alia Multiutility potrà utilizzare la nuova interfaccia con la rete nazionale di distribuzione come vettore di allontanamento. La parte solida estratta dai reattori - il così detto ‘digestato’ – è invece inviata alla sezione di compostaggio dove subisce un ulteriore trattamento, previa miscelazione con altre matrici organiche, come ad esempio i rifiuti verdi da sfalci e potature, al fine di ottenere una miscela idonea al compostaggio in biocelle.

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La sostenibilità passa anche dai tappi dei nostri vini


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In occasione della Giornata Mondiale della Terra scendono in campo Winelivery e Amorim Cork Italia con un progetto dedicato alla sostenibilità: la campagna "Tappi x Tappi". In un mondo che richiede azioni concrete per la tutela dell’ambiente e delle persone, le due aziende si uniscono per lanciare un progetto che non solo celebra il riciclo del sughero, ma sosterrà anche famiglie in difficoltà, dimostrando che ogni piccolo gesto può fare la differenza. A partire dal 22 aprile e per 4 settimane tutti i clienti di Winelivery avranno l’opportunità di fare una scelta eco-responsabile: in occasione dei loro ordini, quando riceveranno le loro bottiglie, potranno consegnare i tappi di sughero usati al rider. Questi tappi intraprendono poi un viaggio verso una nuova vita, mentre i clienti verranno premiati con il corrispettivo in tappi virtuali nel loro Tappadanaio, il programma fedeltà dell’App per Bere ! Al termine dell’iniziativa, Winelivery si impegna a donare i tappi di sughero raccolti alla Onlus A Braccia Aperte, una organizzazione senza scopo di lucro che si dedica al sostegno delle famiglie in difficoltà attraverso varie iniziative, tra cui la distribuzione gratuita di vestiario usato per l'infanzia, l'accoglienza di famiglie con bambini ospedalizzati e la promozione del volontariato. A Braccia Aperte consegnerà i tappi raccolti ad Amorim Cork Italia, ricevendo in cambio un compenso a sostegno della loro causa. Trattandosi di un materiale riciclabile al 100% sarà poi Amorim Cork Italia a gestire l’avvio al riciclo. Amorim Cork Italia, infatti, si occupa di organizzare la loro riduzione in granina, che può essere utilizzata, quasi fosse una nuova materia prima, per varie applicazioni, dalla bioedilizia al design. Winelivery, conosciuto per la sua efficienza e qualità nel servizio di consegna a domicilio di bevande, insieme ad Amorim Cork Italia, leader mondiale nella produzione di tappi di sughero, dimostrano con "Tappi x Tappi" che le aziende possono essere motori di cambiamento.

In occasione della Giornata Mondiale della Terra scendono in campo Winelivery e Amorim Cork Italia con un progetto dedicato alla sostenibilità: la campagna "Tappi x Tappi". In un mondo che richiede azioni concrete per la tutela dell’ambiente e delle persone, le due aziende si uniscono per lanciare un progetto che non solo celebra il riciclo del sughero, ma sosterrà anche famiglie in difficoltà, dimostrando che ogni piccolo gesto può fare la differenza. A partire dal 22 aprile e per 4 settimane tutti i clienti di Winelivery avranno l’opportunità di fare una scelta eco-responsabile: in occasione dei loro ordini, quando riceveranno le loro bottiglie, potranno consegnare i tappi di sughero usati al rider. Questi tappi intraprendono poi un viaggio verso una nuova vita, mentre i clienti verranno premiati con il corrispettivo in tappi virtuali nel loro Tappadanaio, il programma fedeltà dell’App per Bere ! Al termine dell’iniziativa, Winelivery si impegna a donare i tappi di sughero raccolti alla Onlus A Braccia Aperte, una organizzazione senza scopo di lucro che si dedica al sostegno delle famiglie in difficoltà attraverso varie iniziative, tra cui la distribuzione gratuita di vestiario usato per l'infanzia, l'accoglienza di famiglie con bambini ospedalizzati e la promozione del volontariato. A Braccia Aperte consegnerà i tappi raccolti ad Amorim Cork Italia, ricevendo in cambio un compenso a sostegno della loro causa. Trattandosi di un materiale riciclabile al 100% sarà poi Amorim Cork Italia a gestire l’avvio al riciclo. Amorim Cork Italia, infatti, si occupa di organizzare la loro riduzione in granina, che può essere utilizzata, quasi fosse una nuova materia prima, per varie applicazioni, dalla bioedilizia al design. Winelivery, conosciuto per la sua efficienza e qualità nel servizio di consegna a domicilio di bevande, insieme ad Amorim Cork Italia, leader mondiale nella produzione di tappi di sughero, dimostrano con "Tappi x Tappi" che le aziende possono essere motori di cambiamento.

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Poste Italiane, nuova vita ai pacchi abbandonati


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Valori ritrovati è il progetto di economia circolare con cui Poste Italiane si impegna a dare nuova vita ai pacchi abbandonati, nato dalla collaborazione con la Fondazione Caritas Roma Onlus. Invece di trattarli come rifiuti, li affidano alla Fondazione Caritas Roma Onlus per aiutare le famiglie socialmente svantaggiate. Finora tutti quei pacchi che non potevano essere recapitati al destinatario né restituiti al mittente, prima di essere smaltiti e inviati al macero, restavano in carico ai depositi di SDA Express Courier, società del Gruppo Poste Italiane. Parliamo di un volume di circa quindicimila pacchi, pari allo 0,016% dei volumi complessivi, che trascorso il periodo di stoccaggio, previsto dalla normativa vigente ovvero dalle condizioni contrattuali, venivano smaltiti attraverso l’invio al macero. Ora, invece, i “colli anonimi” o “colli abbandonati” presenti presso il deposito di Pontecagnano Faiano (SA) trovano una nuova casa. Vengono infatti consegnati alla Fondazione Caritas Roma Onlus, che attraverso gli Empori della solidarietà possono destinare le donazioni ricevute per assistere le persone in condizioni di necessità.

Valori ritrovati è il progetto di economia circolare con cui Poste Italiane si impegna a dare nuova vita ai pacchi abbandonati, nato dalla collaborazione con la Fondazione Caritas Roma Onlus. Invece di trattarli come rifiuti, li affidano alla Fondazione Caritas Roma Onlus per aiutare le famiglie socialmente svantaggiate. Finora tutti quei pacchi che non potevano essere recapitati al destinatario né restituiti al mittente, prima di essere smaltiti e inviati al macero, restavano in carico ai depositi di SDA Express Courier, società del Gruppo Poste Italiane. Parliamo di un volume di circa quindicimila pacchi, pari allo 0,016% dei volumi complessivi, che trascorso il periodo di stoccaggio, previsto dalla normativa vigente ovvero dalle condizioni contrattuali, venivano smaltiti attraverso l’invio al macero. Ora, invece, i “colli anonimi” o “colli abbandonati” presenti presso il deposito di Pontecagnano Faiano (SA) trovano una nuova casa. Vengono infatti consegnati alla Fondazione Caritas Roma Onlus, che attraverso gli Empori della solidarietà possono destinare le donazioni ricevute per assistere le persone in condizioni di necessità.

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