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Street art sostenibile a Foligno, realizzato murales che cattura CO2


A Foligno il nuovo progetto "decARTbonization" promosso da Bioenerys, società del gruppo Snam, che coinvolge lo street artist Tvboy con un’opera che non solo abbellirà l'impianto di produzione di biometano della città umbra ma contribuirà, nel suo piccolo, a promuovere un positivo impatto sociale e ambientale, specialmente nella lotta all'inquinamento atmosferico attraverso la cattura della CO2.
 
Il murale, realizzato sui muri perimetrali dell’impianto, è stato realizzato infatti con vernici certificate e made in Italy (Airlite) in grado di assorbire, come un piccolo bosco urbano di 408 metri quadrati, la CO2 e altri elementi inquinanti come NOx e Pm10, le cosiddette polveri sottili che sono le principali responsabili dell’inquinamento urbano. Obiettivo primario dell’iniziativa, insieme al miglioramento estetico dell’impianto e alla pulizia dell'aria, è di sensibilizzare le comunità locali al rispetto dell’ambiente e coinvolgere le persone in dinamiche dall’impatto positivo e duraturo nei luoghi in cui opera Snam, che ha messo la sostenibilità al centro della propria strategia.
 
Il progetto decARTbonization nasce dalla “Centrale delle Idee” di Snam, iniziativa promossa da Snaminnova, il programma di open innovation dell’azienda che incentiva lo sviluppo di idee sostenibili e innovative attraverso un percorso di imprenditorialità interna all’azienda (intrapreneurship). L’idea che sta dietro a decARTbonization riflette l'impegno del Gruppo verso la sostenibilità ambientale e l'innovazione sociale, applicata trasversalmente in molteplici contesti e diffusa a più livelli. La scelta di realizzare il murale presso un impianto di biometano non è casuale. Il biometano è infatti una molecola decarbonizzata che rappresenta una delle soluzioni più promettenti per ridurre le emissioni di gas serra. L’impianto di biometano di Foligno, che trasforma rifiuti organici in energia pulita, è un esempio concreto del valore che può essere generato dalla circolarità e dalla creazione di nuove risorse da luoghi e materie già esistenti: un rifiuto che diventa energia, un impianto che diventa tela e un’opera d’arte che cattura CO2.

Rubrica: Dillo a Plaple

Tag: Ambiente Arte

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A Foligno il nuovo progetto "decARTbonization" promosso da Bioenerys, società del gruppo Snam, che coinvolge lo street artist Tvboy con un’opera che non solo abbellirà l'impianto di produzione di biometano della città umbra ma contribuirà, nel suo piccolo, a promuovere un positivo impatto sociale e ambientale, specialmente nella lotta all'inquinamento atmosferico attraverso la cattura della CO2.   Il murale, realizzato sui muri perimetrali dell’impianto, è stato realizzato infatti con vernici certificate e made in Italy (Airlite) in grado di assorbire, come un piccolo bosco urbano di 408 metri quadrati, la CO2 e altri elementi inquinanti come NOx e Pm10, le cosiddette polveri sottili che sono le principali responsabili dell’inquinamento urbano. Obiettivo primario dell’iniziativa, insieme al miglioramento estetico dell’impianto e alla pulizia dell'aria, è di sensibilizzare le comunità locali al rispetto dell’ambiente e coinvolgere le persone in dinamiche dall’impatto positivo e duraturo nei luoghi in cui opera Snam, che ha messo la sostenibilità al centro della propria strategia.   Il progetto decARTbonization nasce dalla “Centrale delle Idee” di Snam, iniziativa promossa da Snaminnova, il programma di open innovation dell’azienda che incentiva lo sviluppo di idee sostenibili e innovative attraverso un percorso di imprenditorialità interna all’azienda (intrapreneurship). L’idea che sta dietro a decARTbonization riflette l'impegno del Gruppo verso la sostenibilità ambientale e l'innovazione sociale, applicata trasversalmente in molteplici contesti e diffusa a più livelli. La scelta di realizzare il murale presso un impianto di biometano non è casuale. Il biometano è infatti una molecola decarbonizzata che rappresenta una delle soluzioni più promettenti per ridurre le emissioni di gas serra. L’impianto di biometano di Foligno, che trasforma rifiuti organici in energia pulita, è un esempio concreto del valore che può essere generato dalla circolarità e dalla creazione di nuove risorse da luoghi e materie già esistenti: un rifiuto che diventa energia, un impianto che diventa tela e un’opera d’arte che cattura CO2.

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"Prima di tutto la Pace", ad Assisi l'edizione straordinaria della marcia


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Si mobilita Assisi per una versione "small" dell'annuale marcia per la Pace, che nella sua interezza si terrà il 29 settembre. "Un appuntamento - secondo la Fondazione PerugiaAssisi per la Cultura della Pace - che mai come quest'anno è necessario e imperdibile per risvegliare le coscienze e fermare la follia bellicistica." Con partenza alle 15:00 da Santa Maria degli Angeli, si riuniranno tutti coloro che ancora credono in un mondo di pace e convivenza, che vogliono mettere fine a questa cultura dell'odio e della guerra. È ancora possibile, e lo dimostra l'incontro che si sta tenendo proprio adesso tra i Costruttori e le Costruttrici di pace, presso la Domus Pacis, sempre ad Assisi. "Prima di tutto la pace", questo lo slogan di quest'anno che vede mobilitate, insieme ai cittadini, Associazioni, Fondazioni, Istituzioni, tra cui anche Parlamentari Europei. Tutti riuniti con un solo scopo: risvegliare le coscienze e riportare di moda la cultura della cura dell'altro, dell'umanità e del pianeta.

Si mobilita Assisi per una versione "small" dell'annuale marcia per la Pace, che nella sua interezza si terrà il 29 settembre. "Un appuntamento - secondo la Fondazione PerugiaAssisi per la Cultura della Pace - che mai come quest'anno è necessario e imperdibile per risvegliare le coscienze e fermare la follia bellicistica." Con partenza alle 15:00 da Santa Maria degli Angeli, si riuniranno tutti coloro che ancora credono in un mondo di pace e convivenza, che vogliono mettere fine a questa cultura dell'odio e della guerra. È ancora possibile, e lo dimostra l'incontro che si sta tenendo proprio adesso tra i Costruttori e le Costruttrici di pace, presso la Domus Pacis, sempre ad Assisi. "Prima di tutto la pace", questo lo slogan di quest'anno che vede mobilitate, insieme ai cittadini, Associazioni, Fondazioni, Istituzioni, tra cui anche Parlamentari Europei. Tutti riuniti con un solo scopo: risvegliare le coscienze e riportare di moda la cultura della cura dell'altro, dell'umanità e del pianeta.

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Camminando si imparano inclusione e sostenibilità. Ad Orvieto il primo anno scolastico itinerante


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È iniziato da Orvieto il primo anno scolastico in cammino, Strade Maestre, uno straordinario progetto educativo che porterà una decina tra ragazze e ragazzi delle scuole superiori e alcune guide-insegnanti a svolgere un programma di studio itinerante, viaggiando zaino in spalla per nove mesi, da settembre 2024 a giugno 2025, lungo un percorso di oltre mille chilometri attraverso 12 regioni italiane: Umbria, Lazio, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il gruppo in partenza è formato da 8 giovani tra i 17 e i 18 anni – Anna, Ariele, Aron, Edoardo, Gioele, Lisa, Lolevia e Neri – provenienti da diverse parti d’Italia, una di loro dall’Australia, e da quattro guide-insegnanti Roberta Cortella, Marco Saverio Loperfido, Marcello Paolocci e Roberto Tigani. La “classe” in viaggio è supportata da una squadra composta da altri accompagnatori satelliti, guide-insegnanti che si uniranno al gruppo in determinati periodi e faranno attività online, per proporre approfondimenti su specifici argomenti e per formarsi sul campo per condurre i prossimi anni scolastici di Strade Maestre e altre esperienze di educazione in cammino. Il primo anno sulle Strade Maestre si svolge nell’arco di circa 240 giorni, con due pause per le vacanze di Natale e di Pasqua, e prevede un’alternanza tra giornate di cammino e periodi residenziali. I processi di apprendimento ruotano attorno all’esperienza del viaggio a piedi, alla vita in comune, alla sperimentazione di stili di vita sostenibili, agli incontri con le persone lungo la strada, alle visite di città, paesi, montagne, campagne, foreste, siti archeologici, musei, alla partecipazione a laboratori, convegni, spettacoli e altri eventi, cui fanno da filo conduttore le attività transdisciplinari proposte delle guide-insegnanti.

È iniziato da Orvieto il primo anno scolastico in cammino, Strade Maestre, uno straordinario progetto educativo che porterà una decina tra ragazze e ragazzi delle scuole superiori e alcune guide-insegnanti a svolgere un programma di studio itinerante, viaggiando zaino in spalla per nove mesi, da settembre 2024 a giugno 2025, lungo un percorso di oltre mille chilometri attraverso 12 regioni italiane: Umbria, Lazio, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il gruppo in partenza è formato da 8 giovani tra i 17 e i 18 anni – Anna, Ariele, Aron, Edoardo, Gioele, Lisa, Lolevia e Neri – provenienti da diverse parti d’Italia, una di loro dall’Australia, e da quattro guide-insegnanti Roberta Cortella, Marco Saverio Loperfido, Marcello Paolocci e Roberto Tigani. La “classe” in viaggio è supportata da una squadra composta da altri accompagnatori satelliti, guide-insegnanti che si uniranno al gruppo in determinati periodi e faranno attività online, per proporre approfondimenti su specifici argomenti e per formarsi sul campo per condurre i prossimi anni scolastici di Strade Maestre e altre esperienze di educazione in cammino. Il primo anno sulle Strade Maestre si svolge nell’arco di circa 240 giorni, con due pause per le vacanze di Natale e di Pasqua, e prevede un’alternanza tra giornate di cammino e periodi residenziali. I processi di apprendimento ruotano attorno all’esperienza del viaggio a piedi, alla vita in comune, alla sperimentazione di stili di vita sostenibili, agli incontri con le persone lungo la strada, alle visite di città, paesi, montagne, campagne, foreste, siti archeologici, musei, alla partecipazione a laboratori, convegni, spettacoli e altri eventi, cui fanno da filo conduttore le attività transdisciplinari proposte delle guide-insegnanti.

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“Dimora Verdeluce”, in Umbria un nuovo centro dedicato ai giovani che soffrono di DCA


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Fondazione Cotarella nasce in Umbria, tra Orvieto e Montecchio, e si è avvicinata con rispetto e attenzione ai giovani che soffrono di DCA. Fondazione Verdeluce insieme a Intesa Sanpaolo hanno deciso di realizzare una bellissima dimora di circa 400 metri quadri immersa nel verde: Dimora Verdeluce. Sarà un centro dedicato proprio ai giovani che soffrono di DCA, per la riabilitazione e socializzazione di chi ha superato la fase più acuta. Dimora Verdeluce fa parte del progetto Alimentarsi di Vita, il quale propone un percorso di accoglienza, con formula residenziale e diurna, per ragazzi e ragazze dai 12 ai 25 anni che hanno bisogno di rimettersi in gioco. Verranno coinvolti in laboratori ed esperienze formative grazie ad un orto ed un giardino didattico, una fattoria con animali da cortile, sentieri dedicati al trekking, percorsi di orientamento nel bosco e strutture sportive per attività all’aria aperta. Grazie ai laboratori, i ragazzi potranno scoprire il fascino della cucina, accogliere le emozioni legate ai sapori e ai profumi, farsi appassionare da colori e creatività. Insieme proveremo a trasformare obblighi e divieti in una scelta libera e consapevole. Circa 200 tra ragazzi e ragazze all’anno ospitati in formula residenziale e diurna. I ragazzi parteciperanno ai percorsi di laboratorio e riabilitativi. Inoltre, per assicurare una maggiore coerenza ed efficacia dei percorsi, a loro supporto troveranno altre figure a cui sarà fornita adeguata formazione come operatori scolastici, sportivi e sanitari con cui entreranno in contatto quotidiano.

Fondazione Cotarella nasce in Umbria, tra Orvieto e Montecchio, e si è avvicinata con rispetto e attenzione ai giovani che soffrono di DCA. Fondazione Verdeluce insieme a Intesa Sanpaolo hanno deciso di realizzare una bellissima dimora di circa 400 metri quadri immersa nel verde: Dimora Verdeluce. Sarà un centro dedicato proprio ai giovani che soffrono di DCA, per la riabilitazione e socializzazione di chi ha superato la fase più acuta. Dimora Verdeluce fa parte del progetto Alimentarsi di Vita, il quale propone un percorso di accoglienza, con formula residenziale e diurna, per ragazzi e ragazze dai 12 ai 25 anni che hanno bisogno di rimettersi in gioco. Verranno coinvolti in laboratori ed esperienze formative grazie ad un orto ed un giardino didattico, una fattoria con animali da cortile, sentieri dedicati al trekking, percorsi di orientamento nel bosco e strutture sportive per attività all’aria aperta. Grazie ai laboratori, i ragazzi potranno scoprire il fascino della cucina, accogliere le emozioni legate ai sapori e ai profumi, farsi appassionare da colori e creatività. Insieme proveremo a trasformare obblighi e divieti in una scelta libera e consapevole. Circa 200 tra ragazzi e ragazze all’anno ospitati in formula residenziale e diurna. I ragazzi parteciperanno ai percorsi di laboratorio e riabilitativi. Inoltre, per assicurare una maggiore coerenza ed efficacia dei percorsi, a loro supporto troveranno altre figure a cui sarà fornita adeguata formazione come operatori scolastici, sportivi e sanitari con cui entreranno in contatto quotidiano.

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Bosco Monini, un polmone verde per combattere l’inquinamento dell’aria


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Il nuovo oliveto da 700 mila piante realizzato da Monini tra Umbria e Toscana è pronto per la prima raccolta che prenderà il via a ottobre. Ad annunciare il nuovo traguardo del progetto Bosco Monini, lanciato nel 2020 e che prevede di toccare quota un milione di nuovi ulivi entro il 2030. L’obiettivo è infatti quello di creare un polmone verde nel Centro Italia capace di combattere l’inquinamento dell’aria – l’olivo è infatti una delle specie arboree più idonea a ridurre la concentrazione di particolato nell’atmosfera - ma anche di contribuire in maniera sostenibile alla produzione di olio extravergine di oliva biologico 100% italiano e di alta qualità.

Il nuovo oliveto da 700 mila piante realizzato da Monini tra Umbria e Toscana è pronto per la prima raccolta che prenderà il via a ottobre. Ad annunciare il nuovo traguardo del progetto Bosco Monini, lanciato nel 2020 e che prevede di toccare quota un milione di nuovi ulivi entro il 2030. L’obiettivo è infatti quello di creare un polmone verde nel Centro Italia capace di combattere l’inquinamento dell’aria – l’olivo è infatti una delle specie arboree più idonea a ridurre la concentrazione di particolato nell’atmosfera - ma anche di contribuire in maniera sostenibile alla produzione di olio extravergine di oliva biologico 100% italiano e di alta qualità.

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Eremito, il primo eco eremo laico resort in Italia, nel cuore verde dell’Umbria


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EREMITO Società Benefit, un eremo laico e contemporaneo nel cuore verde dell’Umbria, abbracciato da oltre 3000 ettari di Riserva Naturale UNESCO, riceve con orgoglio la prestigiosa certificazione B Corp e diventa il primo Eco Resort in Italia certificato da B Lab. “L’ottenimento della certificazione B Corp è il risultato tangibile dell'impegno di un'azienda nell’adottare gli melevati standard B Lab per misurare, migliorare e promuovere pratiche sociali, ambientali e di governance. Questo è ciò che intendiamo per ottenere un impatto concreto sulle persone e sull’ambiente. Siamo orgogliosi di accogliere Eremito all’interno del movimento delle B Corp, e ci auguriamo che il suo impegno possa essere di ispirazione per la community delle B Corp e per altre imprese che vogliono iniziare questo percorso verso paradigmi rigenerativi” ha commentato Anna Puccio, Managing Director di B Lab Italia. Eremito è l’ultimo nato dalla mente creativa e imprenditoriale di Marcello Murzilli, da decenni precursore di una nuova filosofia di turismo Green: negli anni ’80 Marcello crea il marchio “El Charro“, in seguito decide di girare il mondo con una storica imbarcazione a vela e approdato sulla costa del Pacifico messicano, costruisce e gestisce per 14 anni l’ Hotelito, un eco-resort premiato a Londra come “One of the top five EcoResort in the World”. Ritornato in Italia inaugura Eremito, facendolo diventare a breve un punto di riferimento per il turismo di lusso per “Solo Traveller”, che oggi viene scelto anche da coppie e persone da tutto il mondo, spinte dalla necessità di distaccarsi dalla tecnologia e riconnettersi a sé, nella natura, ritrovando il Lusso dell’Essenziale. La struttura originale è stata recuperata con attenzione ai dettagli storici e alla sostenibilità, supportati da Matteo Murzilli, che ha coordinato e seguito anche tutto il processo di certificazione B Corp: impianto fotovoltaico che copre oltre il 100% dei consumi, sistemi di riscaldamento e raffrescamento a pavimento, impianti solari termici e un concentratore solare ad inseguimento. L'edificio ha una classe energetica A4 e l'irrigazione avviene tramite acqua piovana raccolta. Il ristorante vegetariano utilizza prodotti biologici autoprodotti e locali, riducendo al minimo i rifiuti e promuovendo pratiche Plastic Free. La certificazione B Corp è un ulteriore riconoscimento dell'impegno di Eremito verso un futuro più sostenibile, confermando il suo ruolo pionieristico nell'hotellerie italiana e dimostrando come sia possibile coniugare ospitalità di alta qualità e impegno concreto verso la responsabilità sociale. Eremito con la sua recente certificazione rafforza ulteriormente la posizione dell'Italia nel panorama dell'ospitalità sostenibile globale.

EREMITO Società Benefit, un eremo laico e contemporaneo nel cuore verde dell’Umbria, abbracciato da oltre 3000 ettari di Riserva Naturale UNESCO, riceve con orgoglio la prestigiosa certificazione B Corp e diventa il primo Eco Resort in Italia certificato da B Lab. “L’ottenimento della certificazione B Corp è il risultato tangibile dell'impegno di un'azienda nell’adottare gli melevati standard B Lab per misurare, migliorare e promuovere pratiche sociali, ambientali e di governance. Questo è ciò che intendiamo per ottenere un impatto concreto sulle persone e sull’ambiente. Siamo orgogliosi di accogliere Eremito all’interno del movimento delle B Corp, e ci auguriamo che il suo impegno possa essere di ispirazione per la community delle B Corp e per altre imprese che vogliono iniziare questo percorso verso paradigmi rigenerativi” ha commentato Anna Puccio, Managing Director di B Lab Italia. Eremito è l’ultimo nato dalla mente creativa e imprenditoriale di Marcello Murzilli, da decenni precursore di una nuova filosofia di turismo Green: negli anni ’80 Marcello crea il marchio “El Charro“, in seguito decide di girare il mondo con una storica imbarcazione a vela e approdato sulla costa del Pacifico messicano, costruisce e gestisce per 14 anni l’ Hotelito, un eco-resort premiato a Londra come “One of the top five EcoResort in the World”. Ritornato in Italia inaugura Eremito, facendolo diventare a breve un punto di riferimento per il turismo di lusso per “Solo Traveller”, che oggi viene scelto anche da coppie e persone da tutto il mondo, spinte dalla necessità di distaccarsi dalla tecnologia e riconnettersi a sé, nella natura, ritrovando il Lusso dell’Essenziale. La struttura originale è stata recuperata con attenzione ai dettagli storici e alla sostenibilità, supportati da Matteo Murzilli, che ha coordinato e seguito anche tutto il processo di certificazione B Corp: impianto fotovoltaico che copre oltre il 100% dei consumi, sistemi di riscaldamento e raffrescamento a pavimento, impianti solari termici e un concentratore solare ad inseguimento. L'edificio ha una classe energetica A4 e l'irrigazione avviene tramite acqua piovana raccolta. Il ristorante vegetariano utilizza prodotti biologici autoprodotti e locali, riducendo al minimo i rifiuti e promuovendo pratiche Plastic Free. La certificazione B Corp è un ulteriore riconoscimento dell'impegno di Eremito verso un futuro più sostenibile, confermando il suo ruolo pionieristico nell'hotellerie italiana e dimostrando come sia possibile coniugare ospitalità di alta qualità e impegno concreto verso la responsabilità sociale. Eremito con la sua recente certificazione rafforza ulteriormente la posizione dell'Italia nel panorama dell'ospitalità sostenibile globale.

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Nestlé, le nocciole da scarto a cibo per animali


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Il Gruppo Nestlé in Italia è partner del progetto sperimentale “Live-Haze”, finanziato da fondi PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale) del Ministero dell’Università e della Ricerca, che ha come obiettivo la riduzione e la valorizzazione degli scarti agroindustriali e il loro impiego nei mangimi per gli animali in ottica di economia circolare e di sostenibilità nel settore agroalimentare. Oltre alle diverse aziende del comparto, l’iniziativa vede l’importante partecipazione di un team di ricercatori di cinque Atenei italiani: Università di Torino (Principal Investigator del progetto Prof. Claudio Forte), Università di Catania (responsabile di Unità: Prof. Alessandro Priolo), Università degli Studi di Milano (responsabile di Unità: Prof. Davide Pravettoni), Università degli Studi di Perugia (responsabile di Unità: Prof. Massimo Trabalza Marinucci) e Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (responsabile di Unità: Prof. Domenico Pietro Lo Fiego). Le cuticole di nocciola solitamente vengono separate dal frutto durante la fase di tostatura e gestite come scarti. Il loro utilizzo nell’alimentazione per gli animali risulterebbe particolarmente idoneo grazie all’elevata concentrazione di polisaccaridi, acidi grassi e sostanze antiossidanti come i tocoferoli. Al contempo, rappresenta una valida soluzione per contribuire a ridurre gli sprechi a tutti i livelli della filiera, incentivando pratiche di economia circolare. Il progetto di ricerca si articola in diverse fasi: parte dalla caratterizzazione delle cuticole di nocciola e dalla creazione di un estratto green di polifenoli per poi passare alle prove in vivo. Dopo aver studiato gli effetti in vivo sull’ossidazione, il microbiota, le prestazioni e su altri fattori, si procede all’analisi dei derivati, ovvero carne e latte. Contemporaneamente viene condotta un’indagine sugli impatti di questa idea circolare valutando l’accettabilità sociale e di sostenibilità ambientale, guidata dal Prof. Simone Blanc di UniTo, mediante il coinvolgimento di consumatori e delle aziende che aderiscono al progetto. Nestlé da anni si impegna per la sostenibilità del business, lavorando su diversi fronti per accelerare la transizione verso un sistema alimentare rigenerativo, dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere quota zero entro il 2050, migliorare la riciclabilità e il riutilizzo del packaging dei propri prodotti e adottare nuovi modelli di economia circolare. Per il progetto “Live-Haze” metterà a disposizione gli scarti di produzione delle nocciole del suo stabilimento Perugina di San Sisto (PG).

Il Gruppo Nestlé in Italia è partner del progetto sperimentale “Live-Haze”, finanziato da fondi PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale) del Ministero dell’Università e della Ricerca, che ha come obiettivo la riduzione e la valorizzazione degli scarti agroindustriali e il loro impiego nei mangimi per gli animali in ottica di economia circolare e di sostenibilità nel settore agroalimentare. Oltre alle diverse aziende del comparto, l’iniziativa vede l’importante partecipazione di un team di ricercatori di cinque Atenei italiani: Università di Torino (Principal Investigator del progetto Prof. Claudio Forte), Università di Catania (responsabile di Unità: Prof. Alessandro Priolo), Università degli Studi di Milano (responsabile di Unità: Prof. Davide Pravettoni), Università degli Studi di Perugia (responsabile di Unità: Prof. Massimo Trabalza Marinucci) e Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (responsabile di Unità: Prof. Domenico Pietro Lo Fiego). Le cuticole di nocciola solitamente vengono separate dal frutto durante la fase di tostatura e gestite come scarti. Il loro utilizzo nell’alimentazione per gli animali risulterebbe particolarmente idoneo grazie all’elevata concentrazione di polisaccaridi, acidi grassi e sostanze antiossidanti come i tocoferoli. Al contempo, rappresenta una valida soluzione per contribuire a ridurre gli sprechi a tutti i livelli della filiera, incentivando pratiche di economia circolare. Il progetto di ricerca si articola in diverse fasi: parte dalla caratterizzazione delle cuticole di nocciola e dalla creazione di un estratto green di polifenoli per poi passare alle prove in vivo. Dopo aver studiato gli effetti in vivo sull’ossidazione, il microbiota, le prestazioni e su altri fattori, si procede all’analisi dei derivati, ovvero carne e latte. Contemporaneamente viene condotta un’indagine sugli impatti di questa idea circolare valutando l’accettabilità sociale e di sostenibilità ambientale, guidata dal Prof. Simone Blanc di UniTo, mediante il coinvolgimento di consumatori e delle aziende che aderiscono al progetto. Nestlé da anni si impegna per la sostenibilità del business, lavorando su diversi fronti per accelerare la transizione verso un sistema alimentare rigenerativo, dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere quota zero entro il 2050, migliorare la riciclabilità e il riutilizzo del packaging dei propri prodotti e adottare nuovi modelli di economia circolare. Per il progetto “Live-Haze” metterà a disposizione gli scarti di produzione delle nocciole del suo stabilimento Perugina di San Sisto (PG).

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Un concerto per i bambini vittime della guerra


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Si rinnova il tradizionale appuntamento con il Concerto di Pasqua in Duomo. Mercoledì 20 marzo alle ore 18 la Cattedrale di Orvieto ospiterà l’evento inserito nel Progetto “Omaggio all’Umbria” e anche quest’anno dedicato a tutti i bambini vittime delle guerre che si sono scatenate nel Mondo Protagonista del concerto di Pasqua 2024 sarà l’Orchestra del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, alla sua sedicesima partecipazione, diretta da Daniele Gatti, un prestigioso direttore d’orchestra nominato di recente direttore principale del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino dopo aver guidato più volte prestigiose orchestre come la Wiener Philharmoniker Orchestra, l’Orchestra dei Berliner Philharmoniker, la Royal Philarmonic Orchestra, la Royal Concertgebouw Orchestra, l’Orchestra della Scala di Milano, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Nel 2006 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito la onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. In programma la suite per orchestra ”Nobilissima Visione” di Paul Hindemith, la “Trauersymphonie” di Franz Joseph Haydn e ”L’Incantesimo del Venerdì Santo” di Richard Wagner. Il concerto sarà registrato dalla Rai mercoledì 20 marzo alle ore 18 nel Duomo di Orvieto e sarà trasmesso su Rai 1 il Venerdì Santo dopo la Via Crucis e su Rai 5 più volte nei giorni successivi la messa in onda su Rai 1. L’ingresso è libero fino ad esaurimento della capienza possibile. Presenti saranno i volontari dell’Unicef che patrocina il progetto Omaggio all’Umbria dal 2008 e di cui la presidente, Laura Musella, è stata nominata nel 2008 testimonial per l’Umbria. L’iniziativa è realizzato dall’associazione Omaggio all’Umbria finanziata dal F.U.S, con il contributo della Regione Umbria, Banca Intesa San Paolo,  Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Sviluppumbria (POR FESR 2014 2020 bando per progetti dello spettacolo dal vivo), e Camera di Commercio dell’Umbria, con la collaborazione dell’Opera del Duomo di Orvieto e il patrocinio del Ministero della Cultura , Regione Umbria,  Comune di Orvieto, Università per Stranieri di Perugia e Unicef Italia.

Si rinnova il tradizionale appuntamento con il Concerto di Pasqua in Duomo. Mercoledì 20 marzo alle ore 18 la Cattedrale di Orvieto ospiterà l’evento inserito nel Progetto “Omaggio all’Umbria” e anche quest’anno dedicato a tutti i bambini vittime delle guerre che si sono scatenate nel Mondo Protagonista del concerto di Pasqua 2024 sarà l’Orchestra del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, alla sua sedicesima partecipazione, diretta da Daniele Gatti, un prestigioso direttore d’orchestra nominato di recente direttore principale del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino dopo aver guidato più volte prestigiose orchestre come la Wiener Philharmoniker Orchestra, l’Orchestra dei Berliner Philharmoniker, la Royal Philarmonic Orchestra, la Royal Concertgebouw Orchestra, l’Orchestra della Scala di Milano, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Nel 2006 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito la onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. In programma la suite per orchestra ”Nobilissima Visione” di Paul Hindemith, la “Trauersymphonie” di Franz Joseph Haydn e ”L’Incantesimo del Venerdì Santo” di Richard Wagner. Il concerto sarà registrato dalla Rai mercoledì 20 marzo alle ore 18 nel Duomo di Orvieto e sarà trasmesso su Rai 1 il Venerdì Santo dopo la Via Crucis e su Rai 5 più volte nei giorni successivi la messa in onda su Rai 1. L’ingresso è libero fino ad esaurimento della capienza possibile. Presenti saranno i volontari dell’Unicef che patrocina il progetto Omaggio all’Umbria dal 2008 e di cui la presidente, Laura Musella, è stata nominata nel 2008 testimonial per l’Umbria. L’iniziativa è realizzato dall’associazione Omaggio all’Umbria finanziata dal F.U.S, con il contributo della Regione Umbria, Banca Intesa San Paolo,  Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Sviluppumbria (POR FESR 2014 2020 bando per progetti dello spettacolo dal vivo), e Camera di Commercio dell’Umbria, con la collaborazione dell’Opera del Duomo di Orvieto e il patrocinio del Ministero della Cultura , Regione Umbria,  Comune di Orvieto, Università per Stranieri di Perugia e Unicef Italia.

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Angsa Umbria, impegno e sensibilizzazione al tema autismo


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Per PlapleTv il racconto di AngsaUmbriaOnlus Dal 2000 un supporto concreto per bambini, ragazzi e adulti affetti dal disturbo dello spettro autistico. Contribuire a percorsi di integrazione, favorire la conoscenza e la sensibilizzazione del territorio sono tra le mission dell'associazione impegnata sul territorio. Tra le attività svolte, quella de "La Semente". Si tratta di un centro diurno semiresidenziale, nello specifico, è una struttura terapeutico- riabilitativa della rete complessiva di risorse e servizi afferenti al Dipartimento di Salute Mentale delle Aziende sanitarie. Il centro accoglie giovani e adulti con una diagnosi di disturbo dello spettro autistico. Il centro riabilitativo semiresidenziale, che vanta un personale formato e qualificato con un’equipe multi-professionale, ha come obiettivi primari quelli del mantenimento delle abilità acquisite durante l’età evolutiva e del trasferimento delle capacità atte all’inserimento lavorativo di giovani/adulti autistici, così

Per PlapleTv il racconto di AngsaUmbriaOnlus Dal 2000 un supporto concreto per bambini, ragazzi e adulti affetti dal disturbo dello spettro autistico. Contribuire a percorsi di integrazione, favorire la conoscenza e la sensibilizzazione del territorio sono tra le mission dell'associazione impegnata sul territorio. Tra le attività svolte, quella de "La Semente". Si tratta di un centro diurno semiresidenziale, nello specifico, è una struttura terapeutico- riabilitativa della rete complessiva di risorse e servizi afferenti al Dipartimento di Salute Mentale delle Aziende sanitarie. Il centro accoglie giovani e adulti con una diagnosi di disturbo dello spettro autistico. Il centro riabilitativo semiresidenziale, che vanta un personale formato e qualificato con un’equipe multi-professionale, ha come obiettivi primari quelli del mantenimento delle abilità acquisite durante l’età evolutiva e del trasferimento delle capacità atte all’inserimento lavorativo di giovani/adulti autistici, così

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Dopo 22 anni Gattuso si rade la barba per una nobile ragione


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Gennaro Gattuso, ex stella del Milan, dopo 22 anni ha deciso di tagliarsi la barba per un’azione umanitaria molto importante. In occasione dell’evento di beneficenza organizzato da Beard Auction sono stati raccolti 150.000 euro a scopo benefico per la lotta al cancro.

Gennaro Gattuso, ex stella del Milan, dopo 22 anni ha deciso di tagliarsi la barba per un’azione umanitaria molto importante. In occasione dell’evento di beneficenza organizzato da Beard Auction sono stati raccolti 150.000 euro a scopo benefico per la lotta al cancro.

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GustAbile, l’olio EVO realizzato da ragazzi diversamente abili


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A Bari nasce GustAbile, l’olio extravergine d’oliva che ha visto il coinvolgimento di ragazzi diversamente abili. GustAbile fa parte del progetto “Coltivando Abilità”, simbolo di inclusione sociale, sostenibilità ambientale e valorizzazione delle eccellenze agroalimentari. Questo brand rappresenta il frutto del lavoro e dell’impegno dei partecipanti, offrendo al mercato prodotti di qualità realizzati con cura e rispetto per l’ambiente. Il progetto “Coltivando Abilità” è promosso dalla Tersan Puglia di Modugno insieme alle cooperative sociali Must e Zip. Mira a promuovere la sostenibilità sociale ed economica attraverso l’inclusione lavorativa di persone con disabilità, valorizzando al contempo pratiche agricole rispettose dell’ambiente.

A Bari nasce GustAbile, l’olio extravergine d’oliva che ha visto il coinvolgimento di ragazzi diversamente abili. GustAbile fa parte del progetto “Coltivando Abilità”, simbolo di inclusione sociale, sostenibilità ambientale e valorizzazione delle eccellenze agroalimentari. Questo brand rappresenta il frutto del lavoro e dell’impegno dei partecipanti, offrendo al mercato prodotti di qualità realizzati con cura e rispetto per l’ambiente. Il progetto “Coltivando Abilità” è promosso dalla Tersan Puglia di Modugno insieme alle cooperative sociali Must e Zip. Mira a promuovere la sostenibilità sociale ed economica attraverso l’inclusione lavorativa di persone con disabilità, valorizzando al contempo pratiche agricole rispettose dell’ambiente.

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Reshoring, trasporto navale e pannelli solari: il programma che premia la moda sostenibile


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Cinquanta aziende italiane della filiera moda hanno intrapreso un percorso concreto per ridurre le proprie emissioni di CO2, aderendo al programma 4S PLANET che monitora l'impatto su materie prime, energia e logistica. Dal ritorno della produzione in Italia alla scelta del trasporto navale invece che aereo, dall'installazione di pannelli solari all'elettrificazione dei processi: le iniziative messe in campo dimostrano come il settore stia passando dalle parole ai fatti nella lotta al cambiamento climatico. La notizia arriva mentre si è appena conclusa la COP29 di Baku, confermando quanto i negoziati sul clima possano essere lunghi e faticosi. Il programma europeo Copernicus annuncia che il 2024 sarà il primo anno in cui la temperatura media globale supererà stabilmente di 1,5 gradi centigradi i livelli preindustriali, la soglia che l'Accordo di Parigi auspicava di non oltrepassare prima della fine del secolo. Le 50 aziende che hanno aderito a 4S PLANET stanno implementando azioni in quattro aree strategiche: 1. Ripensare l'approvvigionamento: "Alcune zone possono garantire costi più bassi nel breve termine, ma essere più vulnerabili all'impatto della crisi climatica, a causa di scarsità d’acqua, eventi meteo estremi, temperature estreme che rendono più difficile la produzione ecc. L’azienda è chiamata a valutare questi trend negli anni a venire, salvaguardando la propria business continuity”, sottolinea Francesca Rulli. 2. Innovare macchinari e impianti: Qui la capacità di innovazione, investimento e gestione manageriale fa la differenza. La sostenibilità talvolta viene ancora descritta come un costo ma in realtà è un investimento, anche perché porta a ottimizzare le risorse generando quindi un vantaggio competitivo”, continua Rulli. 3. Convertire le fonti energetiche: "Da un lato bisogna agire sull'elettrificazione, sostituendo ove possibile il gas metano, dall'altro assicurarsi che questa energia arrivi da fonti rinnovabili, attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici e la scelta di fornitori di energia verde". 4. Trasformare la logistica: "Il reshoring delle produzioni in Italia è positivo perché l'UE vanta normative evolute in termini ambientali e sociali. Per il trasporto merci, la nave è preferibile all'aereo, mentre per la mobilità aziendale si punta su modelli elettrici e ibridi". Il settore della moda è responsabile di una quota significativa delle emissioni globali, stimata tra il 2% e l'8% del totale. La produzione di fibre tessili è più che raddoppiata, passando da 58 milioni di tonnellate nel 2000 a 124 milioni nel 2023 (fonte: Textile Exchange), con il poliestere che rappresenta il 57% del totale. Ogni cittadino europeo consuma quasi 26 kg di prodotti tessili all'anno e ne smaltisce circa 11, perlopiù inceneriti o portati in discarica (87%).

Cinquanta aziende italiane della filiera moda hanno intrapreso un percorso concreto per ridurre le proprie emissioni di CO2, aderendo al programma 4S PLANET che monitora l'impatto su materie prime, energia e logistica. Dal ritorno della produzione in Italia alla scelta del trasporto navale invece che aereo, dall'installazione di pannelli solari all'elettrificazione dei processi: le iniziative messe in campo dimostrano come il settore stia passando dalle parole ai fatti nella lotta al cambiamento climatico. La notizia arriva mentre si è appena conclusa la COP29 di Baku, confermando quanto i negoziati sul clima possano essere lunghi e faticosi. Il programma europeo Copernicus annuncia che il 2024 sarà il primo anno in cui la temperatura media globale supererà stabilmente di 1,5 gradi centigradi i livelli preindustriali, la soglia che l'Accordo di Parigi auspicava di non oltrepassare prima della fine del secolo. Le 50 aziende che hanno aderito a 4S PLANET stanno implementando azioni in quattro aree strategiche: 1. Ripensare l'approvvigionamento: "Alcune zone possono garantire costi più bassi nel breve termine, ma essere più vulnerabili all'impatto della crisi climatica, a causa di scarsità d’acqua, eventi meteo estremi, temperature estreme che rendono più difficile la produzione ecc. L’azienda è chiamata a valutare questi trend negli anni a venire, salvaguardando la propria business continuity”, sottolinea Francesca Rulli. 2. Innovare macchinari e impianti: Qui la capacità di innovazione, investimento e gestione manageriale fa la differenza. La sostenibilità talvolta viene ancora descritta come un costo ma in realtà è un investimento, anche perché porta a ottimizzare le risorse generando quindi un vantaggio competitivo”, continua Rulli. 3. Convertire le fonti energetiche: "Da un lato bisogna agire sull'elettrificazione, sostituendo ove possibile il gas metano, dall'altro assicurarsi che questa energia arrivi da fonti rinnovabili, attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici e la scelta di fornitori di energia verde". 4. Trasformare la logistica: "Il reshoring delle produzioni in Italia è positivo perché l'UE vanta normative evolute in termini ambientali e sociali. Per il trasporto merci, la nave è preferibile all'aereo, mentre per la mobilità aziendale si punta su modelli elettrici e ibridi". Il settore della moda è responsabile di una quota significativa delle emissioni globali, stimata tra il 2% e l'8% del totale. La produzione di fibre tessili è più che raddoppiata, passando da 58 milioni di tonnellate nel 2000 a 124 milioni nel 2023 (fonte: Textile Exchange), con il poliestere che rappresenta il 57% del totale. Ogni cittadino europeo consuma quasi 26 kg di prodotti tessili all'anno e ne smaltisce circa 11, perlopiù inceneriti o portati in discarica (87%).

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