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RisorgiMarche, il festival inclusivo, solidale ed ecosostenibile


Un festival diffuso nel territorio interessato dalle scosse sismiche del 2016 che fosse al contempo occasione di incontro e di confronto tra tante persone provenienti da tutta Italia, con opportunità di rilancio turistico, necessità di tenere accesi i riflettori su zone a rischio di oblio da parte dei media e dell’opinione pubblica, volontà di ribadire la bellezza del territorio e la sua inalterata capacità di accoglienza, desiderio di essere vicini anche fisicamente alle comunità colpite dal terremoto.
Concerti pomeridiani che si svolgono sui prati montani e nei borghi dei territori colpiti dal sisma, in luoghi sicuri ed accessibili, raggiungibili dal pubblico attraverso un percorso di qualche chilometro, adatto a tutte le età, da coprire esclusivamente a piedi o in bicicletta.

RisorgiMarche vede la collaborazione con Anffass, per sostenere la casa del Cuore nei sibillini. Oltre a questa collaborazione, vi è anche quella con microbiscottificio Frolla, in cui lavorano ragazzi con disabilità, o con il birrificio Acca. Qui vi lavorano adolescenti e giovani adulti con diagnosi dello spettro autistico.

Questo concerto comprende brani del repertorio sacro della tradizione sarda e musiche che il violoncellista olandese ha composto come colonna sonora per alcuni film diretti da Werner Herzog: opere cinematografiche, a dir poco visionarie, sulle quali la musica di Reijseger si adagia come un velo magico, contribuendo a creare un effetto ipnotico fuori dal tempo. Da un lato il virtuosismo di Reijseger, che sorprende per la tecnica alquanto trasgressiva e la capacità di trasformare in poesia anche la sperimentazione sonora, dall’altro le screziature armoniche del canto tradizionale sardo dei Cuncordu e Tenore de Orosei: i contrasti espressivi tra jazz d’avanguardia e musica sacra di origine etnica promettono di sprigionare un fascino arcano e conturbante.

Rubrica: Dillo a Plaple

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Un festival diffuso nel territorio interessato dalle scosse sismiche del 2016 che fosse al contempo occasione di incontro e di confronto tra tante persone provenienti da tutta Italia, con opportunità di rilancio turistico, necessità di tenere accesi i riflettori su zone a rischio di oblio da parte dei media e dell’opinione pubblica, volontà di ribadire la bellezza del territorio e la sua inalterata capacità di accoglienza, desiderio di essere vicini anche fisicamente alle comunità colpite dal terremoto. Concerti pomeridiani che si svolgono sui prati montani e nei borghi dei territori colpiti dal sisma, in luoghi sicuri ed accessibili, raggiungibili dal pubblico attraverso un percorso di qualche chilometro, adatto a tutte le età, da coprire esclusivamente a piedi o in bicicletta. RisorgiMarche vede la collaborazione con Anffass, per sostenere la casa del Cuore nei sibillini. Oltre a questa collaborazione, vi è anche quella con microbiscottificio Frolla, in cui lavorano ragazzi con disabilità, o con il birrificio Acca. Qui vi lavorano adolescenti e giovani adulti con diagnosi dello spettro autistico. Questo concerto comprende brani del repertorio sacro della tradizione sarda e musiche che il violoncellista olandese ha composto come colonna sonora per alcuni film diretti da Werner Herzog: opere cinematografiche, a dir poco visionarie, sulle quali la musica di Reijseger si adagia come un velo magico, contribuendo a creare un effetto ipnotico fuori dal tempo. Da un lato il virtuosismo di Reijseger, che sorprende per la tecnica alquanto trasgressiva e la capacità di trasformare in poesia anche la sperimentazione sonora, dall’altro le screziature armoniche del canto tradizionale sardo dei Cuncordu e Tenore de Orosei: i contrasti espressivi tra jazz d’avanguardia e musica sacra di origine etnica promettono di sprigionare un fascino arcano e conturbante.

Dillo a Plaple

La didattica incontra l’orto botanico innovativo


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La serra SmartyBall è il giusto mini-ambiente per realizzare un orto didattico innovativo attento alla sostenibilità e con un design ricercato, fresco e contemporaneo che arreda ogni spazio esterno, dove si pone con raffinatezza sia in contesti storici che moderni.
In definitiva è ideale per realizzare i progetti PON EDUGREEN e LABORATORI GREEN per avvicinare gli studenti alle tematiche legate alla transizione ecologica. In SmartyBall, infatti, si entra dalla porta in metacrilato in una tecnologica bolla con robuste superfici trasparenti. Sui lati corti sono sistemati i vasi su cui coltivare gli ortaggi, le erbe aromatiche, le piante ornamentali…su uno o più piani.
Gli studenti si scoprono piccoli esploratori del verde della serra-bolla, dove tecnologia e natura trovano un impensato connubio, tutto questo in uno spazio raccolto ma organizzato per poter gestire le piante dalla semina fino allo sviluppo e all’eventuale raccolta dei frutti. Una serra automatizzata da esterno che permette il coinvolgimento didattico durante tutto l’anno. La serra SmartyBall, è anche un vero laboratorio per la sensibilizzazione alla gestione dei consumi e quindi alla sostenibilità, dove l’attività di gestione automatica dell’irrigazione e illuminazione sfrutta anche l’energia solare. Per questo, può essere dichiarata un sistema mild hybrid dove l’energia della rete viene utilizzata in aiuto a quella solare qualora necessario. Inoltre se collegata ad un eventuale accumulo di acque piovane, disponibile o realizzabile nella struttura scolastica, diverrebbe autonoma anche dal punto di vista idrico. L’energia solare è trasformata in elettrica da due pannelli fotovoltaici e messa a servizio della serra insieme alla rete elettrica. Quindi tutti i dispositivi smart wifi compresa la consolle (Alexa o Google Home) con schermo touch con i comandi vocali e anche la diffusione di musica, dispongono nei periodi più assolati di energia con notevole risparmio di risorse. La ventilazione automatica è affidata ad una silenziosa ventola ad alta portata e basso assorbimento.
L’acqua, inoltre, è finemente regolata e dispensata grazie a un sistema di irrigazione a goccia con 4 sezioni indipendenti e programmabili ciascuna tramite app.
Un sistema autonomo che sensibilizza quindi gli studenti alla razionalizzazione delle risorse e dimostra la possibilità di intervento per ridurre i consumi mediante la tecnologia.

La serra SmartyBall è il giusto mini-ambiente per realizzare un orto didattico innovativo attento alla sostenibilità e con un design ricercato, fresco e contemporaneo che arreda ogni spazio esterno, dove si pone con raffinatezza sia in contesti storici che moderni.
In definitiva è ideale per realizzare i progetti PON EDUGREEN e LABORATORI GREEN per avvicinare gli studenti alle tematiche legate alla transizione ecologica. In SmartyBall, infatti, si entra dalla porta in metacrilato in una tecnologica bolla con robuste superfici trasparenti. Sui lati corti sono sistemati i vasi su cui coltivare gli ortaggi, le erbe aromatiche, le piante ornamentali…su uno o più piani.
Gli studenti si scoprono piccoli esploratori del verde della serra-bolla, dove tecnologia e natura trovano un impensato connubio, tutto questo in uno spazio raccolto ma organizzato per poter gestire le piante dalla semina fino allo sviluppo e all’eventuale raccolta dei frutti. Una serra automatizzata da esterno che permette il coinvolgimento didattico durante tutto l’anno. La serra SmartyBall, è anche un vero laboratorio per la sensibilizzazione alla gestione dei consumi e quindi alla sostenibilità, dove l’attività di gestione automatica dell’irrigazione e illuminazione sfrutta anche l’energia solare. Per questo, può essere dichiarata un sistema mild hybrid dove l’energia della rete viene utilizzata in aiuto a quella solare qualora necessario. Inoltre se collegata ad un eventuale accumulo di acque piovane, disponibile o realizzabile nella struttura scolastica, diverrebbe autonoma anche dal punto di vista idrico. L’energia solare è trasformata in elettrica da due pannelli fotovoltaici e messa a servizio della serra insieme alla rete elettrica. Quindi tutti i dispositivi smart wifi compresa la consolle (Alexa o Google Home) con schermo touch con i comandi vocali e anche la diffusione di musica, dispongono nei periodi più assolati di energia con notevole risparmio di risorse. La ventilazione automatica è affidata ad una silenziosa ventola ad alta portata e basso assorbimento.
L’acqua, inoltre, è finemente regolata e dispensata grazie a un sistema di irrigazione a goccia con 4 sezioni indipendenti e programmabili ciascuna tramite app.
Un sistema autonomo che sensibilizza quindi gli studenti alla razionalizzazione delle risorse e dimostra la possibilità di intervento per ridurre i consumi mediante la tecnologia.

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L’orto botanico - Per il coding e le scienze


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L’Orto Mobile BioBot è un Orto Botanico su ruote programmabile attraverso Arduino. Gli studenti, attraverso esercizi di coding in classe e attraverso il linguaggio di programmazione a blocchi, possono gestire l’attività piantando le sementa, programmando l’irrigazione grazie ai tanti sensori inclusi, e possono osservare con occhio critico i fenomeni scientifici. La parte Tecnologica di BioBot è Arduino, microcontrollore semplice e didattico per l’Elettronica Educativa, integrato nel pannello frontale, che permette la conduzione dell’orto e del registratore di dati (o datalogger) integrato.
Gli studenti hanno la possibilità di accedere ad Arduino, ai sensori (i sensori di umidità del terreno, il sensore di luminosità, di anidride carbonica,di  PH, di rumore, di livello dell’acqua) e agli attuatori (il buzzer, gli avvisatori LED luminosi, il Display a colori touch) e ne scoprono le potenzialità facendo uso di un linguaggio di programmazione a blocchi (Coding) appositamente studiato (con guida) e scalare in base al livello di apprendimento, a partire dalle classi della scuola primaria (i ragazzi più grandi potranno, infatti, arrivare alla programmazione con linguaggio IDE di Arduino).

L’Orto Mobile BioBot è un Orto Botanico su ruote programmabile attraverso Arduino. Gli studenti, attraverso esercizi di coding in classe e attraverso il linguaggio di programmazione a blocchi, possono gestire l’attività piantando le sementa, programmando l’irrigazione grazie ai tanti sensori inclusi, e possono osservare con occhio critico i fenomeni scientifici. La parte Tecnologica di BioBot è Arduino, microcontrollore semplice e didattico per l’Elettronica Educativa, integrato nel pannello frontale, che permette la conduzione dell’orto e del registratore di dati (o datalogger) integrato.
Gli studenti hanno la possibilità di accedere ad Arduino, ai sensori (i sensori di umidità del terreno, il sensore di luminosità, di anidride carbonica,di  PH, di rumore, di livello dell’acqua) e agli attuatori (il buzzer, gli avvisatori LED luminosi, il Display a colori touch) e ne scoprono le potenzialità facendo uso di un linguaggio di programmazione a blocchi (Coding) appositamente studiato (con guida) e scalare in base al livello di apprendimento, a partire dalle classi della scuola primaria (i ragazzi più grandi potranno, infatti, arrivare alla programmazione con linguaggio IDE di Arduino).

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Saper guardare oltre il limite


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L'esempio che Linda, professoressa presso IIS L. Donati di Fossombrone, ci dà nel rapporto educativo con i ragazzi affetti da disabilità. Esempio di una visione più profonda rispetto a quelle a cui siamo abituati. Un saper guardare oltre il limite e scoprire la vera natura che ogni persona, che ogni ragazzo nasconde in sé.

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Francesca Conti


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Plaple incontra Francesca Conti, Presidente di Anteas Pesaro. Francesca racconta cosa la spinge ad impegnarsi ogni giorno per gli altri, le sue emozioni e la sua allegria... "un vulcano" come la definiscono in molti che guarda la vita con gli occhi della gioia!

Plaple incontra Francesca Conti, Presidente di Anteas Pesaro. Francesca racconta cosa la spinge ad impegnarsi ogni giorno per gli altri, le sue emozioni e la sua allegria... "un vulcano" come la definiscono in molti che guarda la vita con gli occhi della gioia!

Plaple incontra

Alzheimer e consapevolezza, la missione di Nonno Mino


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Per Plaple Tv la storia di "Nonno Mino", associazione nata con lo scopo di realizzare progetti innovativi e sperimentali a favore delle persone affette dalla malattia di Alzheimer con finalità riabilitative, soprattutto nelle prime fasi della malattia e che presentano lievi o moderate compromissioni cognitive e funzionali. L'associazione si dedica ad informare ed organizzare corsi di formazione per Volontari, Famigliari ed Operatori. Attiva gruppi di auto mutuo- aiuto e sostegno psicologico per le famiglie. Promuove e sensibilizza la cittadinanza all’accoglienza delle persone affette dalla malattia di Alzheimer attraverso uscite sociali e culturali sul territorio

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Urbania


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Urbania si unisce alle Città ad Impatto Positivo. Grazie all’intervento degli imprenditori del territorio il comune di Urbania ha ricevuto un veicolo attrezzato per il trasporto di persone con fragilità. Area sociale Il Comune di Urbania ha ricevuto un veicolo appositamente attrezzato per il trasporto di persone con fragilità. Il veicolo servirà per garantire l’accompagnamento ad attività delle persone fragili sul territorio, garantendo loro il maggior grado di autonomia possibile. “Aiutare qualcuno è un boomerang: ti ritorna indietro sempre più di quello che hai dato”, Annalisa Tannino – Assessore Servizi Sociali.

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Città ad impatto positivo

Gilberto e la Croce Rossa Italiana, una storia di volontariato


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Con #PlapleTv Gilberto Ugoccioni Presidente del Comitato Urbino della Croce Rossa Italiana. Una storia di volontariato, di impegno per gli altri, di servizio. Una società più sociale, meno social, è l'appello lanciato alle nuove generazioni

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Storie ad impatto

Alessandra Di Giuseppe


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Plaple Incontra Alessandra di Giuseppe, Dirigente Scolastico dell'Istituto d'Istruzione Superiore "Luigi Donati" di Fossombrone.

Plaple Incontra Alessandra di Giuseppe, Dirigente Scolastico dell'Istituto d'Istruzione Superiore "Luigi Donati" di Fossombrone.

Plaple incontra

L'emporio, l'aiuto, l'ascolto. La rete solidale della Caritas di Loreto


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Da Loreto l'impegno della Caritas locale, la rete solidale con il territorio, esperienze finalizzate all'aiuto alle persone in condizione di disagio economico ma non solo. Un emporio è stato allestito all'interno degli spazi parrocchiali per la spesa dei meno abbienti. Qui è come essere all'interno di un market come gli altri. Aiuto concreto alle famiglie, ma anche spazio di socialità e di ascolto.

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Storie ad impatto

Riscoprire se stessi e la propria immagine! AssoStyle Image a sostegno di chi deve affrontare cure oncologiche


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Presso il reparto di ginecologia del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi ha preso il via il progetto ‘Io nonostante tutto’: prendersi cura di sé e riscoprirsi uniche ‘nonostante tutto’. L’obiettivo è accompagnare le donne che stanno affrontando le cure oncologiche in un percorso di valorizzazione della loro immagine attraverso l’utilizzo dei colori, l’abbigliamento, gli accessori, il make up e la skin care. Realizzato in collaborazione con Loto Odv e ASI - AssoStyle Image, il progetto mira a migliorare la qualità della vita delle pazienti attraverso un percorso di cura dell’immagine personalizzato Tre incontri per riscoprirsi attraenti e accompagnare il percorso di cura dal cancro, una malattia difficile da affrontare, un’esperienza spesso solitaria e che altrettanto spesso rende complicato guardarsi allo specchio: troppe volte in quell’immagine riflessa c’è chi non riconosce più il suo volto. Le preziose cure salva vita, a volte, lasciano dei segni e possono, più o meno temporaneamente, portare via quegli elementi di femminilità molto cari soprattutto alle donne che se ne vedono repentinamente private.   “IO nonostante tutto” è un progetto di ASI - AssoStyle Image che l’associazione Loto Odv, nata a Bologna e attiva contro i tumori ginecologici, ha fortemente voluto portare in città, a supporto delle pazienti oncologiche in cura presso l’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi. Al termine del percorso, in base alle analisi che ogni persona avrà scelto di svolgere, verranno date indicazioni riguardanti capi e accessori che esaltano la figura e il viso coerentemente alla palette personalizzata, nel rispetto dello stile individuale. ‘Io nonostante tutto’ è qui ed ora, oltre le terapie, oltre il peso, oltre i fazzoletti in testa, oltre gli occhi della gente.

Presso il reparto di ginecologia del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi ha preso il via il progetto ‘Io nonostante tutto’: prendersi cura di sé e riscoprirsi uniche ‘nonostante tutto’. L’obiettivo è accompagnare le donne che stanno affrontando le cure oncologiche in un percorso di valorizzazione della loro immagine attraverso l’utilizzo dei colori, l’abbigliamento, gli accessori, il make up e la skin care. Realizzato in collaborazione con Loto Odv e ASI - AssoStyle Image, il progetto mira a migliorare la qualità della vita delle pazienti attraverso un percorso di cura dell’immagine personalizzato Tre incontri per riscoprirsi attraenti e accompagnare il percorso di cura dal cancro, una malattia difficile da affrontare, un’esperienza spesso solitaria e che altrettanto spesso rende complicato guardarsi allo specchio: troppe volte in quell’immagine riflessa c’è chi non riconosce più il suo volto. Le preziose cure salva vita, a volte, lasciano dei segni e possono, più o meno temporaneamente, portare via quegli elementi di femminilità molto cari soprattutto alle donne che se ne vedono repentinamente private.   “IO nonostante tutto” è un progetto di ASI - AssoStyle Image che l’associazione Loto Odv, nata a Bologna e attiva contro i tumori ginecologici, ha fortemente voluto portare in città, a supporto delle pazienti oncologiche in cura presso l’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi. Al termine del percorso, in base alle analisi che ogni persona avrà scelto di svolgere, verranno date indicazioni riguardanti capi e accessori che esaltano la figura e il viso coerentemente alla palette personalizzata, nel rispetto dello stile individuale. ‘Io nonostante tutto’ è qui ed ora, oltre le terapie, oltre il peso, oltre i fazzoletti in testa, oltre gli occhi della gente.

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“Green Project”, alle Cinque Terre nuovi polmoni verdi per la Posidonia Oceanica


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Parte ufficialmente il progetto di riforestazione della Posidonia oceanica nell’Area Marina Protetta delle Cinque Terre. La riforestazione fa parte del progetto “Green Project” ed è realizzato dall'International School for Scientific Diving in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e della Vita dell'Università di Genova e con il sostegno di Fondazione Deutsche Bank Italia, mira a ripristinare uno degli ecosistemi marini più preziosi del Mar Mediterraneo. ll progetto, che si sviluppa nell’arco di tre anni, nasce dall’idea di utilizzare materiali e replicare metodi già impiegati con successo nell’ambiente terrestre, nel settore dell’ingegneria naturalistica.  L’impianto prevede il posizionamento di geocompositi biodegradabili (biostuoie) costituiti da reti in fibra di cocco su una superficie totale di 100 m2 al fine di ripristinare porzioni del posidonieto esistente. Sulle reti verranno ancorate manualmente da personale qualificato (biologi ISSD e DISTAV) circa 2.000 talee di Posidonia reperite tra quelle già scalzate a causa delle mareggiate o degli ancoraggi. Altro tassello importante sarà la fase di monitoraggio che avrà una durata di almeno due anni al fine di verificare il successo dell’intervento in termini di attecchimento e sopravvivenza delle piante.

Parte ufficialmente il progetto di riforestazione della Posidonia oceanica nell’Area Marina Protetta delle Cinque Terre. La riforestazione fa parte del progetto “Green Project” ed è realizzato dall'International School for Scientific Diving in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e della Vita dell'Università di Genova e con il sostegno di Fondazione Deutsche Bank Italia, mira a ripristinare uno degli ecosistemi marini più preziosi del Mar Mediterraneo. ll progetto, che si sviluppa nell’arco di tre anni, nasce dall’idea di utilizzare materiali e replicare metodi già impiegati con successo nell’ambiente terrestre, nel settore dell’ingegneria naturalistica.  L’impianto prevede il posizionamento di geocompositi biodegradabili (biostuoie) costituiti da reti in fibra di cocco su una superficie totale di 100 m2 al fine di ripristinare porzioni del posidonieto esistente. Sulle reti verranno ancorate manualmente da personale qualificato (biologi ISSD e DISTAV) circa 2.000 talee di Posidonia reperite tra quelle già scalzate a causa delle mareggiate o degli ancoraggi. Altro tassello importante sarà la fase di monitoraggio che avrà una durata di almeno due anni al fine di verificare il successo dell’intervento in termini di attecchimento e sopravvivenza delle piante.

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