Nell’Amazzonia ecuadoriana, un gruppo di nove giovani attiviste indigene, le Niñas Amazonas, lotta per difendere la foresta e i diritti delle loro comunità. Chiamate anche Guerriere per l’Amazzonia, si battono contro l’inquinamento, la deforestazione e gli incendi provocati dall’estrazione di petrolio e dalle grandi industrie. Con coraggio hanno portato in tribunale lo Stato ecuadoriano, ottenendo una storica vittoria legale contro il gas flaring, pratica che avvelenava aria, acqua e persone. Le loro armi sono la parola, la conoscenza e l’unione delle comunità indigene. Attraverso campagne, incontri e testimonianze, denunciano al mondo la distruzione della foresta, cuore vitale del pianeta. Simbolo di una nuova generazione di difensori della Terra, le Guerriere trasformano la rabbia in speranza e la paura in azione. La loro voce ricorda a tutti che proteggere l’Amazzonia significa proteggere la vita stessa.
Rubrica: Dillo a Plaple
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Il gesto solidale di Jaden Smith che nutre chi non può permettersi un pasto
Jaden Smith ha avviato un’iniziativa profondamente solidale chiamata I Love You, nata con l’obiettivo di portare pasti nutrienti e gratuiti alle persone che vivono in condizioni di difficoltà. Attraverso un food truck vegano attivo nelle aree più fragili di Los Angeles, Jaden offre cibo sano a chi non può permetterselo, trasformando un semplice pasto in un gesto di cura e rispetto. Il progetto mira a restituire dignità a chi è spesso invisibile, creando uno spazio in cui esigenze primarie e umanità si incontrano. L’iniziativa si basa su un modello di condivisione: chi può pagare contribuisce anche al pasto di chi non ha risorse, in un circolo virtuoso di solidarietà concreta. Con l’intenzione di aprire un ristorante stabile che continui a servire gratuitamente chi è in difficoltà, Jaden vuole ampliare l’impatto del progetto e dimostrare come la generosità possa diventare un atto quotidiano. I Love You non è solo un servizio di ristorazione: è un messaggio potente che ricorda come empatia e altruismo possano cambiare, un pasto alla volta, la vita delle persone più vulnerabili.
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La nuova resistenza verde dell’Ecuador
Nell’Amazzonia ecuadoriana, un gruppo di nove giovani attiviste indigene, le Niñas Amazonas, lotta per difendere la foresta e i diritti delle loro comunità. Chiamate anche Guerriere per l’Amazzonia, si battono contro l’inquinamento, la deforestazione e gli incendi provocati dall’estrazione di petrolio e dalle grandi industrie. Con coraggio hanno portato in tribunale lo Stato ecuadoriano, ottenendo una storica vittoria legale contro il gas flaring, pratica che avvelenava aria, acqua e persone. Le loro armi sono la parola, la conoscenza e l’unione delle comunità indigene. Attraverso campagne, incontri e testimonianze, denunciano al mondo la distruzione della foresta, cuore vitale del pianeta. Simbolo di una nuova generazione di difensori della Terra, le Guerriere trasformano la rabbia in speranza e la paura in azione. La loro voce ricorda a tutti che proteggere l’Amazzonia significa proteggere la vita stessa.
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Un polmone verde per il futuro, in Australia arriva il Great Koala National Park
In Australia è in fase di creazione il Great Koala National Park, un progetto ambizioso per proteggere i koala dall’estinzione. Il parco si estenderà su circa 476.000 ettari nella regione Mid North Coast del New South Wales, combinando foreste statali e aree già protette. L’obiettivo principale è salvaguardare oltre 12.000 koala selvatici, garantendo loro habitat sicuri e ricchi di cibo naturale. Il progetto prevede la conservazione di altre specie minacciate, contribuendo alla tutela della biodiversità dell’intera regione. Il governo ha imposto una moratoria al disboscamento nelle zone interessate, proteggendo così gli alberi essenziali per la sopravvivenza dei koala. Verranno implementate iniziative di monitoraggio e ricerca scientifica per studiare le popolazioni animali e la salute degli ecosistemi. Il progetto prevede anche supporto alle comunità locali e alternative economiche sostenibili per chi dipendeva dall’industria forestale. Il parco rappresenta un esempio concreto di come conservazione ambientale e sviluppo sostenibile possano andare di pari passo. Si tratta di un impegno pluriennale, volto a garantire un futuro stabile per i koala e gli ecosistemi circostanti. Il Great Koala National Park diventa così un simbolo internazionale di protezione della fauna e della biodiversità in Australia.
In Australia è in fase di creazione il Great Koala National Park, un progetto ambizioso per proteggere i koala dall’estinzione. Il parco si estenderà su circa 476.000 ettari nella regione Mid North Coast del New South Wales, combinando foreste statali e aree già protette. L’obiettivo principale è salvaguardare oltre 12.000 koala selvatici, garantendo loro habitat sicuri e ricchi di cibo naturale. Il progetto prevede la conservazione di altre specie minacciate, contribuendo alla tutela della biodiversità dell’intera regione. Il governo ha imposto una moratoria al disboscamento nelle zone interessate, proteggendo così gli alberi essenziali per la sopravvivenza dei koala. Verranno implementate iniziative di monitoraggio e ricerca scientifica per studiare le popolazioni animali e la salute degli ecosistemi. Il progetto prevede anche supporto alle comunità locali e alternative economiche sostenibili per chi dipendeva dall’industria forestale. Il parco rappresenta un esempio concreto di come conservazione ambientale e sviluppo sostenibile possano andare di pari passo. Si tratta di un impegno pluriennale, volto a garantire un futuro stabile per i koala e gli ecosistemi circostanti. Il Great Koala National Park diventa così un simbolo internazionale di protezione della fauna e della biodiversità in Australia.
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MOF, la tecnologia di domani per un pianeta più pulito
Omar Yaghi, chimico premiato con il Nobel per la chimica, ha sviluppato i Materiali Metal-Organic Frameworks (MOF), strutture porose in grado di catturare anidride carbonica dall’atmosfera e estrarre acqua dall’aria, anche in ambienti aridi. Questi materiali offrono una soluzione concreta al problema dell’accumulo di CO₂, contribuendo alla riduzione dei gas serra e alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Inoltre, la capacità dei MOF di raccogliere acqua dall’umidità dell’aria può favorire la sostenibilità idrica in zone prive di infrastrutture. Con la sua startup Atoco, Yaghi mira a rendere queste tecnologie accessibili e funzionanti in contesti off-grid, sfruttando energia solare o termica, riducendo così l’impatto ambientale e promuovendo un modello di sviluppo più circolare e resiliente.
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Dallo zaino nasce la luce
Innocent James, giovane imprenditore tanzaniano, ha dato vita a un progetto che sta cambiando la vita di molti studenti nelle aree rurali prive di elettricità. La sua iniziativa, chiamata Soma Bags, consiste nella produzione di zaini realizzati con materiali riciclati, come sacchi di cemento usati, e dotati di un pannello solare flessibile cucito all’esterno. Durante il giorno, lo zaino accumula energia solare mentre i bambini percorrono la strada verso la scuola; di sera, questa energia si trasforma in luce, sufficiente per 6-8 ore di studio. L’obiettivo è semplice ma potente: offrire ai ragazzi la possibilità di continuare a leggere e fare i compiti anche dopo il tramonto, senza ricorrere alle lampade a cherosene, costose e dannose per la salute. Il progetto non solo favorisce l’istruzione, ma contribuisce anche alla tutela dell’ambiente, promuovendo il riciclo e riducendo l’uso di combustibili inquinanti. Una soluzione concreta che unisce innovazione, sostenibilità e impatto sociale.
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Dare valore al riuso
Il ReTuna Återbruksgalleria nasce nel 2015 a Eskilstuna, in Svezia, come primo centro commerciale al mondo interamente dedicato al riuso e al riciclo. Qui tutti i prodotti in vendita – mobili, vestiti, elettronica, giocattoli e altro – provengono da donazioni della comunità, vengono riparati, rigenerati o trasformati creativamente. L’iniziativa mira a ridurre i rifiuti e promuovere un’economia circolare, offrendo al tempo stesso oggetti di qualità a prezzi accessibili. Il centro ospita anche corsi, workshop e attività educative legate alla sostenibilità. I vantaggi sono molteplici: minore impatto ambientale, riduzione delle emissioni legate alla produzione di nuovi beni e maggiore consapevolezza dei consumatori.
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Una protesi che ridà speranza
Asaad ha solo otto anni e arriva da Gaza. Dopo un bombardamento che gli ha portato via la madre, la sorella e parte della famiglia, ha perso la gamba destra ed è stato trasferito a Torino grazie a una missione umanitaria. Qui è stato accolto dai medici dell’Ospedale Regina Margherita che sono riusciti anche a salvargli la vista, gravemente compromessa dalle ferite. Il passo più importante del suo percorso di rinascita è arrivato grazie all’Officina Ortopedica Maria Adelaide, che gli ha donato una protesi di ultima generazione, realizzata con stampa 3D. Un gesto di grande solidarietà che gli ha permesso non solo di tornare a camminare, ma anche di guardare al futuro con più fiducia. La protesi non è soltanto uno strumento medico: rappresenta un simbolo di speranza, di accoglienza e di attenzione verso chi ha subito traumi profondi. La storia di Asaad diventa così un esempio di come la tecnologia, unita alla generosità delle persone e delle istituzioni, possa ridare dignità e possibilità di vita a chi ha perso tanto. Un atto concreto di umanità che mostra come la solidarietà possa fare la differenza, soprattutto nei confronti dei più piccoli.
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La pelle di cactus che potrebbe salvare un miliardo di animali ogni anno
In Messico, Adrián López Velarde e Marte Cázarez hanno inventato Desserto, una pelle vegana ottenuta dal cactus nopal. Il processo parte dalla raccolta sostenibile delle foglie mature, che vengono tagliate senza danneggiare la pianta. Dopo l’essiccazione al sole, le fibre e le proteine vengono estratte e combinate con resine naturali, dando vita a un materiale resistente, flessibile e parzialmente biodegradabile. I numeri sono impressionanti: da un ettaro di coltivazione si ottengono circa 200 tonnellate di foglie, sufficienti a produrre grandi quantità di materiale; con circa 3 kg di foglie si ricava 1 m² di pelle vegetale, comparabile a una pelle bovina. Se usata su larga scala nell’industria della moda, questa innovazione potrebbe contribuire a risparmiare oltre 1 miliardo di animali ogni anno, riducendo allo stesso tempo l’impatto ambientale della zootecnia e dell’industria conciaria.
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Sheyna Patel, la giovanissima scienziata che dichiara guerra alle microplastiche
Sheyna Patel, 14 anni, ha sviluppato un idrogel non tossico capace di catturare e degradare le microplastiche presenti nell’acqua. L’idea è nata osservando l’enorme diffusione di plastica nei mari e la difficoltà di rimuoverla in modo efficace. Attraverso test di laboratorio, il gel ha dimostrato un’efficacia superiore al 93% nella rimozione delle microplastiche PET. La sua invenzione è stata presentata al concorso 3M Young Scientist Challenge 2025, attirando l’attenzione internazionale. La sua idea rivoluzionaria ha trovato consensi a tale concorso, a tal punto che 3M ha trasformato la sua idea in un prototipo reale e pronto ad essere testato.
Sheyna Patel, 14 anni, ha sviluppato un idrogel non tossico capace di catturare e degradare le microplastiche presenti nell’acqua. L’idea è nata osservando l’enorme diffusione di plastica nei mari e la difficoltà di rimuoverla in modo efficace. Attraverso test di laboratorio, il gel ha dimostrato un’efficacia superiore al 93% nella rimozione delle microplastiche PET. La sua invenzione è stata presentata al concorso 3M Young Scientist Challenge 2025, attirando l’attenzione internazionale. La sua idea rivoluzionaria ha trovato consensi a tale concorso, a tal punto che 3M ha trasformato la sua idea in un prototipo reale e pronto ad essere testato.
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Costruire rampe con i mattoncini Lego per aiutare le persone con disabilità
Si chiama Rita Ebel e in Germania e stata soprannominata la "Nonna Lego”. A 87 anni ha deciso di trasformare la sua città, unendo creatività e impegno solidale. Grazie a blocchi di Lego donati dalla comunità ha iniziato a costruire rampe Lego per sedie a rotelle in Germania. Un’iniziativa mirata all’accessibilità, dando la possibilità alle persone su sedie a rotelle di poter accedere agli edifici in estrema comodità e sicurezza. L’iniziativa è partita un anno fa e oggi decine di negozi locali stanno aderendo a questa iniziativa solidale.
Si chiama Rita Ebel e in Germania e stata soprannominata la "Nonna Lego”. A 87 anni ha deciso di trasformare la sua città, unendo creatività e impegno solidale. Grazie a blocchi di Lego donati dalla comunità ha iniziato a costruire rampe Lego per sedie a rotelle in Germania. Un’iniziativa mirata all’accessibilità, dando la possibilità alle persone su sedie a rotelle di poter accedere agli edifici in estrema comodità e sicurezza. L’iniziativa è partita un anno fa e oggi decine di negozi locali stanno aderendo a questa iniziativa solidale.
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In Svezia le galline non vivranno più in gabbia
La Svezia è diventata il primo Paese al mondo in cui non esistono più allevamenti di galline che producono uova in gabbia: Questo importante traguardo è stato raggiunto grazie all'impegno collettivo di consumatori, aziende e associazioni, ma soprattuto senza l’uso di leggi specifiche per imporre il divieto. Un impegno collettivo partito nel 2008, con più di 85 realtà del settore alimentare che si sono impegnate a non usare più uova provenienti da galline allevate in gabbia. Un percorso che ha portato alla creazione di un mercato "cage-free”. Tale mercato ha potuto salvare oltre 17 milioni di galline che vivano in condizioni estreme.
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Da Autobus dismessi a docce per i senza tetto
Il progetto Lava Mae nasce nel 2014 a San Francisco da un’idea di Doniece Sandoval e ha come obiettivo fornire un servizio di igiene personale essenziale alle persone più vulnerabili della città. Come? Convertendo degli autobus dismessi in "bagni mobili" con cabine doccia e servizi igienico-sanitari: ogni autobus al suo interno ha due docce, dei cui una accessibile in sedie a rotelle, e due bagni. Il progetto negli anni ha ricevuto molti consensi e finanziamento per poter far diventare il progetto ancor più ambizioso: il progetto oggi prende il nome di “Pop-Up Care Villages”. Quest’ultimo è un insieme di progetti innovativi che trasformano spazi pubblici sottoutilizzati in villaggi temporanei di servizi civici e di assistenza, offrendo risorse e supporto alle comunità meno favorite e promuovendo l'interazione sociale.
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