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Ospedale

"Come a casa": insieme contro le malattie genetiche rare


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"Come a casa" è un progetto che si occupa dell'accompagnamento delle famiglie che devono affrontare la terapia contro malattie genetiche rare, presso l'ospedale San Raffaele di Milano. Questo progetto prevede un supporto ai genitori il più attivo possibile, dalla burocrazia, all'alloggio, al trasporto. Un'assistenza a 360 gradi, per poter permettere alla mamma e al papà di rimanere accanto ai bambini e affrontare questo percorso senza ulteriori preoccupazioni.

"Come a casa" è un progetto che si occupa dell'accompagnamento delle famiglie che devono affrontare la terapia contro malattie genetiche rare, presso l'ospedale San Raffaele di Milano. Questo progetto prevede un supporto ai genitori il più attivo possibile, dalla burocrazia, all'alloggio, al trasporto. Un'assistenza a 360 gradi, per poter permettere alla mamma e al papà di rimanere accanto ai bambini e affrontare questo percorso senza ulteriori preoccupazioni.

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"Come a casa": insieme contro le malattie genetiche rare


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"Come a casa" è un progetto che si occupa dell'accompagnamento delle famiglie che devono affrontare la terapia contro malattie genetiche rare, presso l'ospedale San Raffaele di Milano. Questo progetto prevede un supporto ai genitori il più attivo possibile, dalla burocrazia, all'alloggio, al trasporto. Un'assistenza a 360 gradi, per poter permettere alla mamma e al papà di rimanere accanto ai bambini e affrontare questo percorso senza ulteriori preoccupazioni.

"Come a casa" è un progetto che si occupa dell'accompagnamento delle famiglie che devono affrontare la terapia contro malattie genetiche rare, presso l'ospedale San Raffaele di Milano. Questo progetto prevede un supporto ai genitori il più attivo possibile, dalla burocrazia, all'alloggio, al trasporto. Un'assistenza a 360 gradi, per poter permettere alla mamma e al papà di rimanere accanto ai bambini e affrontare questo percorso senza ulteriori preoccupazioni.

Storie ad impatto

Bambino di sei anni chiede una protesi a Babbo Natale, l'ospedale lo esaudirà


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In una letterina a Babbo Natale si legge la storia di un bimbo di sei anni che chiede come regalo una protesi per la sua gamba affetta da una grave patologia. È proprio Samuel a scrivere, a raccontare di quando, ancora nella pancia, gli fu diagnosticata una malattia. Dei viaggi dei genitori e delle ore passate negli ospedali per avere una risposta certa sul suo stato di salute. Degli anni passati in attesa e del mare di dubbi e incertezze in cui ancora oggi navigano. È il Resto del Carlino a darne notizia e a riportare la riportare la risposta che il Centro di Budrio ha fornito alla famiglia: "Il Centro, in modo presumibile, riaprirà a fine gennaio", spiegano dalla struttura bolognese al quotidiano e il ragazzino è in lista e verrà chiamato subito. Dando corso al desiderio esplicitato nella sua letterina natalizia. Purtroppo non è il primo caso di ritardo, ma il Centro Protesi Inail è finito sott’acqua per la terza volta in due anni e i fermi sono stati necessari per ripristinare la situazione. Questa, però, è una storia a lieto fine: Samuel avrà la sua protesi!

In una letterina a Babbo Natale si legge la storia di un bimbo di sei anni che chiede come regalo una protesi per la sua gamba affetta da una grave patologia. È proprio Samuel a scrivere, a raccontare di quando, ancora nella pancia, gli fu diagnosticata una malattia. Dei viaggi dei genitori e delle ore passate negli ospedali per avere una risposta certa sul suo stato di salute. Degli anni passati in attesa e del mare di dubbi e incertezze in cui ancora oggi navigano. È il Resto del Carlino a darne notizia e a riportare la riportare la risposta che il Centro di Budrio ha fornito alla famiglia: "Il Centro, in modo presumibile, riaprirà a fine gennaio", spiegano dalla struttura bolognese al quotidiano e il ragazzino è in lista e verrà chiamato subito. Dando corso al desiderio esplicitato nella sua letterina natalizia. Purtroppo non è il primo caso di ritardo, ma il Centro Protesi Inail è finito sott’acqua per la terza volta in due anni e i fermi sono stati necessari per ripristinare la situazione. Questa, però, è una storia a lieto fine: Samuel avrà la sua protesi!

Dillo a Plaple

A Bologna il nuovo spazio di supporto per donne che combattono il cancro


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Bologna, inaugurato il nuovo Loto Care Center, il spazio polifunzionale dedicato alle donne in cura per tumori femminili. Qui le pazienti possono trovare un aiuto quotidiano concreto per affrontare le terapie: dai trattamenti di estetica oncologica ai massaggi miorilassanti, dai servizi di trasporto alla consulenza legale; con il nuovo anno partiranno corsi di mindfulness e momenti di incontro. Il centro è a cura di Loto Odv, realizzato con il sostegno di GSK, UniCredit e Fondazione Intesa San Paolo. L’associazione Loto da 12 anni è un presidio importante di assistenza e informazione. Da oggi le pazienti in cura per tumori ginecologici presso il Policlinico Sant’Orsola di Bologna hanno un importante strumento in più a loro disposizione: Loto Care Center non è (solo) un luogo, ma un sostegno concreto per tutte le donne che quotidianamente si sottopongono alle terapie oncologiche, offrendo un orientamento, un punto di ascolto e informativo ma anche di “decompressione” e cura di sé, oltre al sostegno burocratico per eventuali pratiche previdenziali e legali. Il nuovo spazio a Bologna è attivo tutti i giorni in via Cignani 90: sono le volontarie di Loto Odv ad accogliere le donne in cura e a proporre loro vari servizi gratuiti, che vengono pensati e organizzati partendo dai bisogni specifici di ognuna. Loto Care Center è reso possibile dal contributo di GSK, UniCredit attraverso il suo Fondo Carta Etica, e Fondazione Intesa San Paolo. Non è un ambulatorio, ma un tempo e uno spazio di cura speciali, per dedicare alle donne quanto può servire per affrontare in senso positivo il percorso terapeutico, il proprio aspetto fisico e gestire gli eventuali disagi estetici causati dai trattamenti. Le proposte a supporto delle pazienti sono numerose: tra queste i trattamenti di estetica oncologica a mani e piedi per contrastare gli effetti collaterali delle terapie, insieme ai massaggi miorilassanti realizzati dalle professioniste di Apeo (Associazione professionale estetica oncologica). E poi la possibilità di prenotare il servizio di accompagnamento “Ugo” per visite mediche o commissioni e persino una prima consulenza gratuita per questioni legali e previdenziali legate alla malattia; alle donne in terapia vengono anche donati copricapi e parrucche per l’alopecia da trattamento chemioterapico (realizzati dalle volontarie di Cucito con il cuore), oltre ai prodotti per una cura delicata di viso e corpo (della linea Naturaverde). Loto Care Center si propone di fare incontrare le donne e le loro storie, offrendo momenti di aggregazione utili e piacevoli, nella consapevolezza che la cura passa anche attraverso la condivisione: è per questo che a partire dal 2025 verranno organizzati anche momenti di incontro, come corsi gratuiti di mindfulness o lanaterapia, con donazione di kit per lavorare a maglia.

Bologna, inaugurato il nuovo Loto Care Center, il spazio polifunzionale dedicato alle donne in cura per tumori femminili. Qui le pazienti possono trovare un aiuto quotidiano concreto per affrontare le terapie: dai trattamenti di estetica oncologica ai massaggi miorilassanti, dai servizi di trasporto alla consulenza legale; con il nuovo anno partiranno corsi di mindfulness e momenti di incontro. Il centro è a cura di Loto Odv, realizzato con il sostegno di GSK, UniCredit e Fondazione Intesa San Paolo. L’associazione Loto da 12 anni è un presidio importante di assistenza e informazione. Da oggi le pazienti in cura per tumori ginecologici presso il Policlinico Sant’Orsola di Bologna hanno un importante strumento in più a loro disposizione: Loto Care Center non è (solo) un luogo, ma un sostegno concreto per tutte le donne che quotidianamente si sottopongono alle terapie oncologiche, offrendo un orientamento, un punto di ascolto e informativo ma anche di “decompressione” e cura di sé, oltre al sostegno burocratico per eventuali pratiche previdenziali e legali. Il nuovo spazio a Bologna è attivo tutti i giorni in via Cignani 90: sono le volontarie di Loto Odv ad accogliere le donne in cura e a proporre loro vari servizi gratuiti, che vengono pensati e organizzati partendo dai bisogni specifici di ognuna. Loto Care Center è reso possibile dal contributo di GSK, UniCredit attraverso il suo Fondo Carta Etica, e Fondazione Intesa San Paolo. Non è un ambulatorio, ma un tempo e uno spazio di cura speciali, per dedicare alle donne quanto può servire per affrontare in senso positivo il percorso terapeutico, il proprio aspetto fisico e gestire gli eventuali disagi estetici causati dai trattamenti. Le proposte a supporto delle pazienti sono numerose: tra queste i trattamenti di estetica oncologica a mani e piedi per contrastare gli effetti collaterali delle terapie, insieme ai massaggi miorilassanti realizzati dalle professioniste di Apeo (Associazione professionale estetica oncologica). E poi la possibilità di prenotare il servizio di accompagnamento “Ugo” per visite mediche o commissioni e persino una prima consulenza gratuita per questioni legali e previdenziali legate alla malattia; alle donne in terapia vengono anche donati copricapi e parrucche per l’alopecia da trattamento chemioterapico (realizzati dalle volontarie di Cucito con il cuore), oltre ai prodotti per una cura delicata di viso e corpo (della linea Naturaverde). Loto Care Center si propone di fare incontrare le donne e le loro storie, offrendo momenti di aggregazione utili e piacevoli, nella consapevolezza che la cura passa anche attraverso la condivisione: è per questo che a partire dal 2025 verranno organizzati anche momenti di incontro, come corsi gratuiti di mindfulness o lanaterapia, con donazione di kit per lavorare a maglia.

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Michael Jordan apre la quarta clinica sanitaria aperta anche ai non assicurati


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6 volte eletto miglior giocatore delle finali e 6 volte vincitore del titolo della National Basketball Association, Michael Jordan è ora sotto i riflettori per motivi che non riguardano lo sport: vuole aiutare coloro che non possono permettersi l'assicurazione medica negli Stati Uniti. Si chiama “Novant Health Michael Jordan Family Medical Clinic”, e lo scopo di queste cliniche è dare un supporto concreto a quelle persone che nel paese non sono in grado di sostenere gli elevati costi di cura sanitaria, non potendo permettersi un’assicurazione. “Lo scopo di questa clinica è di aiutare le famiglie che non sono in grado di sostenersi. Siamo qui per aiutarvi e non importano i soldi. Sarà fatto il possibile per aiutare chi ha bisogno perché è ciò che accadde a me e alla mia famiglia quando ci trasferimmo qui quando ero ancora un bambino”

6 volte eletto miglior giocatore delle finali e 6 volte vincitore del titolo della National Basketball Association, Michael Jordan è ora sotto i riflettori per motivi che non riguardano lo sport: vuole aiutare coloro che non possono permettersi l'assicurazione medica negli Stati Uniti. Si chiama “Novant Health Michael Jordan Family Medical Clinic”, e lo scopo di queste cliniche è dare un supporto concreto a quelle persone che nel paese non sono in grado di sostenere gli elevati costi di cura sanitaria, non potendo permettersi un’assicurazione. “Lo scopo di questa clinica è di aiutare le famiglie che non sono in grado di sostenersi. Siamo qui per aiutarvi e non importano i soldi. Sarà fatto il possibile per aiutare chi ha bisogno perché è ciò che accadde a me e alla mia famiglia quando ci trasferimmo qui quando ero ancora un bambino”

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James Harrison, l’uomo che ha salvato più di 2 milioni di bambini grazie alle donazioni di sangue


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James Harrison, l’uomo che ha salvato più di 2 milioni di bambini grazie alle donazioni di sangue è morto, rimarrà nei ricordi di tanti grazie alla sua generosità e una particolarità nel sangue. Conosciuto in Australia come l'uomo dal braccio d'oro, il #sangue di James Harrison conteneva un raro anticorpo, l'Anti-D, utilizzato per produrre farmaci somministrati alle madri incinte con un sangue a rischio che avrebbe potuto contagiare i loro feti. L'Australian Red Cross Blood Service ha affermato che James aveva promesso di diventare donatore dopo aver ricevuto delle #trasfusioni durante un importante intervento chirurgico al torace quando aveva 14 anni. Cominciò a donare il suo #plasma sanguigno all'età di 18 anni e continuò a farlo ogni due settimane fino agli 81 anni. Nel 2005 ha detenuto il record mondiale per la maggior quantità di plasma sanguigno donato. "Diceva sempre che non faceva male e che la vita che stavi salvando avrebbe potuto essere la tua" ha raccontato sua figlia.

James Harrison, l’uomo che ha salvato più di 2 milioni di bambini grazie alle donazioni di sangue è morto, rimarrà nei ricordi di tanti grazie alla sua generosità e una particolarità nel sangue. Conosciuto in Australia come l'uomo dal braccio d'oro, il #sangue di James Harrison conteneva un raro anticorpo, l'Anti-D, utilizzato per produrre farmaci somministrati alle madri incinte con un sangue a rischio che avrebbe potuto contagiare i loro feti. L'Australian Red Cross Blood Service ha affermato che James aveva promesso di diventare donatore dopo aver ricevuto delle #trasfusioni durante un importante intervento chirurgico al torace quando aveva 14 anni. Cominciò a donare il suo #plasma sanguigno all'età di 18 anni e continuò a farlo ogni due settimane fino agli 81 anni. Nel 2005 ha detenuto il record mondiale per la maggior quantità di plasma sanguigno donato. "Diceva sempre che non faceva male e che la vita che stavi salvando avrebbe potuto essere la tua" ha raccontato sua figlia.

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