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"Il giorno che mi ha cambiato la vita" - La storia di Andrea Lanfri
"Sono passati esattamente 10 anni dall'ultima volta che ho camminato con le mie gambe". Parole dette con un sorriso sulle labbra, consapevoli di tutto ciò che sono riuscite a conquistare, festeggiare, raggiungere. Con solo tre dita, Andrea Lanfri è stato il primo pluriamputato non solo a raggiungere la cima dell'Everest, ma anche a correre il miglio più veloce ad un'altitudine di 5164m. Un ragazzo che non si è fatto abbattere dagli accadimenti, da quell' "esserino (meningite) che lo voleva frenare", ma si è riscoperto ancora più forte. Nel 2015 perde le gambe? Nel 2016 diventa campione paralimpico e il primo atleta uomo italiano della storia a correre con doppia amputazione agli arti inferiori sotto i 12 secondi nei 100 metri piani. Nel 2015 perde sette dita? Nel 2017 diventa alpinista professionista, raggiungendo poi nel 2022 la vetta più alta del mondo: l'Everest. Cosa lo caratterizza? La voglia di VIVERE, perchè alla vita non si può dire mai veramente fine.
"Sono passati esattamente 10 anni dall'ultima volta che ho camminato con le mie gambe". Parole dette con un sorriso sulle labbra, consapevoli di tutto ciò che sono riuscite a conquistare, festeggiare, raggiungere. Con solo tre dita, Andrea Lanfri è stato il primo pluriamputato non solo a raggiungere la cima dell'Everest, ma anche a correre il miglio più veloce ad un'altitudine di 5164m. Un ragazzo che non si è fatto abbattere dagli accadimenti, da quell' "esserino (meningite) che lo voleva frenare", ma si è riscoperto ancora più forte. Nel 2015 perde le gambe? Nel 2016 diventa campione paralimpico e il primo atleta uomo italiano della storia a correre con doppia amputazione agli arti inferiori sotto i 12 secondi nei 100 metri piani. Nel 2015 perde sette dita? Nel 2017 diventa alpinista professionista, raggiungendo poi nel 2022 la vetta più alta del mondo: l'Everest. Cosa lo caratterizza? La voglia di VIVERE, perchè alla vita non si può dire mai veramente fine.
Storie ad impattoSpecial Olympics, in corso a Torino fino al 16 marzo
Angelo Moratti, Presidente di Special Olympics Italia, si racconta al Corriere della Sera, attraverso le sue più grandi vittorie personali, tra cui quella di vedere suo figlio, affetto da una disabilità, imparare a camminare proprio durante i giochi olimpici. La sua storia inizia nel 2004 quando gli viene proposto di diventare presidente di Special Olympics Italia, accettando non sapeva a cosa sarebbe andato incontro. Quella è stata l'occasione poi di mille emozioni: non solo la passione del dedicarsi agli altri e rendere ciò che la vita gli aveva donato (proprio come gli aveva insegnato suo padre), ma anche scoprire grandi affetti tra gli atleti e gli allenatori e trovare quella che sarebbe poi diventata la sua famiglia. «Anche quella, meravigliosa. Ma non solo. Dieci anni fa mi scrisse un’amica inglese con un figlio, Adam, che aveva allora 5 anni, con una condizione di disabilità molto grave: non camminava e non parlava. Mi chiedeva cosa potesse fare. Ci siamo visti, innamorati e sposati. Abbiamo deciso di condividere la nostra vita e abbiamo avuto due figli, oltre ad Adam. Sono le esperienze bellissime che nascono da questo movimento. A Torino ne ho vissuta un’altra a livello personale. Adam ora ha 15 anni e regala emozioni ogni giorno. Sta imparando a camminare. Vedere che iniziava a farlo proprio qui ai Giochi è stata per noi una gioia immensa, non descrivibile, quasi un miracolo. Pensare che magari un giorno possa partecipare a eventi così è meraviglioso. La magia di Special Olympics, che non ti lascia mai». Foto: Special Olympics
Angelo Moratti, Presidente di Special Olympics Italia, si racconta al Corriere della Sera, attraverso le sue più grandi vittorie personali, tra cui quella di vedere suo figlio, affetto da una disabilità, imparare a camminare proprio durante i giochi olimpici. La sua storia inizia nel 2004 quando gli viene proposto di diventare presidente di Special Olympics Italia, accettando non sapeva a cosa sarebbe andato incontro. Quella è stata l'occasione poi di mille emozioni: non solo la passione del dedicarsi agli altri e rendere ciò che la vita gli aveva donato (proprio come gli aveva insegnato suo padre), ma anche scoprire grandi affetti tra gli atleti e gli allenatori e trovare quella che sarebbe poi diventata la sua famiglia. «Anche quella, meravigliosa. Ma non solo. Dieci anni fa mi scrisse un’amica inglese con un figlio, Adam, che aveva allora 5 anni, con una condizione di disabilità molto grave: non camminava e non parlava. Mi chiedeva cosa potesse fare. Ci siamo visti, innamorati e sposati. Abbiamo deciso di condividere la nostra vita e abbiamo avuto due figli, oltre ad Adam. Sono le esperienze bellissime che nascono da questo movimento. A Torino ne ho vissuta un’altra a livello personale. Adam ora ha 15 anni e regala emozioni ogni giorno. Sta imparando a camminare. Vedere che iniziava a farlo proprio qui ai Giochi è stata per noi una gioia immensa, non descrivibile, quasi un miracolo. Pensare che magari un giorno possa partecipare a eventi così è meraviglioso. La magia di Special Olympics, che non ti lascia mai». Foto: Special Olympics
Dillo a PlapleLo sport che supera le barriere della disabilità: 20 anni di Volpi Rosse Menarini
Due decenni di sport e impegno sociale. È un compleanno tondo quello che festeggiano a marzo le Volpi Rosse Menarini, la squadra di basket in carrozzina in Serie A che, dopo la trasferta per l'Eurocup 3, continua a combattere per conquistare la vetta della classifica del campionato nazionale. A fare il tifo per il team c’è il Gruppo Menarini, che sostiene questa realtà nelle sue attività di inclusione attraverso la pratica sportiva ai massimi livelli. Nate nel 2005 come associazione di promozione sociale, prima squadra toscana della disciplina, le Volpi Rosse Menarini hanno saputo trasformare la passione per lo sport in un percorso di crescita straordinario. Dopo anni di impegno nei campionati giovanili e in Serie B, nel 2021 è arrivata la svolta: la vittoria del campionato e la promozione in Serie A. Da quel momento, la formazione fiorentina si è misurata con l’élite del basket in carrozzina italiano, conquistando anche la scena internazionale con l’accesso all’Eurocup 3 e il secondo posto nel 2024. Ma le Volpi Rosse Menarini non si limitano soltanto allo sport agonistico: la società è impegnata in due principali progetti sociali. Come "Oltre l’Ostacolo" che, rivolto ai ragazzi fra i 12 e i 16 anni, propone un ciclo di incontri nelle scuole toscane per sensibilizzare i più giovani sulle barriere architettoniche, culturali e mentali che ostacolano una piena inclusione. Al termine delle lezioni in aula, gli studenti partecipano a veri e propri allenamenti con gli atleti delle Volpi Rosse Menarini. E poi "Movimento in Allegria", progetto che favorisce lo sviluppo dell’autonomia personale nei ragazzi con disabilità fisiche o cognitive.
Due decenni di sport e impegno sociale. È un compleanno tondo quello che festeggiano a marzo le Volpi Rosse Menarini, la squadra di basket in carrozzina in Serie A che, dopo la trasferta per l'Eurocup 3, continua a combattere per conquistare la vetta della classifica del campionato nazionale. A fare il tifo per il team c’è il Gruppo Menarini, che sostiene questa realtà nelle sue attività di inclusione attraverso la pratica sportiva ai massimi livelli. Nate nel 2005 come associazione di promozione sociale, prima squadra toscana della disciplina, le Volpi Rosse Menarini hanno saputo trasformare la passione per lo sport in un percorso di crescita straordinario. Dopo anni di impegno nei campionati giovanili e in Serie B, nel 2021 è arrivata la svolta: la vittoria del campionato e la promozione in Serie A. Da quel momento, la formazione fiorentina si è misurata con l’élite del basket in carrozzina italiano, conquistando anche la scena internazionale con l’accesso all’Eurocup 3 e il secondo posto nel 2024. Ma le Volpi Rosse Menarini non si limitano soltanto allo sport agonistico: la società è impegnata in due principali progetti sociali. Come "Oltre l’Ostacolo" che, rivolto ai ragazzi fra i 12 e i 16 anni, propone un ciclo di incontri nelle scuole toscane per sensibilizzare i più giovani sulle barriere architettoniche, culturali e mentali che ostacolano una piena inclusione. Al termine delle lezioni in aula, gli studenti partecipano a veri e propri allenamenti con gli atleti delle Volpi Rosse Menarini. E poi "Movimento in Allegria", progetto che favorisce lo sviluppo dell’autonomia personale nei ragazzi con disabilità fisiche o cognitive.
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